Lui odia lei... che a sua volta odia lui…
Ma se all'improvviso il nemico diventasse l'unica salvezza?
La vita di Vittoria viene resa impossibile dalla sua famiglia invadente e da una sfilza di bugie.
La sua unica via di scampo ha il nome di un uomo, Josh Harper, con cui deve convolare presto a nozze...
Peccato che questo uomo nella vita di Vittoria non esiste e lei ha meno di una settimana per procacciarsi un presunto fidanzato da spacciare alla sua famiglia.
E se alla fine l’unica àncora di salvataggio fosse racchiusa nel suo odiato sottoposto?
Riusciranno a superare l’odio e a fingere di amarsi? E se a complicare la situazione comparisse qualche ex di troppo e una famiglia italiana casinista e rumorosa?
Soprattutto: può l'odio essere il nascondiglio dell'amore?
Buongiorno, lettori. Oggi partecipo con piacere al review tour del primo romanzo della serie scritta a quattro mani da Fabiana Andreozzi e Sara Pratesi, che ringrazio per la possibilità. Come ti spaccio il fidanzato è un romance dai tratti comici, ironici… oltre che, ovviamente, romantici.
Volete sapere in breve di cosa parla? Alla base abbiamo uno schema già visto, ma si sa, a noi i clichè piacciono sempre. Così la storia di Vittoria che deve trovarsi un finto fidanzato per convincere la sua famiglia che sta finalmente pensando a costruirsi una vita sentimentale ci appare fin da subito interessante e promettente. Chi sarà mai il candidato attore perfetto per il ruolo? Dylan, collega di Vittoria e fratello della sua migliore amica. Sarà difficile convincerlo ad andare in Italia con lei, anche perché Vittoria non lo sopporta, ma quando si rende conto di non avere alternative accetta questa strada propostale dalla sua amica di sempre. Il fatto è che la finzione tra Vittoria e Dylan sembra troppo reale per essere solo finzione e le cose peggiorano quando ci si mettono i rispettivi ex: Tommaso, un ragazzo italiano che Vittoria ha lasciato su due piedi prima di partire per gli Stati Uniti e Margareth, una modella bellissima che ha avuto una storia importante con il nostro protagonista maschile. La gelosia sale alle stelle e Vittoria e Dylan non fanno che ferirsi a vicenda, quando noi lettori capiamo immediatamente che dietro le barriere che entrambi hanno costruito c'è un sentimento molto forte.
Insomma, ci sono i presupposti per creare una buona commedia romantica, perché, diciamocelo, questo schema della finzione che diventa realtà funziona sempre molto bene. Eppure, il romanzo non mi ha convinta fino in fondo…
Partiamo con gli aspetti positivi: lo stile è buono, una narrazione in prima persona scorrevole e formalmente corretta che ci fa vedere la storia attraverso gli occhi di Vittoria. Mi è piaciuto molto il contrasto tra l'ambientazione americana e quella italiana, che rappresenta le origini della protagonista. Anche la famiglia della ragazza è un elemento a favore, pur giocando un ruolo ben preciso nella trama. Viaggiamo tra Toscana e Stati Uniti insieme ai protagonisti e il risultato è sicuramente un buon connubio.
Altro aspetto positivo è la chimica che le autrici hanno saputo creare tra i due personaggi principali. Si avverte l'elettricità in ogni loro momento di contatto, per arrivare al picco quando si intravedono delle scene passionali che ci fanno esultare, perché noi tifiamo sempre per l'amore, no? L'amore è l'ingrediente fondamentale e non può che essere così in una commedia di questo genere.
Anche la trama è lineare, ben costruita, funziona in ogni sua parte e i personaggi primari e secondari hanno dei ruoli ben delineati che assumono un senso all'interno della struttura globale. Come dico sempre, il motore di questo genere di romanzi è il contrasto. C'è contrasto qui? Assolutamente sì, ce n'è da vendere! Il meccanismo di amore-odio tra Dylan e Vittoria muove le fila di tutta la vicenda e affonda le sue radici un po' nei sentimenti pregressi, un po' in questioni lavorative.
Quindi, perché non mi ha convinta del tutto questo romanzo? Il problema principale sta, secondo me, nel personaggio di Dylan che non è ben riuscito. Si può facilmente comprendere l'astio, questo odio mascherato, ma se ama Vittoria da sempre come dice, può davvero rivolgerle insulti pesanti e continui come quelli che leggiamo? Le dà in continuazione della donna "facile", per usare un eufemismo, fa insinuazioni su come lei abbia raggiunto la sua posizione lavorativa, le urla contro parole inaccettabili. Non riesco a giustificare questi insulti, né tantomeno il fatto che lei continui a cadere ai suoi piedi. È esagerato e offensivo, pur nell'ambito del contrasto che il romanzo vuole rendere. Tutto ciò rende debole la caratterizzazione di entrambi i personaggi: Vittoria non reagisce (veramente vogliamo farci trattare così da un uomo?), diventa debole. Dylan, invece, perde l'eleganza e il fascino che mi aspettavo da un protagonista maschile in una situazione come quella narrata. Per quanto il background dei protagonisti sia ben costruito, il loro carattere attuale, il loro essere nel presente non funziona fino in fondo.
Altro problema, inoltre, è stato l'inizio un po' troppo lungo e macchinoso. Ho fatto fatica a entrare nella storia, che mi ha coinvolta solo a partire dal 20%. C'è un preambolo a mio avviso non necessario, che fa perdere di vista il focus principale del romanzo.
Ad ogni modo, superato lo scoglio iniziale, è una storia che si legge senza difficoltà e che ha un lieto fine degno di una favola moderna. Ci sono delle scene carine e coinvolgenti, dove non mancano ironia. Peccato, perché le stonature sui personaggi mi impediscono di dare una valutazione totalmente positiva.
Valutazione: tre stelle
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