Sognatori, la nostra Meg ci parla oggi dell'ultimo romanzo di Fabiola D'Amico, Il barone e la bisbetica domata, terzo volume della Saga dei lestofanti. Scopriamo insieme dettagli e opinione.
Trama
Londra 1818
Cos'è accaduto a Massimo e Ginevra mentre Gawain e Melissa superavano le proprie difficoltà?
Massimo Ripoli è un noto libertino, è passato da un letto a un altro, facendo del sesso un mestiere, purtroppo, per tutti arriva il momento in cui bisogna appendere il chiodo al muro e mettersi la testa a posto. La decisione è pungolata dalla notizia che la compagnia delle orchidee, nota casa di piacere, di cui è proprietario, finisce in fiamme. Per uno come lui, l'unico modo per ottenere una forma di sostentamento è sposarsi, e ancor più facile conquistare una zitella bella ma dal carattere burbero, la figlia del duca di Worth. Peccato che Ginevra sia di tutt'altro avviso e disdegni ogni facile compromesso, cadendo, però, in una scommessa pericolosa dove è il suo cuore a rischiare tutto, perché dopo tutto Massimo è un vero seduttore.
Quando tutto sembra volgere a favore di entrambi un evento metterà in pericolo la felicità appena conquistata.
Ma quanta verità c'è in quel che vediamo?
Cos'è accaduto a Massimo e Ginevra mentre Gawain e Melissa superavano le proprie difficoltà?
Massimo Ripoli è un noto libertino, è passato da un letto a un altro, facendo del sesso un mestiere, purtroppo, per tutti arriva il momento in cui bisogna appendere il chiodo al muro e mettersi la testa a posto. La decisione è pungolata dalla notizia che la compagnia delle orchidee, nota casa di piacere, di cui è proprietario, finisce in fiamme. Per uno come lui, l'unico modo per ottenere una forma di sostentamento è sposarsi, e ancor più facile conquistare una zitella bella ma dal carattere burbero, la figlia del duca di Worth. Peccato che Ginevra sia di tutt'altro avviso e disdegni ogni facile compromesso, cadendo, però, in una scommessa pericolosa dove è il suo cuore a rischiare tutto, perché dopo tutto Massimo è un vero seduttore.
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Il parere di Meg (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)
Premetto che sono una lettrice ed ammiratrice di Fabiola D’amico da tempo, ma questa sua serie historical mi mancava.
Questo terzo volume, in realtà, si inserisce quasi in cross-over sulla storia di altri due protagonisti, e può essere letto come romanzo a sé.
Massimo e Ginevra sono sicuramente due opposti da tutti i punti di vista ma nello sviluppo della vicenda riescono a lasciare un’impronta. Lei, ormai convinta di restare zitella per non essere sposata per la dote, è però attratta dalla oscura sensualità di lui. Il loro coinvolgimento è solo passionale all’inizio; anzi Massimo ci risulta odioso perché dai suoi monologhi interiori è solo interessato ai soldi.
Ma poi la storia si muove sia geograficamente, da Londra a Parigi, sia tra i due protagonisti, rendendo la vicenda più interessante.
urtroppo la narrazione in alcuni passaggi è troppo frettolosa, manca di quelle specificità tipiche della D’Amico, e questo mi ha delusa.
Anche le descrizioni, in alcuni passi, sono troppo affrettate: gli historical romance sono romanzi che hanno tutta una loro caratterizzazione e struttura, forse non proprio nelle corde di questa brava autrice.
Nonostante Massimo mi ricordi tantissimo Erik (un altro indimenticabile protagonista della D’Amico) per il suo percorso di vita, non è riuscito però a suscitarmi le stesse emozioni o lo stesso sorriso.
Anche Ginevra non mi ha colpito, troppo stereotipata nel ruolo della zitella acida in certi passaggi, troppo in fissa solo con le dimensioni dei genitali di Massimo.
“«Il vostro coso, barone, che dimensioni ha? Somiglia più a una carota o a un cetriolo gigante?» Le domande lo colsero così tanto di sorpresa che, come una balena, spruzzò il sorso di caffè dalla bocca. Per fortuna ebbe l’istinto di voltarsi verso il pavimento. Si pulì con il tovagliolo e la guardò scioccato. «Ve l’ho detto barone, sono molto curiosa. Mia sorella sostiene che quel coso cambi forma e volume ed Helena dice che non tutti hanno le stesse dimensioni. Da parte mia ho visto solo quelli delle statue di marmo e credo di essere stata tratta in inganno.» Era la più assurda conversazione che avesse mai avuto in tema sessuale, ma lei sembrava sinceramente vogliosa di imparare e forse anche quello sarebbe andato a suo vantaggio.”
Il colpo di scena finale è però davvero indovinato e salva una conclusione all’apparenza scontata.
Insomma, se volete approcciarvi agli historical romance sicuramente questo è il romanzo che fa per voi, leggero e senza particolari complessità: ma se cercate un’ombra della Kleypas, della Maclean o della Laurens resterete delusi.
Valutazione: Tre stelle, ma sono assolutamente fiduciosa, vista la bravura della D’Amico, che senz’altro i prossimi volumi saranno migliori.
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