giovedì 5 novembre 2020

Intervista: Amalia Frontali e Rebecca Quasi

 

Cari Sognatori, oggi siamo in compagnia di AMALIA FRONTALI e di REBECCA QUASI, due autrici versatili che hanno fatto dell’eleganza la propria cifra stilistica e che oggi abbiamo il piacere di avere con noi per una chiacchierata-intervista.

 

D: Ciao Amalia e Rebecca, benvenute tra noi! Siamo davvero contente che abbiate accettato di partecipare a questa nostra chiacchierata-intervista, le lettrici e i lettori Sognatori l’aspettavano da un po’. Per prima cosa, complimenti per il grande risultato ottenuto con il romanzo “Centro” nel concorso Amazon Storytelling e in bocca al lupo per la fase finale.

A, R: Grazie, sia dell’ospitalità che dei complimenti!! Siamo emozionatissime, la finale del concorso è stato un risultato davvero inaspettato. Viva il lupo!

 

D: Ci raccontate cosa vi ha spinto ad intraprendere la carriera di scrittrice e soprattutto, come vi siete conosciute e come è nato il vostro sodalizio?

A: La scrittura per me non è una carriera e non vorrei che lo fosse. E’ un piacere e un grande divertimento, qualcosa di bello da fare nel tempo che dedico a me stessa. Questa visione “amatoriale” del narrare storie è una delle cose importanti che Rebecca e io abbiamo in comune e ha reso fantastica l’esperienza del quattro mani. Ci siamo conosciute su facebook, l’ho contattata dopo aver letto “Dita come farfalle” che mi era piaciuto moltissimo e le ho proposto un salto nel vuoto senza paracadute.

R: Non penso mai a me stessa come a una scrittrice, di mestiere faccio altro e la scrittura per me rimane un divertimento. Proprio per questo mi è assai cara e la curo come un elemento molto prezioso della mia vita. Con Amalia ci siamo conosciute leggendoci vicendevolmente. Sono rimasta assai colpita dalla Saga della sposa che lei ha scritto insieme ad Amaryllis e che considero uno dei libri più belli letti negli ultimi anni.

 

D: Come scegliete le storie dei vostri rispettivi libri? Come è nato “Centro”?

A: Di solito mi faccio catturare dai luoghi e dalle atmosfere, da spunti di storie vere. Centro è nato si può dire da solo, partendo dall’idea di provare a cimentarsi con un periodo storico nuovo per entrambe e dal grande fascino delle Olimpiadi del 1908, che vede la prima partecipazione “ufficiale” di una squadra femminile.

R: “Centro” è nato per caso dando un colpo al cerchio e uno alla botte. Scriviamo uno sportromance? Ma sì, dai! Uno sportromance storico? Perchè no? Inizi tu o inizio io? Inizia tu che io ti vengo dietro.

 

D: Avete delle abitudini particolari durante la scrittura?

A: Io scrivo di notte, proprio notte fonda, dopo mezzanotte. La mattina non mi ricordo di preciso cosa ho scritto… con rebecca scriviamo di solito in modo indipendente, chiacchierando spesso e volentieri del libro in chat durante il giorno.

R: Io scrivo quando capita, dove capita, come capita. Ho in borsa un quadernino per le emergenze, metti che mi venga un’idea nei momenti meno opportuni...

 

D: Esiste un libro che ha avuto una grande influenza nella vostra vita? C'è uno scrittore che considerate il vostro mentore?

A: A varie età diversi scrittori hanno avuto una grande influenza su di me: Hesse, Moravia, Austen, Wharton, Buzzati, Dostoevskij. Con Jane Austen ho un rapporto profondo, ma più che considerarla il mio mentore, è per me oggetto di reverente venerazione. Uno scrittore che mi ha dato molto è Stefan Zweig.

R: Uno dei libri che mi hanno maggiormente colpito è “In nome della madre” di Erri De Luca, di una potenza fuori del comune.

Non posso dire di avere un mentore, ci sono autori di cui ammiro molto lo stile: Elizabeth Von Arnim, Edith Warton, Anne Tyler, Anthony Trollope… l’elenco è lunghissimo.

 

D: Con quali dei vostri personaggi avete sviluppato più empatia? Vi è capitato di cambiare idea / trama durante la stesura di un romanzo?

