lunedì 6 luglio 2020

Recensione: Una mummia nell'armadio di H. Joking

Sognatori, la nostra Mariarosaria ci parla oggi del romanzo di H. Joking, Una mummia nell'armadio, edito Triskell Edizioni. Scopriamo insieme i dettagli e la sua opinione.




Trama: 

Ah, l’antico Egitto, le piramidi, la sfinge… i misteri dei faraoni.
La storia mi ha sempre affascinata, lo ammetto, ma mai avrei pensato che un giorno mi sarei portata a casa… una mummia!
No, non l’ho trafugata dal suo sarcofago per i suoi tesori. Per chi mi avete presa?
In realtà è molto peggio di così.
Mi credereste se vi dicessi che la mummia è viva? Lo so, io stessa mi prenderei per pazza. Io, che da sempre ho un’indole positivista. “Provare per credere”.
Eh sì, solo che non potevo non crederci visto che Reshef ha ripreso vita davanti ai miei occhi, mandando a farsi friggere tutte le mie certezze. E la mia tranquillità.
Già. Avete mai provato a vivere con un faraone? Non è sempre la personcina più docile del pianeta. Soprattutto quando si mette in testa qualcosa. Tipo di recuperare i suoi vasi canopi, cosa che gli permetterà di riprendere sembianza umane… O di scoprire chi lo ha ucciso.
Beh, risolvere un mistero di 3000 anni fa, certo, che ci vuole?

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Il parere di Mariarosaria (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

Una mummia nell’armadio è un libro che mi ha sorpresa. All’inizio ho impiegato un po' a entrare in sintonia con la storia, non perché non sia ben scritta ma perché pareva troppo lenta. Dopo qualche capitolo, tuttavia, mi sono ricreduta e il romanzo parte alla grande. Ho apprezzato l’evoluzione della trama e gli approfondimenti sull’antico Egitto che l’autrice ha senz’altro dovuto effettuare per rendere ogni situazione e spiegazione attendibile, mi sono piaciuti tutti i personaggi, anche quelli secondari, e lo scontro di ognuno con la realtà del giorno d’oggi, inoltre ho amato l’intreccio del romance con il fantasy e il modo in cui è stato sviluppato.

Anche se alcune figure potevano essere tratteggiate in modo un po' più approfondito ho trovato ognuna coerente, a tratti simpatica, e ho amato Reshef e la sua evoluzione che, avanzando con la storia, è evidente. All’inizio, difatti, si presenta come dispotico ed egocentrico, abituato a dare ordini e concentrato solo su se stesso proprio come ci si aspetterebbe da un faraone, ma andando avanti il ragazzo rivela una sensibilità che stupisce e il legame che crea con la protagonista colpisce fino a diventare tenero, anche se non perde mai la propria fermezza caratteriale e resta saldo negli obiettivi che si è prefissato sin dal suo risveglio.

Dafne è intelligente, sveglia, pronta ad affrontare le molteplici situazioni assurde che le si parano davanti e a lottare per capire cosa si celi dietro fatti avvenuti tremila anni prima. L’intreccio in cui si trova coinvolta viene dipanato man mano, in modo semplice, per cui la storia è adatta non solo a un pubblico adulto in cerca di qualche ora di svago ma anche a ragazzi giovani e appassionati di avventura. È un libro che consiglio e uno dei pochi per i quali avrei voluto un finale più lungo. Non che non si intuisca ciò che succede ai protagonisti, perché la conclusione è chiara, ma perché dopo le tante vicissitudini di Reshef e Dafne avrei voluto assistere alla loro storia d’amore ancora per qualche pagina e perdermi in essa un po' più a lungo.


Valutazione: 4 stelle!

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