Grazie al suo innato talento e a una grande determinazione, Adele Lombardi è diventata una stilista d’alta moda, apprezzata in tutto il mondo e conosciuta con il nome di Akysha. La sua vita perfetta viene però improvvisamente infranta quando riceve una terribile notizia da Milano. Il ritorno nella sua città natale costringe Akysha a fermarsi e a fare i conti con la persona che è diventata, una snob egoista. È infatti così che la descrive Nathan, un uomo incontrato per caso in un bar e che piano piano riesce a sbriciolare la maschera dietro cui si cela la vera Adele. Perché l’apparenza inganna sempre e anche Nathan dietro un aspetto rude nasconde un cuore gentile… e un piccolo segreto.
«Ripartiamo dall’inizio, ti prego». Inspiro profondamente. «Il mio nome è Nathan Rossetti, per gli amici Nath, per i nemici Hulk».
In questo romanzo c’è un problema.
Da un lato abbiamo un personaggio sensibile, dolce, altruista, una persona meravigliosa, profonda, introspettiva, in cerca dell’amore vero, quello che dura tutta la vita. Dall’altro la Strega dell’Ovest.
Perché Nathan è un ragazzo che potrei definire in molti modi, ma credo che userò l’unico aggettivo calzante dell’infinita lista di complimenti che potrei rovesciargli addosso in questo momento, e cioè: INTROVABILE.
Collocato esattamente tra le terre desolate di Narnia e il vascello di Capitan Uncino, Nathan è probabilmente l’ultimo esemplare di una razza ormai estinti da tempo: i ragazzi della porta accanto. Non so neanche se siano mai esistiti, in realtà. Parlo di quei leggendari individui che la mattina tipo ti svegli e loro ti portano il caffè. Quelli che “ma sì, me li lavo da solo i calzini”.
Capite che intendo?
Nella classifica delle figure mitologiche con minori apparizioni sul pianeta terra ci sono prima i fauni, poi gli occhiali di Cecile, e infine lui. Nathan. Apparizione mistica in boxer, dotata di incredibili poteri sovrannaturali. Tipo far dondolare il deltoide in modo molto molto sexy.
L’unico difetto di Nathan, se vogliamo chiamarlo difetto, è che fa un lavoro insolito. Di quelli che non figurerebbero con l’eleganza che avresti desiderato nelle partecipazioni di nozze.
E cioè il becchino.
Per ovviare a questo piccolissimo gap, quando la conversazione langue e si crea quel sottile imbarazzo che segue le presentazioni, Nathan si leva la camicia. Escamotage di cui gli siamo tutte grate. Anche Adele sembra apprezzare. Chi è Adele? L’altro personaggio di questo romanzo, la strega dell’Ovest, l’arpia senza tregua. Oppure, se volete chiamarla con affetto come me: la trofia!
Ma un nome ad Adele non basta, come tutte le streghe ha uno pseudonimo per smerciare pozioni sottobanco e farla franca con la polizia. Il suo è Aky, che poi è lo stesso soprannome di un mio ex che detesto cordialmente. Vedete come tutto torna?
Ok, torniamo alla strega. Aky è una stilista di moda ricercatissima. La ricercano tutti, a partire dal suo agente per finire a sua zia, che la cerca da un anno! Quando riescono finalmente a trovarla, le dicono che suo padre è morto e Aky, arpia, strega, trofia, anche detta Adele, torna a Milano per i funerali e conosce il nostro Nathan. Nostro… mah. Vabbè, diciamo nostro, però calme, calme. L’ho detto per non sembrare maleducata, perché in realtà Nathan è mio. Poi magari ve lo posso prestare, ma non garantisco per l’attesa.
Ora, tornando per un attimo alla recensione, non so se a una lettura sommaria di tutte le assurdità che ho scritto si è notato, ma a me Adele detta Aky, detta Strega dell’Ovest, sta antipatica. E ho le mie buone ragioni.
Punto primo:
I suoi becchini sono molto diversi dai becchini che conosco io.
Punto secondo:
I miei becchini non si stracciano la camicia di dosso e mi sussurrano, lascivi, “prendimi, sono tuo”
Oddio, considerando che l’unico becchino che conosco si chiama Franco, ha sessantadue anni, una calvizie devastante e buoni diciotto chili di pancia da stress forse, tutto sommato, preferisco che se la tenga la camicia. MA QUESTO NON TOGLIE CHE ADELE NON MERITA IL MIO AMORE NEANCHE UN PO’!
Terzo ed ultimo motivo:
Perché non fa che trattar male quel povero ragazzo, che ce la mette tutta per dosare la sua iperemotività e comportarsi da uomo duro che non deve chiedere mai, ma Nathan è un cuore puro, un animo gentile insaccato in centottanta centimetri d’altezza, moltiplicati per buoni settanta di muscoli, coperti da lastre e lastre stratificate di simpatici tatuaggi che tutte noi vorremmo poter ripassare a matita per esercitarci in quell’intricato e complesso mondo che è lo studio dell’anatomia a fini esclusivamente riproduttivi.
Dunque mi spiace, ma per me Adele merita le più orribili agonie: dai brufoli di prima mattina sul naso all’allucione dolorante causa ballerine strette proprio quando devi esibirti nel tuo assolo di tip tap davanti a trecento ospiti sobri!
Invece Nathan no, Nathan ha tutta la mia comprensione. E se non sa dove esercitare, può venire a fare il becchino da me. Conosco giusto un paio di persone che imbalsamerei in via precauzionale, per esempio per evitare che sia io a buttarle accidentalmente in un tombino, finendo disgraziatamente in prigione in piena estate, tra l’altro con una cervicale che non vi dico!
Dalla mia postazione è tutto. Il libro è molto carino e vi consiglio di leggerlo come ho fatto io. E cioè dalla prima pagina. Sono certa che arriverete alle mie stesse conclusioni. Soprattutto sulla strega!
Nathan, invece, vi ricordo che mi appartiene per diritto di nascita. Non lo sapete, ma io sono una regina, quindi ho diritto di prelazione su tutti gli uomini fighi che leggo!
A presto
Sua eccellentissima sbrodolosità
Valutazione: 4 stelle!
Grazie di cuore Cecile!!! *_*
RispondiEliminaTi adoro sempre di più sappilo!!! *_*