Luca è avvocato, ma la missione che si è scelto è un’altra. In una grande villa donata da un benefattore a Sirmione, sul lago di Garda, ha dato vita non a un redditizio bed and breakfast di lusso bensì a una casa-famiglia per adolescenti allontanati dalle famiglie: sono ragazzi cui la vita ha tolto quasi tutto, e Luca – insieme alla pirotecnica Piera Mandelli, assistente sociale del Tribunale – vuole aiutarli a trovare il loro posto nel mondo.
E poi c’è Carla, che da dietro la vetrina del suo negozio osserva tutti senza giudicare, che con un tocco di colore restituisce il sorriso alle sue clienti, che appoggia il phon su una pila di libri e ama il suo mestiere proprio perché – come la lettura – le offre la possibilità di ascoltare ogni giorno nuove storie: Carla, la parrucchiera di Sirmione. Sarà proprio lei ad aiutare Caterina, Luca e i ragazzi della casa-famiglia a scoprire ciò che ancora non sanno di sé…
Attingendo come sempre alla vita vera, con tutta la sua concretezza, ancora una volta Virginia Bramati ci regala un romanzo pieno di humour, di umanità e di speranza: perché il cammino di ciascuno è fitto di ombre e di inciampi, ma se guardiamo il mondo con occhi luminosi scopriamo che la felicità è molto più vicina di quanto pensassimo.
Questo è il terzo libro che leggo di Virginia Bramati, e come ogni volta mi tuffo nel suo mondo fatto di gentilezza, di delicatezza, di un linguaggio sempre educato, curato, incisivo e allo stesso tempo impalpabile che tanto le invidio. La capacità di Virginia di riuscire a dire tutto con poco, di creare soluzioni descrittive che a me non verrebbero mai in mente è uno di quei motivi per cui inizio a leggere già sapendo che arriverò alla fine piangendo tutte le mie lacrime mentre vago per casa avvolta nell’accappatoio chiedendomi dove si impari ad essere così. Non si impara, ecco tutto, lo si è e basta. L’eleganza è questo, un talento involontario che ci appartiene per nascita.
Poi c’è la storia.
Un giorno, uno a caso, di punto in bianco, mentre organizza
il suo matrimonio, Caterina viene presa da una momentanea follia e fa domanda
d’insegnamento al nord. Si ritrova con un contratto in mano per un anno in un
posticino di cui non sa assolutamente nulla. Una città collocata da tutt’altra
parte del mondo rispetto alla sua e una famiglia che la guarda un po’ sorpresa,
chiedendosi come abbia potuto abbandonare tutto quello che aveva – famiglia,
amore, stabilità – per ricominciare altrove.
Caterina continua a rassicurare sua madre: è solo un’esperienza di un anno, una
fase passeggera. Tornerà presto, prestissimo, neanche se ne accorgeranno. Ma
intanto lascia Francesco, fa le valigie e va via. E quando arriva in quel
profondo nord così distante, con i suoi pacchi pieni di salumi, formaggi e biscotti,
affronta se stessa. Quella sé che forse non riusciva più a sentire, circondata
com’era da troppe voci, da tanti amici, da persone care che a volte sono un
bozzolo in cui rifugiarsi, ma a volte un filtro dietro al quale sbiadiamo,
dimenticando i nostri contorni.
Ora, cosa succede quando il cuore è libero di battere in qualsiasi direzione? Quando non è più costretto a seguire rotte prestabilite? Che malgrado lo si tenga imbrigliato, va dove vuole.
E si incontra con altre storie, che come la sua procedono a tentoni cercando di non sbagliare.
Come Luca.
Luca è una persona che invece ha già scelto, anche a costo di perdere tutto. E difatti l’ha perso. Ha lasciato un lavoro sicuro, una fidanzata e ora gestisce un centro di accoglienza, affacciandosi nelle vite di ragazzi con passati ingombranti e futuri incerti.
Luca e Caterina si incontreranno proprio per caso, ma da quel momento non si lasceranno più. Anche se la vita li spinge altrove, anche se i programmi di entrami erano altri. E da una scelta fortuita, ecco che il destino cambia colori.
In questo libro ho trovato una vita vera, quella che potrebbe essere di ognuno di noi, ma con più realismo di un rosa, che comunque segue rotte a volte solo verosimili, ma che purtroppo non ci succedono così spesso. Qui invece abbiamo persone normalissime, con problemi altrettanto normali, e ci sembra quasi di sentir parlare il vicino, un’amica che ci racconta cosa le è successo ieri e allora non è più un libro, ma quasi un ricordo. E in quel ricordo è talmente facile riconoscersi che potrebbe davvero essere una storia che capita anche a noi, le noi vere.
Questa è stata la mia sensazione.
E POI PARLIAMO CON ATTENZIONE DI LUCA.
Perché Luca è un detestabile individuo che ci farà soffrire fino all’ultima pagina, ma è davvero tenero e quindi lo perdoniamo. Un pochino. Poco. Pochissimo. Quanto basta per arrivare all’ultima pagina.
Pensiero: carino come tutti i libri di quest’autrice che so che adorate.
Valutazione: cinque cuoricini, cinque stelline, tre segnalibri, un porcellino d’india, otto bacini, sei bon bon al cioccolato e un beagle da strapazzare.
Controindicazioni del romanzo: Passerete il tempo a urlare: E DAI, LUCA. E INSOMMAAAAA.
Frase clou del romanzo: “Ma c’era proprio bisogno di organizzare tutto questo ambaradan per riuscire finalmente a baciarla?”
Frase romanticona: “E in pochi minuti sperimento tutto lo spettro delle emozioni. È così bella, anche con quella espressione smarrita negli occhi, che il primo impulso darebbe quello di abbracciarla”.
Io come al solito vi lascio con un “a presto”
Cecile
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