Autore: Angelica Romanin
Genere: Commedia romantica
Pubblicato il 30 novembre 2020
Prezzo eBook € 2,99 cartaceo € 9,99
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Trama:
Marianna è immobile. Da almeno tre anni.
La sua vita si trascina lenta, in una successione di giorni sempre uguali: il lavoro, gli amici, il ragazzo. Tre lunghissimi anni in cui niente è cambiato.
Almeno fino a oggi. Oggi è successo l'impensabile: ha vinto un viaggio!
Era un concorso a premi, di quelli che si trovano sui panettoni o sulle confezioni dello shampoo. Di quelli ai quali si partecipa, ma mai si crede di poter vincere realmente un giorno. Ebbene, per Marianna quel giorno è arrivato. Ha vinto una settimana di vacanza in un hotel a cinque stelle a Mayrhofen: un caratteristico paesino sulle montagne austriache. Se tutto va come previsto, passerà un romantico Natale sulla neve, in compagnia del suo ragazzo.
Ma la vita, si sa, è imprevedibile, e quando decide di sorprenderti lo fa alla grande; e mentre la sua fantasia corre tra cime innevate e piste da sci, nella realtà si ritroverà a fare i conti con un imprevisto dietro l’altro.
Un’improvvisa bufera di neve, un bizzarro albergatore e una simpatica compagnia di fiorentini la trascineranno in una rocambolesca avventura che finirà per trasformare la sua vacanza in un’esperienza indimenticabile.
La sua vita si trascina lenta, in una successione di giorni sempre uguali: il lavoro, gli amici, il ragazzo. Tre lunghissimi anni in cui niente è cambiato.
Almeno fino a oggi. Oggi è successo l'impensabile: ha vinto un viaggio!
Era un concorso a premi, di quelli che si trovano sui panettoni o sulle confezioni dello shampoo. Di quelli ai quali si partecipa, ma mai si crede di poter vincere realmente un giorno. Ebbene, per Marianna quel giorno è arrivato. Ha vinto una settimana di vacanza in un hotel a cinque stelle a Mayrhofen: un caratteristico paesino sulle montagne austriache. Se tutto va come previsto, passerà un romantico Natale sulla neve, in compagnia del suo ragazzo.
Ma la vita, si sa, è imprevedibile, e quando decide di sorprenderti lo fa alla grande; e mentre la sua fantasia corre tra cime innevate e piste da sci, nella realtà si ritroverà a fare i conti con un imprevisto dietro l’altro.
Un’improvvisa bufera di neve, un bizzarro albergatore e una simpatica compagnia di fiorentini la trascineranno in una rocambolesca avventura che finirà per trasformare la sua vacanza in un’esperienza indimenticabile.
Nota biografica:
Angelica Romanin è nata e vive a Ferrara. È diplomata in lingue e ha frequentato la facoltà di scienze biologiche. Attualmente si occupa di restauro e decorazione. Accanita lettrice da sempre, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2008, con Giraldi editore. Riedito a luglio di quest’anno con il titolo di “Uomini, attacchi di panico e altre disgrazie”. È inoltre autrice di una climate-fiction di fantascienza dal titolo “Nel futuro che ci attende”.
Estratto:
«E sarebbe questo il centro benessere?» chiesi, guardandomi attorno.
Il locale, poco più grande della mia stanza, era rivestito di vecchie piastrelle azzurre a fiorellini, che lo facevano assomigliare più a un bagno degli anni ‘80 che a una spa. L’illuminazione era data da una tristissima applique appesa alla parete, e sulla destra, a fianco della porta d’ingresso, una panca nascosta da un paravento e alcuni ganci attaccati al muro avevano la funzione di spogliatoio.
Nella parete alla mia sinistra notai una vecchia vasca idromassaggio, graffiata e arrugginita, mentre di fronte a me stava la fantomatica sauna.
