Sognatori, sveliamo oggi la Cover del volume unico della serie Undressed di Moloko Blaze. Vediamo insieme tutti i dettagli.
Titolo: The Undressed Series
Autore: Moloko Blaze
N. Pagine: 366
Genere: Erotic Romance
Prezzo: ebook 2,99; cartaceo 14,99
Cover di Catnip Design
Data di uscita: 3 dicembre
Trama
«Perché mi fai questo?» domandai con la gola stretta. Spuntò una lacrima, che cancellai immediatamente. Non potevo cascarci di nuovo.
«E tu perché lo stai facendo a me? Pensi che non abbia un cuore? Pensi che non si sia spezzato quando ho visto la mia casa vuota?» sibilò con risentimento, strattonandomi appena. Anche i suoi occhi parvero lucidi. Aveva smesso di giocare. Aveva abbandonato ogni sarcasmo. Ora era tutto cuore, tutto stomaco.
«Lasciami!»
«Perché dovrei farlo? Tu vuoi essere presa. Tu vuoi essere trovata. Tu vuoi essere vista, raggiunta, plasmata. Da me, dal tuo creatore.»
(da
Undefined)
Attraverso
le barocche contraddizioni della peccaminosa New Orleans, i paesaggi rurali della
Louisiana, le acque più torbide del Mississippi, la serie Undressed racconta le avventure erotiche della
giovanissima e sprovveduta Charlotte e dei due irriverenti artisti che la
dipingono: James La Salle, suo capo e padrone, e Robin Delacroix, il loro
sensuale amante dalla pelle scura.
-ATTENZIONE-
Questa novella contiene scene di sesso
esplicite. Se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole.
BIOGRAFIA
Moloko Blaze vive con il suo compagno in un luogo ai confini del sogno. Divide il suo mondo di fantasia in due anime: il contemporary romance, che scrive da sette anni con un altro pseudonimo, e l’erotico, che sperimenta da meno tempo ma che le permette di attraversare zone più in ombra, dove il sole arriva raramente.
La sua produzione erotica è composta dalle novelle “Undressed”, “Untold” e “Undefined”, raccolte nel volume “The Undressed Series”. La prossima pubblicazione s’intitolerà “Playing Time”, un erotic romance ambientato nel mondo dell’off Broadway di New York. Ama la sua privacy e la difende con ogni mezzo.
Estratti da Undressed
James mi osservò con orgoglio, un sorriso sinistro affiorò sulle sue labbra. «Avevi ragione, Robin, la ragazzina impara in fretta.»
Entrambi si alzarono, ergendosi sopra il mio corpo inanimato sul tappeto. Mi osservavano dall’alto come se fossi una strana creatura e stessero cercando di interpretare la mia espressione. Ero spaventata, certo, ma mi sentivo bene. Li desideravo, come non avevo desiderato niente nella mia vita.
Appartenevano a me, erano miei.
Li osservavo mentre, con una lentezza estenuante, si toglievano i vestiti, uno strato dopo l’altro. Fino a che non rimase nulla, solo le tonalità desertiche della pelle di James e quelle notturne della pelle di Robin. La Salle si sedette nuovamente sulla poltrona, un regista silenzioso che muoveva i suoi attori come se fossero estensioni di sé. Mi sbagliavo: noi appartenevamo solo a lui e a nessun altro. Era lui il nostro unico padrone, colui che ci plasmava a proprio piacimento.
Robin guardò me e poi James, prima di gattonare lentamente, una pantera che si muoveva sinuosa verso il nostro signore seduto sul suo trono.
Era così che volevo considerarmi: la donna di James La Salle, come lui aveva previsto quando aveva dipinto le mie forme e la mia anima su quelle tele. Il sorriso che era appena fiorito sul mio volto in lacrime però non aveva nulla a che fare con il mio corpo, un paio di braccia e un paio di gambe ormai senza consistenza, imprigionate da quelle del mio padrone, la gabbia in cui potevo sentirmi finalmente a casa.
Estratti da Untold
Era stato bello sanguinare per amore.
Perché sì, avevo sanguinato nella mia vita, ma mai per amore.
Non sapevo nemmeno cosa fosse l’amore, non lo sapevo nemmeno adesso ma almeno ero cosciente del fatto di volerlo scoprire. Non avevo mai provato nulla del genere prima di conoscere lui e ne ero stata travolta. Troppo spaventata, troppo inesperta, troppo incosciente, troppo immatura per gestire una cosa simile. Era semplicemente troppo per me, che non avevo mai avuto nulla se non me stessa.
Così ero fuggita via di nascosto da casa La Salle, la casa che mi aveva accolta per i cinque mesi in cui avevo cominciato a scoprire chi fossi. Una ninfa senza forme né femminilità, che rifuggiva le mani minacciose di uomini e donne senza faccia. Era così che lui mi aveva dipinta. E aveva avuto dannatamente ragione.
«Ho tentato di scindere le due cose, l’arte e il mio desiderio per te, come faccio con le altre modelle e gli altri modelli. È così che li tratto, come manichini. Ma con te è stato orribile. Non voglio essere solo il pittore con te, non voglio essere solo l’artista. Voglio essere un uomo.»
Estratti da Undefined
Accompagnò il bicchiere alla mia bocca, schiusa e assetata. Assaporai da lui il gusto tiepido del bourbon, la nota fruttata che improvvisamente diventava piccante in modo quasi fastidioso. Doloroso. Come era lui. Non mi fece finire, conservò un po’ di quel liquido compatto all’interno del bicchiere e vi inzuppò il pollice. Con una naturalezza surreale accarezzò le mie labbra dipingendole con quella patina dolciastra, bollente e gelata allo stesso tempo.
Le mie ciglia sfarfallarono ad accogliere lo stordimento che stavo provando. Distolsi la bocca, scostandomi. Non volevo più essere una vittima dei suoi giochetti, non potevo più continuare a vivere in trance, soggiogata dalle sue arti magiche. Dovevo svegliarmi da quel maledetto incantesimo. Afferrai il suo polso e lo fermai.
«Non siamo qui per giocare, James.»
Percepivo la disperazione attraverso il suo movimento così insistente, così invadente. Una disperazione che faceva eco alla mia, perché anch’io volevo dimenticare James, attraverso di lui. Almeno per una notte. Solo che non sapevo come fare, non ero capace di misurarmi con lui. Con lui da solo.
Io e Robin eravamo due onde che, dopo essersi scontrate sugli scogli, fuggivano di nuovo verso l’orizzonte, nell’inutile tentativo di ignorare la forza abissale che le riportava inesorabilmente indietro.
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