Sognatori, la nostra Sonia Gi oggi ci parla del fantasy di Dunia Battolla, Le Cronache di Durendal: Argento e Zaffiro, il primo libro della trilogia fantasy Le Terre di Durendal. Le sarà piaciuto?
Trama
La protagonista, Leyra, è figlia di un’unione proibita: due razze
totalmente diverse, i Felpati e i Celesti. Se dai primi ha ereditato un
profondo istinto animale e la propensione alla lotta e allo scontro, dai
secondi ha preso l’arcana magia e la preveggenza. Tuttavia, Leyra non
sa controllarsi, orfana di madre e mai riconosciuta dal padre, è stata
lasciata sola, emarginata dal suo stesso popolo. Nel suo vagabondare
conosce Ragua, un’amazzone che diventerà la sua guida, le insegnerà a
combattere finché non inizieranno a farsi strada, nella sua mente,
sempre più frequenti e nitide le visioni del suo futuro. Un appello al
quale non può sottrarsi. Deve diventare una guerriera, la migliore di
sempre. Il suo destino è legato all’antica leggenda di sette armi dagli
enormi poteri, andate perdute. Le visioni la guideranno. Leyra dovrà
trovarle e consegnarle a un membro di ogni popolo di Durendal: gli
Uomini, le Amazzoni, i Vampiri, i Centauri, i Fossori, gli Sparvieri e i
Felpati.
Il viaggio ha così inizio. Troverà duelli, combattimenti e nuove sfide lungo il percorso. Si unirà alla sua strada un gruppo di amici, ma non per molto. Perché le visioni la vogliono altrove, e la vogliono sola e indomita ad affrontare il suo cammino. La felpata si ritroverà messa alla prova, nella terra dei vampiri, non solo con una realtà ostile ma soprattutto con se stessa. Guarderà in faccia il suo lato più oscuro.
Rischierà di perdersi in un abisso blu di perdizione: gli occhi di Laurence, un pericoloso vampiro, che diventerà il suo maestro in combattimento. Riuscirà Leyra, alla ricerca delle antiche armi, a non farsi uccidere? Cosa vuole da lei quel destino, che la guida con le visioni? Riuscirà a portare a termine la sua missione?
Il viaggio ha così inizio. Troverà duelli, combattimenti e nuove sfide lungo il percorso. Si unirà alla sua strada un gruppo di amici, ma non per molto. Perché le visioni la vogliono altrove, e la vogliono sola e indomita ad affrontare il suo cammino. La felpata si ritroverà messa alla prova, nella terra dei vampiri, non solo con una realtà ostile ma soprattutto con se stessa. Guarderà in faccia il suo lato più oscuro.
Rischierà di perdersi in un abisso blu di perdizione: gli occhi di Laurence, un pericoloso vampiro, che diventerà il suo maestro in combattimento. Riuscirà Leyra, alla ricerca delle antiche armi, a non farsi uccidere? Cosa vuole da lei quel destino, che la guida con le visioni? Riuscirà a portare a termine la sua missione?
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Il parere di Sonia Gi (prodotto fornito dall'autore)
Nella prefazione di questo primo libro della trilogia Fantasy, l'autrice racconta se stessa chiedendo al lettore di non essere troppo severo con le critiche essendo il suo primo lavoro, una cautela che nei prossimi spero di non leggere più perché, a mio avviso, non ne ha assolutamente bisogno. Scorrendo le pagine si coglie benissimo la sua passione per la scrittura (sempre attenta e molto ricercata), l'amore che ha messo nella sua creatura, la precisione nel creare e nel descrivere il mondo fantastico di Durendal, l'attenzione nei particolari che colorano e sfumano le caratteristiche dei popoli e dei personaggi e il giusto rispetto dei tempi di narrazione che non si dilungano mai troppo (come purtroppo mi è accaduto spesso di leggere in altry Fantasy), dando ritmo e scorrevolezza alla narrazione.
Argento e Zaffiro la posso consigliare sia a giovani che adulti (ovviamente amanti del genere), avendo trovato al suo interno parecchi spunti di riflessione che concedono a un lettore attento il modo per soffermarsi a riflettere:
“Se si prestasse maggiore attenzione all'animo, si capirebbe che punire non toglie la volontà dell'atto, poiché quella rimane e se non si ripete più è per paura della punizione, non per la presa di coscienza”
Argento e Zaffiro la posso consigliare sia a giovani che adulti (ovviamente amanti del genere), avendo trovato al suo interno parecchi spunti di riflessione che concedono a un lettore attento il modo per soffermarsi a riflettere:
“Se si prestasse maggiore attenzione all'animo, si capirebbe che punire non toglie la volontà dell'atto, poiché quella rimane e se non si ripete più è per paura della punizione, non per la presa di coscienza”
“Il giudicare comporta definire con qualche aggettivo il carattere di una persona e le sue azioni. Imprigionarne l'essere entro una barriera semantica. Con la definizione si mettono dei limiti, rinchiudendo in un determinato ambito qualcosa o qualcuno e così nascono i pregiudizi e tutto quel che ne consegue: insofferenza, discriminazione e violenza”
Queste piccole annotazioni che ho proposto, spero possano aiutarvi a comprendere quanto questo non sia semplicemente un racconto ricco di fantasie, ma una composizione studiata che, oltre al piacere della lettura, può arricchire l'animo del lettore.
Valutazione: 4,5 stelle!
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