Eccoci tornati con le recensioni ai drama. Pronti?
Trama
Cha Do-Hyun è incapace di ricordare gli avvenimenti del suo settimo anno di vita a causa di un trauma collegato all'incendio che fece entrare in coma suo padre e che, superata la pubertà, gli ha causato un disturbo dissociativo dell’identità. Gli unici a conoscenza della sua malattia sono il suo segretario e il dottor Seok Ho-Pil, suo medico curante durante la sua permanenza negli Stati Uniti. Ormai ventottenne, Do-Hyun viene richiamato in Corea da sua nonna affinché inizi a lavorare nell'azienda di famiglia. Dovendo celare le sue condizioni ai parenti che ambiscono alla presidenza della compagnia al posto suo, Do-Hyun assume Oh Ri-Jin, studentessa di psichiatria al primo anno e pupilla del dottor Seok, affinché lo curi in segreto e tenga a bada le sue personalità alternative prima che queste prendano il sopravvento. Do-Hyun e Ri-Jin si innamorano pian piano, e contemporaneamente cominciano a recuperare i ricordi perduti da entrambi, dietro i quali si cela apparentemente un'infanzia condivisa e il segreto che la famiglia di Do-Hyun nasconde da vent'anni.
Genere: Romantico
Recensione
Kill Me, Heal Me è un titolo che, se vogliamo, racchiude il senso dell’intera storia. Si tratta di poche parole, ben precise e quanto mai azzeccate, per descrivere una trama semplice e allo stesso tempo complessa che, tuttavia, si segue senza problemi perché si svolge in maniera lineare e senza troppi intrighi includendo, nel suo sviluppo, pochi personaggi essenziali. Può esistere una persona afflitta da disturbo dissociativo della personalità? O meglio, può essere che in una sola persona dimorino sette differenti identità? In Kill Me, Heal Me è proprio questo che affligge Cha Do-Hyun, ventottenne destinato a guidare l’azienda di famiglia, con un passato oscuro che egli stesso non ricorda, ma che l’ha ferito e ha frammentato la sua coscienza in sette differenti individui, soggetti che emergono per accogliere il suo dolore, i suoi diversi stati d’animo, e gli sconvolgono al contempo la vita.
Questo è il punto di forza e di debolezza del drama, a mio parere, perché se da un lato abbiamo un poliedrico Ji- Sung, un camaleonte capace di calarsi tanto nei panni della quindicenne maliziosa che in quelli di un quarantenne che costruisce bombe e, allo stesso modo, in quelli di un diciassettenne intelligente dagli istinti suicidi e di un ragazzo violento e irascibile, dall’altra sussistono queste molteplici personalità che, a mio parere, sono eccessive per essere scatenate da uno shock che sì, non è da sottovalutare, ma neanche tale da traumatizzare una persona in quel modo. Va bene il senso di colpa, la paura, il tormento interiore, ma da qui a perdere se stessi fino a dividersi in sette mi sembra esagerato.
Ho adorato il protagonista, ho amato il sempre bravissimo Park Seo-Joon, anche se in questa storia gli è stato assegnato un ruolo minore, e adorato le scene che li vedono assieme. Alcune sono state davvero esilaranti, devo ammetterlo, e penso che per quanto si siano divertiti nel recitarle non sia stato semplice alternare ruoli seri e drammatici a istanti di totale ilarità ed eccesso. Guardate le scene tra Oh Ri-On e Ahn Yo-Na e mi farete sapere cosa ne pensate. Rido ancora al pensiero del povero Parkuccio tra le grinfie della quindicenne Yo-Na in preda a una tempesta ormonale.
Ciò che non mi ha convinto appieno, oltre quanto già detto, è anche la protagonista femminile. Oh Ri-Jin, interpretata da Hwang Jung-Eum, è disordinata, irascibile, e l’ho trovata in molte scene eccessiva e infantile. Non dimostra l’età che ha e quei fiocchetti che spesso usa per sistemare i capelli mi hanno fatto rabbrividire in più di un’occasione. L’interpretazione e la scelta del look da ragazzina, a mio parere, si scontra con il ruolo da psicologa, ma a parte questo devo dire che il drama è ben costruito e, seppur lento in alcuni punti, è sicuramente da vedere e apprezzare fino alla fine.
Voto: 7 – Qualche pecca
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