«Tutto qui?» indicai la piccola struttura in legno. Era poco più grande di una doccia, con la porta in vetro e una panca all’interno. Ci si stava a malapena in due.
Marcello sbuffò. «Non fare la snob. Dai, togliti l’accappatoio che entriamo.»
Si spogliò sotto il mio sguardo allibito e rimase completamente nudo. Poi afferrò un asciugamano bianco dalla pila sul tavolo accanto, e se lo mise attorno ai fianchi.
Io lo fissavo a bocca aperta.
«Ti muovi?» mi chiese, scuotendomi dal mio stupore. «Io intanto entro.»
«Girati» ordinai. «Non voglio che tu mi veda nuda. Non sono così disinibita… al contrario di te.»
«Quante storie…» ubbidì, sollevando gli occhi al cielo.
Senza troppa convinzione mi sfilai l’accappatoio, poi mi avvolsi con un asciugamano che era poco più grande di un fazzoletto. Se lo tiravo giù mi scopriva le tette, se lo tiravo su mi lasciava con le chiappe all’aria. Sospirai e decisi per una via di mezzo.
«Grazie per avermi lasciato l’asciugamano più piccolo…» mugugnai, entrando con lui.
Chiusi la porta e mi sedetti, cercando di muovermi il meno possibile per non scoprire le mie nudità. Faceva un caldo terribile.
«Ma è normale tutto queto caldo? Sto già sudando…» mi feci aria con la mano.
«È una sauna. È questo che si fa nelle saune: si suda» mi rispose in tono paternalistico.
Poi versò un mestolo d’acqua in un piatto che conteneva alcune pietre roventi. Immediatamente si sprigionò una nuvola di vapore.
«Va un po’ meglio?» mi chiese.
«No. Adesso è un caldo umido. Mancano solo le zanzare e poi sembra una tipica estate della Val Padana.»
«Uffa, ma quanto ti lamenti! Non te ne va bene una. Dai, cerca di rilassarti. Non hai idea di quanto bene faccia ai pori della pelle…»
Cercai di rilassarmi e mi appoggiai con la schiena contro la parete. L’asciugamano si stirò e mi scoprì le parti intime. Con uno scatto lo tirai verso il basso, e lui si sciolse, scoprendomi completamente il seno.
Marcello strabuzzò gli occhi, e io gli lanciai un’occhiataccia, mentre cercavo disperatamente di riallacciarmi quel maledetto straccio attorno al corpo.
Finalmente riuscii a rimettermi in sesto. Mi appoggiai lentamente all’indietro, e rimasi perfettamente immobile per un intero minuto.
«Ok, sono rilassata e i miei pori sono più purificati che mai. Adesso possiamo andare?»
«Ma se siamo appena entrati! Aspetta qualche altro minuto, poi, se vuoi, facciamo l’idromassaggio assieme» propose Marcello, che in quella scatola infernale sembrava molto più a suo agio di me.
«Non ci penso minimamente. Solo a guardarlo, quel rudere, c’è da prendersi il tetano… Vabbè, io esco, tu fai come vuoi.»
Feci per alzarmi ma mi venne un capogiro, così mi risedetti all’istante.
«Credo di stare per svenire…»
Lui si tirò su, preoccupato. «Davvero o mi prendi per il culo?»
«No no, davvero. Credo di avere un calo di pressione…» e iniziai a vedere tanti puntini luminosi davanti a me.
Un attimo prima che scivolassi a terra, mi afferrò, mi prese in braccio e mi portò fuori dalla sauna. Nel frattempo il mio asciugamano si era aperto di nuovo ed era scivolato sul pavimento.
Il locale, poco più grande della mia stanza, era rivestito di vecchie piastrelle azzurre a fiorellini, che lo facevano assomigliare più a un bagno degli anni ‘80 che a una spa. L’illuminazione era data da una tristissima applique appesa alla parete, e sulla destra, a fianco della porta d’ingresso, una panca nascosta da un paravento e alcuni ganci attaccati al muro avevano la funzione di spogliatoio.
