domenica 1 novembre 2020

#Dramamania47: The King - Eternal Monarch a cura di Mariarosaria Guarino

  

Buona domenica, sognatori, e ben tornati con le recensioni ai drama. Curiosi?

 


 

Trama

 

Lee Gon, imperatore di un moderno regno di Corea, attraversa la barriera che lo separa da una realtà alternativa in cui la Corea è una repubblica anziché una monarchia. Lì incontra la detective Jung Tae-Eul, che riconosce da una carta d'identità che ha ottenuto nel momento di svolta della sua infanzia, l'assassinio di suo padre Lee Ho. Intanto suo zio Lee Lim, che ha assassinato il re precedente, si nasconde e raduna eserciti viaggiando tra i due mondi paralleli.

 

Genere: Fantascienza, romantico.

 

Recensione

 

Ho aspettato questo drama per mesi, in attesa che uscisse su Netflix con i sottotitoli in italiano, e purtroppo devo ammettere che, per quanto la storia sia bella e particolarmente articolata, non mi ha soddisfatto pienamente. Andiamo in ordine…

L’idea di partenza è ottima, perché si parla di mondi paralleli, due universi in cui persone esattamente uguali nell’aspetto ma non nel carattere vivono senza sapere nulla gli uni degli altri, due realtà differenti collegate da un oggetto magico che consente al possessore di spostarsi nel tempo e nello spazio. Dopo un’infanzia complicata e drammatica, infatti, il sovrano Lee Gon arriva nel nostro mondo e lì incontra una ragazza il cui viso aveva visto solo in foto e che, per lui, è stata l’ancora di salvezza negli anni tormentanti e soli che lo hanno portato a diventare un grande Re. Lee Gon vuole scoprire tutto su quel nuovo mondo, sulla persona che lui reputa l’artefice della sua salvezza, e così comincia a viaggiare senza sapere che qualcuno, prima di lui, ha già fatto lo stesso.

Ed ecco che la trama comincia a complicarsi, perché un nemico che il Re credeva sconfitto riemerge dal passato per provare a riprendersi non solo il trono ma entrambi i regni. Lee Lim, il traditore che ha assassinato il precedente sovrano, è intenzionato ad avere tutto e, per farlo, ordisce un piano diabolico che include macchinazioni in entrambi i mondi, sottili sotterfugi che lo rendono potente e gli consentono di muoversi nell’ombra grazie a una parte del manufatto magico che ha sottratto a corte anni prima.

Lee Lim è un avversario temibile, senza scrupoli, ma non sa che il nuovo Re è determinato a vincere e vuole a tutti i costi avere la meglio su colui che gli ha tolto ogni affetto. Da questo nasce una battaglia intessuta tra le pieghe del tempo, dove ogni minimo cambiamento fatto in un mondo, in un determinato anno, può provocare variazioni in avvenimenti importanti per lo sviluppo della storia sia in relazione a vicende passate che future. Si tratta di un drama intessuto alla perfezione, non semplice da sviluppare e per comprendere il quale bisogna però stare attenti poiché, visti gli intrecci, in assenza della giusta attenzione si finirebbe col perdersi.

Ho apprezzato molto i personaggi secondari, in special modo l’eccezionale Woo Doo-Hwan nel doppio ruolo di Jo Eun-Seob e Jo-Yeong due soggetti talmente diversi, pur avendo lo stesso aspetto, da essere divertenti anche soltanto se affiancati, e Kim Kyung-Nam, che avevo già apprezzato nel drama Dove atterrano le stelle nel ruolo del poliziotto Kang Shin-Jae. Questo ragazzo non ha molti lavori all’attivo ma qui ha confermato la sua bravura in un ruolo emotivamente più complicato da gestire, anche se minore.

Ma veniamo alle note dolenti: i personaggi principali e la storia d’amore.

Quando nasce l’amore tra Lee Gon e Jung Tae-Eul? Lui era innamorato di una foto, ma lei? Capisce di volergli bene quando scopre che è davvero un Re o quando capisce che possiede un mondo intero? Ecco, vi faccio queste domande come esempio per farvi capire l’essenziale, ossia che è mancata la scintilla.

Avete presente quegli sguardi, quel momento in cui i due protagonisti si incontrano, o magari si sfiorano, e capiscono che sono fatti per stare assieme? Qui non c’è nulla di tutto questo ed è stata la delusione maggiore, visto che la storia ha basi fantascientifiche ma è improntata su una vicenda in cui l’amore viene rincorso, cercato disperatamente e perso fin quasi a disperarsi.

Io sono una di quelle che adorano Lee Min-Ho ma devo ammettere che in questo ruolo la recitazione era troppo artefatta e spesso poco spontanea, come se il dover interpretare un sovrano l’avesse reso rigido ed eccessivamente formale, anche se questo non vale per tutte le scene. L’abbinata con Kim Go- Eun, nei panni di Jung Tae-Eul, poi, non mi è sembrata ottimale, ma si tratta ovviamente del mio gusto personale. Detto questo, The King Eternal: Monarch è un drama che consiglierei a chi vuole qualcosa che sia fuori dagli schemi, una serie che scuote per le OST perfette e che ricorderete, ma che poteva regalare di più se l’avessero resa magica come la storia d’amore eterna tra Jung Tae-Eul e Lee Gon meritava.

 

Voto: 8 – Bello.

Nessun commento:

Posta un commento