Aleyn, colta da un’improvvisa disperazione e da un dolore costante che le pulsa nel petto, farà il primo, madornale, errore della sua vita: invocare il Diavolo in persona per supplicare il suo aiuto. Samael entrerà così nella sua vita, un passo felpato dopo l’altro, fino a scoprire chi ha lanciato la maledizione di morte certa che aleggia sulla testa della sua dannata per tutto il romanzo.
Sabrina Pennacchio torna con un fantasy che, non solo ci porterà nella vita della protagonista, tra amore, perdite e fatali attrazioni, ma ci farà immergere in quella lotta tra il Bene e il Male che Samael e i suoi fratelli stanno combattendo dall’Alba dei Tempi: qual è la sottile linea che divide davvero giusto e sbagliato?
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Il parere di Sonia Gi (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)
Carissimi Sognatori, amando tantissimo i Fantasy che racchiudono al loro interno Angeli, Demoni e Streghe leggere la trama di questo libro ha acceso subito la curiosità in me per cui l’ho iniziato con aspettative altissime che subito fin dalle prime pagine hanno trovato un ottimo riscontro.
La storia si apre in una città che è una vera chicca: Benevento, nota per le sue leggende su streghe e stregonerie, con la nostra disperata protagonista e un rituale il quale evoca niente meno che il Diavolo in persona in tutta la sua maestosità. Veramente un inizio da 10 e lode.
Girando le pagine, però, tutto si fa un po’ più confuso, in alcuni passaggi la costruzione delle frasi è un po’ contorta, non facilitando la lettura. C’è qualche errore di ortografia e la storia si “siede” arenandosi sulla descrizione della vita di tutti i giorni della protagonista, nella quale è entrato a far parte anche il diavolo (per assolvere al suo patto per poi cibarsi dell’anima di colei che l’ha evocato) che a questo punto trovo perda molto del suo fascino togliendo entusiasmo alla storia. Verso la fine ho però capito che questa è stata una scelta voluta dall’autrice, infatti lui stesso pronuncia queste parole:
“… anche se una parte di lui scioccamente stava fremendo di rabbia al sol pensiero di arrivare a tanto:
possibile che in quella storia fosse stato tanto inutile?
Si era rammollito,
nei secoli di vita,
oppure era solo lei il problema?”
Le ambientazioni sono ben caratterizzate, ho già menzionato Benevento, poi c’è Londra con il suo fascino e i suoi misteri.
L’antagonista e la sua storia mi sono piaciuti moltissimo, avrei però voluto sapere molto, molto di più sulla sua storia, sulla maledizione, sulla sua famiglia, su tutto insomma.
Il finale non è scontato e questo è un valore aggiunto non da poco visto che quando uno si aspetta il classico Happy End scatta il guizzo di fantasia che chiude la storia in maniera insolita ed egregia.
Voglio ricordare quanto viene sottolineato già dall’autrice e cioè che questo è un racconto in cui volutamente non si sono approfonditi i personaggi Biblici per cui in alcuni punti si può provare un senso di incompletezza. Dal mio punto di vista, quando vengono utilizzati dei personaggi di questo calibro sarebbe doveroso approfondire almeno un po’ però questa è la scelta narrativa e la rispetto.
Per la storia, lo stile e le dimensioni consiglio questo libro a un target di lettori molto giovane.
Valutazione: 3 stelle.
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