Nella parete alla mia sinistra notai una vecchia vasca idromassaggio, graffiata e arrugginita, mentre di fronte a me stava la fantomatica sauna.
«Tutto qui?» indicai la piccola struttura in legno. Era poco più grande di una doccia, con la porta in vetro e una panca all’interno. Ci si stava a malapena in due.
Marcello sbuffò. «Non fare la snob. Dai, togliti l’accappatoio che entriamo.»
Si spogliò sotto il mio sguardo allibito e rimase completamente nudo. Poi afferrò un asciugamano bianco dalla pila sul tavolo accanto, e se lo mise attorno ai fianchi.
Io lo fissavo a bocca aperta.
«Ti muovi?» mi chiese, scuotendomi dal mio stupore. «Io intanto entro.»
«Girati» ordinai. «Non voglio che tu mi veda nuda. Non sono così disinibita… al contrario di te.»
«Quante storie…» ubbidì, sollevando gli occhi al cielo.
Senza troppa convinzione mi sfilai l’accappatoio, poi mi avvolsi con un asciugamano che era poco più grande di un fazzoletto. Se lo tiravo giù mi scopriva le tette, se lo tiravo su mi lasciava con le chiappe all’aria. Sospirai e decisi per una via di mezzo.
«Grazie per avermi lasciato l’asciugamano più piccolo…» mugugnai, entrando con lui.
Chiusi la porta e mi sedetti, cercando di muovermi il meno possibile per non scoprire le mie nudità. Faceva un caldo terribile.
«Ma è normale tutto queto caldo? Sto già sudando…» mi feci aria con la mano.
«È una sauna. È questo che si fa nelle saune: si suda» mi rispose in tono paternalistico.
Poi versò un mestolo d’acqua in un piatto che conteneva alcune pietre roventi. Immediatamente si sprigionò una nuvola di vapore.
«Va un po’ meglio?» mi chiese.
«No. Adesso è un caldo umido. Mancano solo le zanzare e poi sembra una tipica estate della Val Padana.»
«Uffa, ma quanto ti lamenti! Non te ne va bene una. Dai, cerca di rilassarti. Non hai idea di quanto bene faccia ai pori della pelle…»
Cercai di rilassarmi e mi appoggiai con la schiena contro la parete. L’asciugamano si stirò e mi scoprì le parti intime. Con uno scatto lo tirai verso il basso, e lui si sciolse, scoprendomi completamente il seno.
Marcello strabuzzò gli occhi, e io gli lanciai un’occhiataccia, mentre cercavo disperatamente di riallacciarmi quel maledetto straccio attorno al corpo.
Finalmente riuscii a rimettermi in sesto. Mi appoggiai lentamente all’indietro, e rimasi perfettamente immobile per un intero minuto.
«Ok, sono rilassata e i miei pori sono più purificati che mai. Adesso possiamo andare?»
«Ma se siamo appena entrati! Aspetta qualche altro minuto, poi, se vuoi, facciamo l’idromassaggio assieme» propose Marcello, che in quella scatola infernale sembrava molto più a suo agio di me.
«Non ci penso minimamente. Solo a guardarlo, quel rudere, c’è da prendersi il tetano… Vabbè, io esco, tu fai come vuoi.»
Feci per alzarmi ma mi venne un capogiro, così mi risedetti all’istante.
«Credo di stare per svenire…»
Lui si tirò su, preoccupato. «Davvero o mi prendi per il culo?»
«No no, davvero. Credo di avere un calo di pressione…» e iniziai a vedere tanti puntini luminosi davanti a me.
Un attimo prima che scivolassi a terra, mi afferrò, mi prese in braccio e mi portò fuori dalla sauna. Nel frattempo il mio asciugamano si era aperto di nuovo ed era scivolato sul pavimento.
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