giovedì 26 settembre 2019

Review Tour: La storia che volevamo di Marion Seals

Buongiorno Sognatori, oggi il blog partecipa al Review Tour della Hope Edizioni con La storia che volevamo di Marion Seals. La nostra Mya l'ha letto e recensito per noi. Curiosi di saperne di più?

Trama

 “Io avevo un unico obiettivo: giocare a football. Ero grosso e cattivo, veloce e coordinato, intelligente e determinato. Ecco perché risultavo un vincente, perché non permettevo a niente e a nessuno di ostacolarmi.”
 

La cosa che Gregory “Ego” Madden desidera di più nella vita è vincere il campionato con i California Bears, diventare il più famoso wide receiver della storia e riscattare un passato da emarginato. Il suo innato talento potrebbe garantirgli un futuro di successo e denaro, se solo fosse capace di controllare la rabbia che lo divora.

***

“Io ero strana, non sapevo socializzare, ma ero brava in ciò che facevo, io non ero spazzatura, lo avevo dimostrato a loro e a me stessa, soprattutto. Il fatto che non lo urlassi al mondo, che non lo esprimessi con rabbia e aggressività, non significava che fosse meno vero.”
 

La cosa che Dawn Riddle desidera di più nella vita è laurearsi e poi specializzarsi in Paleontologia. Ha sempre preferito la compagnia dei libri a quella dei suoi coetanei e ha potuto frequentare l’università solo grazie a una borsa di studio. Nella sua vita, segnata dal dolore e dalle rinunce, non c’è spazio per niente altro.

Solo tra le braccia del buio, la luce risplende.
Questa è la storia del loro incontro. 

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Il parere di Mya (prodotto fornito dalla Casa Editrice)


Vi siete mai chieste cosa renda un romanzo un’ottima lettura? Grammatica, stile, capacità di trasportare il lettore lontano o di farlo emozionare? Di sicuro ognuno di noi ha un metro di giudizio diverso dagli altri, ma penso che se una storia riesce a farti venire le farfalle allo stomaco e gli occhi lucidi significhi quantomeno che ha toccato i fili giusti.

La storia che volevamo è proprio questo: un ottimo romanzo dallo stile fluido e armonioso, scritto con estrema cura e, soprattutto, cucito addosso a due personaggi così fuori dall’ordinario da essere perfetti nelle loro imperfezioni.
Gregory e Dawn, o meglio Ego e Fatina, sono due protagonisti agli antipodi. Uno così ingombrante da occupare quasi tutta la scena, l’altra così dimessa da sembrare una semplice comparsa.

Ego è un soprannome azzeccatissimo per questo studente massiccio, alto due metri, che se ne frega di tutto e di tutti pur di raggiungere il suo obiettivo: giocare a football come professionista. Niente lo tocca, niente lo scalfisce. Non ha alcun tipo di affetto, è abituato a fare a meno degli altri e non si fa scrupoli a usare le persone a proprio piacimento. Ed è questa la ragione per cui non ha legami, se non una specie di amicizia di convenienza con il quarterback che può aiutarlo a raggiungere i suoi scopi.
In poche parole, ha un ego così smisurato che Gregory Madden basta a se stesso.

Mentivo da una vita intera e avevo imparato presto che le cose non erano mai vere o false, erano come tu le volevi far apparire


Anche la scelta del nome per la protagonista femminile non è da meno. Dawn. Un nome che a prima vista potrebbe ricordare il termine giù, in basso, ma che invece racchiude un significato più profondo, pieno di speranza: Aurora.
Ecco, Dawn è proprio così. È una ragazza che la vita ha messo in ginocchio parecchie volte, che vive la sua condizione di albina cercando di nascondersi, di passare inosservata per evitare ulteriori batoste e delusioni. Anche lei non ha molti affetti ma, a differenza di Ego, essere sola non è stata una sua scelta.
Senza una famiglia e praticamente senza amici, Dawn è concentrata sull’unico obiettivo di sopravvivere all’università, senza rendersi conto che dentro di sé ha tutto ciò che serve per rinascere e rifulgere come il sole al mattino.


La speranza di essere normale, di poter fare tutto quello che facevano le altre ragazze, era sempre stata la mia peggiore nemica, perché di speranza erano fatti i sogni. E di solito non si avveravano.


Mi è piaciuta molto la sfrontatezza di Ego, così come il suo sarcasmo, il suo essere schietto e a tratti volgare, perfino nelle situazioni più impensabili e che richiedevano un pizzico di romanticismo in più. Mi ha strappato parecchi sorrisi ed è riuscito, nonostante tutto, a ricavarsi un bel posticino nel mio cuore.
Ho invece adorato Dawn e la sua delicatezza, ho apprezzato la sua inconsapevole forza e l’apparente fragilità, il suo essere dolce e generosa a prescindere. C’è un passo in particolare che descrive in maniera perfetta la sua essenza e che voglio condividere con voi.


Le persone come lei, se le fai soffrire, non urlano, non ti maledicono o pianificano di vendicarsi, le persone come lei si allontanano in punta di piedi, in silenzio, e non si voltano più.


Ego e Dawn non possono essere più diversi: nero e bianco, cacciatore e preda, egocentrismo e gentilezza. Eppure, quando la vita fa incrociare i loro percorsi, le imperfezioni di uno finiscono per contaminare l’altro. Il risultato di questo cammino è un meraviglioso crescendo di emozioni che porta il lettore a sfogliare le ultime pagine con le lacrime agli occhi e un sorriso sulle labbra.

Concludo complimentandomi con l’autrice per questa storia fatta di diversità e ingiustizie, di sogni e speranze, di cadute e rinascite. Una storia che, se non si fosse ancora capito, ho amato per il significato che ha voluto trasmettere e la ricchezza che è riuscita a donarmi.
A voi lettori non posso che consigliare di sfogliare le pagine de La storia che volevamo e di entrare nel mondo imperfettamente fatato di Ego e Dawn.

 
Valutazione 5 stelle!






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