Un guerriero. Un giocatore di basket. Lo chiamano Gladiatore. Kenan Ross è piombato nella mia vita con il suo profumo meraviglioso, la sua bellezza straordinaria, e mi ha tolto il fiato dal primo momento. È l’ultima cosa di cui ho bisogno. Sto lavorando su me stessa. Sto affrontando il mio dolore e sto vincendo i miei demoni. Mi sono fidata di un uomo in passato e ho visto come va a finire. Non. Ho. Tempo. Per. Questo. Ma continua a cercarmi. Continua ad abbattere le mie difese e a disinnescare le mie scuse una per una. Non si arrende mai e ora… non sono sicura di volere che si arrenda.
Ed eccoci alla conclusione della Shot series, con un libro che chi ha letto di August e di Jared non può che aver atteso con ansia. Premetto che si tratta di una storia autoconclusiva che si può leggere anche senza aver letto i volumi precedenti, con i quali vi sono solamente dei personaggi in comune.
I protagonisti di questa storia sono Lotus e Kenan, due anime complesse, che hanno molto in comune. Ancora una volta Kennedy Ryan ci proietta, infatti, in una vicenda dolceamara fatta di dolore e sofferenza, di riscatto, di rivincita. Kenan è reduce da un divorzio difficile, da una ex moglie che sembra determinata a rendergli la vita un inferno, cosa che succederà nel corso della storia. Lotus non solo è più piccola di lui, ma sta portando avanti una battaglia silenziosa e durissima contro un fantasma che credeva sepolto, ma che è tornato a perseguitarla. Lei sa che Kenan ha un effetto unico e devastante sul suo cuore, sa che potrebbe essere la sua via di fuga, la sua ancora di salvezza. Eppure, prigioniera com'è dei suoi demoni, non può che temere di affondare insieme a lui.
Il romanzo porta avanti parallelamente le vicende personali dei due personaggi principali, facendole culminare nel loro incontro, dove tutto assume senso, dove finalmente possiamo tirare un sospiro di sollievo. Noi e loro.
Quella di Lotus e Kenan è una storia straordinaria, cari lettori. È un groviglio di paure e dolori che ci attorcigliano lo stomaco. Entrambi i personaggi, infatti, sono costruiti alla perfezione e ci vengono fatti conoscere attraverso un viaggio introspettivo che ci conduce nella parte più profonda della loro interiorità. La Ryan ci porta nel loro passato e nel loro presente, ci proietta le loro inquietudini, dando un senso a ogni azione, a ogni pensiero, a ogni sentimento che muovono Lotus e Kenan. Andiamo dalla più "bassa" e banale gelosia al dolore terribile che un trauma può scavare, fino a perforare mente e cuore.
Questo significa saper costruire dei buoni personaggi: farli conoscere al lettore come se fossero vecchi amici, farci sapere tutto di loro al punto di poter quasi prevedere le loro reazioni.
Anche questa volta ci troviamo a leggere di tematiche difficili: l'abuso subito dalla protagonista, di cui già si intuisce nei romanzi precedenti, viene qui sviscerato in tutta la sua drammaticità. Ci viene raccontata una storia cruda e crudele, senza filtri, in grado di arrivare come un pugno nello stomaco. È per questo, forse, che l'amore tra Kenan e Lotus si percepisce ancora di più come un balsamo curativo. Non è solo la dolcezza di questo omone di due metri, non è il suo modo di fare che non può non farci innamorare, è il rispetto, la venerazione, l'attenzione colma d'amore verso la sua donna che rendono il romanzo una delle storie d'amore più belle che io abbia letto negli ultimi mesi.
E poi c'è l'ombra della morte, una presenza quasi costante, che ci inquieta e ci rafforza. La Ryan ci presenta con Lotus un personaggio quasi mistico, dalla fede tanto profonda quanto anticonvenzionale. Il suo credere così saldamente la rende forte e fragile allo stesso tempo.
Preparatevi a colpi di scena inaspettati e dolorosi, a rimanere sospesi su un filo sottile che non vi permetterà di abbandonare la lettura prima dell'ultima parola.
Lo stile è quello di sempre, scorrevole, fluido, con un ritmo incalzante. La storia, però, questa volta ha qualcosa di più. Troviamo anche in questo capitolo numerose scene di intimità che conferiscono alla storia una sfumatura passionale e che costituiscono ormai l'impronta indelebile di Kennedy Ryan. Troviamo di nuovo i punti di vista alternati che l'autrice sa rendere molto bene, cambiando registro e stile a seconda del personaggio che sta narrando. Non è scontato, eppure Lotus e Kenan parlerebbero davvero così se li incontrassimo.
Ci sono, dunque, delle conferme, ma anche delle novità. Posso dirvi che è il romanzo dell'autrice che ho amato di più in assoluto e, finalmente, riesco a dare una valutazione piena a un libro che dovete leggere assolutamente.
Valutazione: cinque stelle
Nessun commento:
Posta un commento