martedì 23 giugno 2020

Recensione. La metà imperfetta di Cinzia La Commare

Eccoci oggi con la recensione di un romanzo fresco di uscita. Volete sapere cosa ne penso?


Trama

Tutti cercano la metà perfetta, qualcuno di uguale a loro che li completi, la famosa metà della mela. E se fosse la persona più diversa da noi, quella che non si incastra alla perfezione, a essere giusta?

Sunday ha ventisei anni, vive nella periferia di Bristol e ambisce a diventare una fotografa di fama, esporre nella galleria d’arte più importante della città è il suo sogno, ma per adesso si occupa di piccoli eventi privati.
Birkir ha trent’anni, è islandese e nell’ultimo periodo ha collezionato debiti per trasformare la fattoria del nonno in un luxury hotel, ma rischia di rimanere solo una guesthouse se non troverà i soldi per riprendere i lavori e pagare i creditori.
Per entrambi la giusta occasione sembra essere un documentario che la BBC girerà in Islanda, con la collaborazione del più famoso editore di guide turistiche in Inghilterra.
Sunday e Birkir, oltre a questo, non hanno niente in comune: istintivo lui, perfezionista lei, fanno scintille fin dal primo incontro come due incastri sbagliati di un meccanismo che forse con un po’ di insistenza…

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Il mio parere (prodotto fornito dall'autore)

Possono un'inglese e un islandese andare d'accordo? A quanto pare il loro modo di vivere è profondamente diverso. Eppure diverso non è sinonimo di incompatibile. Il senso della storia, quello che ci ho ritrovato io, per lo meno, è questo. Sunday e Birkir hanno esperienze diverse, delusioni e sogni in comune. Non vanno molto d'accordo e questo, a dir la verità, più per colpa di Sunday che del bel vichingo. La ragazza è ancorata all'idea di una storia d'amore, quella con il suo fidanzato storico Doug, praticamente senza alcuno stimolo. E mentre è chiaro a tutti tranne che a lei che Doug non è l'uomo giusto, Sunday si terrà ancorata per parecchio tempo a questa falsa idealizzazione di un uomo che per me è un cetriolo! Odioso senza alcuna possibilità di scampo.
Ritrovare se stessi sotto il cielo d'islanda, tra contrasti naturali e paesaggi mozzafiato. Ritrovare il piacere nelle cose che si fanno e scoprire che, forse, lasciarsi andare non è poi tanto un male. Il percorso di maturazione qui è quasi tutto di Sunday, mentre Birkir, forse, imparerà a ridimensionarsi un pochino. Entrambi sono una delle facce di una medaglia che porta il loro nome e saranno chiamati ad afferrare la felicità. Ci riusciranno o i pregiudizi e le incomprensioni avranno la meglio?
Sognatori, questo libro ci mostra una terra poco conosciuta ma molto affascinante, presentandoci anche usi e costumi di cui non conoscevo l'esistenza. Evidente è il lavoro di documentazione, o forse l'esperienza diretta non saprei, ma di certo noi l'Isanda qui la vediamo. La vediamo come se ci apparisse di fronte agli occhi. All'inizio ho fatto fatica a entrare in empatia con la protagonista, che mi è sembrata troppo prevenuta e ingenua in alcuni casi. Un po' scontrosa e spigolosa, tanto che non capivo perché Birkir si ostinasse ad aiutarla. Man mano che la storia andava avanti, però, e che Sunday si scioglieva, sono riuscita ad apprezzare anche i lati spigolosi del suo carattere e a fare il tifo per loro. Una storia ricca con comprimari esilaranti. Harpa, Lake e o meriterebbero un capitolo a parte perché di loro mi sono innamorata a prima vista... anzi a prima lettura. Che dire? Se volete immergervi in atmosfere insolite e in una storia slow burn coinvolgente, questo è il libro che fa per voi.

Valutazione: 4 stelle!

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