A: Benché sia incostante, indeciso, maschio omega e anche parecchio confuso, voglio molto bene a Leopold. Sono consapevole dei suoi difetti, ma me lo rendono molto caro. Quanto a cambiare idea, direi che la consideriamo una delle parti divertenti. Basti dire che appena terminata la seconda parte abbiamo fatto fuori e riscritto diversamente almeno due capitoli della prima parte.

R: Di “Centro” io adoro i personaggi secondari, in particolare Ernest, Dora e Gunther a cui pensiamo di dedicare due storie tutte loro.

I protagonisti di “Centro” hanno il pregio di non essere due tipiche creature da romance, cosa che potrebbe pure coincidere con un difetto, dipende dai punti di vista.

Amalia ed io li abbiamo talvolta tirati per la giacca e in altre occasioni sono stati loro a tirare per la giacca noi.

Cambi di idee e trama? Spesso e volentieri.

 

D: Qual è il vostro personaggio maschile preferito tra i protagonisti dei vostri libri e perché?

A: Io ho una cotta per il dottor Arthur Lake, il protagonista del prossimo romanzo di Rebecca, che considero il migliore dei suoi che ho avuto finora il piacere di leggere. E’ uno di quei rari personaggi di specchiata integrità che però non sono deboli, né semplici.

R: Io adoro Marcus Sandberg de’ La Saga della sposa. É cinico, spietato e capace di sentimenti profondissimi. Leggetelo che poi ne parliamo.

 

D: Rebecca, i lettori sono rimasti colpiti da un personaggio come Michele Bastiamante di “Di Mercoledì”, editore milanese di successo ma che si ritrova la figlia, improvvisamente orfana di madre, che lui non conosce e a cui non è affezionato: come hai creato questo personaggio così diverso dagli altri?

R: Molte lettrici lo hanno paragonato a Manrico di “Didattica del sesso per gufi e zanzare”.

Michele non è ispirato a nessuno in particolare, è semplicemente un tizio che ha fatto molti errori, che non si vergogna di prendersene la responsabilità e che prova a rimediare. Credo che i veri supereroi siano proprio questi, quelli che si rimboccano le maniche e ricominciano con umiltà.

 

D: Amalia, con “Mia cara Jane” hai vinto un premio che sottolineava la tua capacità di immergerti nel mondo della Austen, tanto da ricreare le stesse atmosfere dei suoi libri. Come riesci a calarti nel contesto storico in maniera così puntuale?

A: Ho una vera passione per Jane Austen e ho letto i sei romanzi perfetti più volte, così come il meraviglioso epistolario, con Mia Cara Jane ho navigato in acque tranquille. Inoltre, ho una vera passione per la fase di ricerca storica, specie dei piccoli dettagli, che poi restituiscono l’impressione di un’ambientazione realistica.

 

D: Nella vita di tutti i giorni quanto la lettura di un romance può essere utile?

A: Ritagliarsi un po’ di tempo per sognare è sempre utile.

R: A me piace leggere i romance quando ho voglia di positività e di una lente rosa.

 

D: Entrambe avete pubblicato in self ma avete avuto o avrete esperienze anche con case editrici. Qual è la vostra opinione sul mondo dell’editoria oggi?

A: Da non professionista trovo sia molto difficile esprimere opinioni significative, tanto più che la pandemia ha ulteriormente mescolato le carte. A me il self ha regalato soddisfazione personale e divertimento, ma è mia opinione che non si adatti a tutti i generi letterari.

R: Non sono abbastanza esperta per dare un parere generale sull’editoria. Personalmente ho sperimentato solo l’editoria digitale e ad essa preferisco di gran lunga il self.

 

D: Ultimissima domanda, avete nuovi progetti all’orizzonte?

A, R: Abbiamo in cantiere la storia di Dora e Gunther, personaggi già apparsi in “Centro”, e successivamente ci piacerebbe dedicare un romanzo anche ad Ernest… e poi chissà, ci divertiamo troppo per smettere.

 

D: Grazie per la vostra pazienza e per le vostre risposte, aspettiamo con ansia i vostri nuovi lavori!

1 commento:

  1. Complimenti e... auguroni! "Centro" è in ottima posizione nel concorso.

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