sabato 19 marzo 2022

Recensione: La stanza delle illusioni di Diego Pitea

Sognatori, la nostra Mariarosaria ci parla oggi del romanzo di Diego Pitea, La stanza delle illusioni edito AltreVoci Edizioni. Vediamo insieme tutti i dettagli.



Trama

Roberto Calli, noto avvocato penalista di Roma, si rivolge a Richard Dale, psicologo con la sindrome di Asperger e già collaboratore della Polizia in diverse indagini, per sottoporgli un problema: al suo assistito, un finanziere di nome Cesare Borghi dal passato avvolto nel mistero, vengono indirizzate delle lettere anonime nelle quali si preannuncia la sua morte. Sembra un caso banale e Richard è restio ad accettare ma, prima di congedare Calli, nota un’incongruenza: l’indirizzo nelle buste è scritto a mano e la scrittura sembra quella di un bambino. Troppi elementi strani per una mente sempre alla ricerca di misteri come la sua. Parte così un caso che lo porterà, insieme alla moglie Monica, in una villa sulle Dolomiti con dei perfetti sconosciuti e all’interno della quale accadranno avvenimenti sconcertanti e inspiegabili: un uomo che cammina in piena notte con una scala in mano, un anello con un’iscrizione misteriosa, un ritaglio di giornale di trent’anni prima, un quadro famoso che sembra celare un segreto. Non ultima, la sfida intellettuale più ardua per un investigatore: un omicidio compiuto in una camera chiusa dall’interno. Sono questi gli enigmi con i quali dovrà scontrarsi Richard Dale per venire a capo di un caso che sembra uscito direttamente dalle pagine di un libro di Agatha Christie.

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Il parere di Mariarosaria (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)

 

La stanza delle illusioni è un giallo ambientato ai giorni nostri, un’avventura che vede protagonista Richard Dale, psicologo dall’intuito infallibile che ha già collaborato con la polizia in diversi casi di omicidio. La storia comincia con l’incontro tra Richard e l’avvocato Roberto Calli, che lo invita nella villa sulle Dolomiti del noto uomo d’affari Cesare Borghi, poiché minacciato di morte attraverso delle strane lettere anonime. Il compito assegnato a Dale è quello di scoprire la verità su chi voglia fare del male a Borghi. Tutto, leggendo le prime pagine, sembrerebbe portare verso una storia intrigante e dalla trama incalzante sin dal principio, invece le prime duecento pagine del libro scorrono lente e rendono difficile entrare in empatia con i personaggi a causa delle numerose descrizioni e dei dialoghi pressoché assenti. Premetto che di solito non mi dispiace la narrazione in terza persona ma, in questo caso, visto il numero dei dettagli inseriti nel testo e spesso, a mio parere, non necessari allo svolgimento del romanzo, credo che abbia appesantito di più la storia rendendomi difficile procedere come avrei voluto.

Superato l’ostacolo che vi ho appena descritto, posso dire che il lessico utilizzato dall’autore è davvero ottimo e denota una preparazione per la quale mi complimento. I particolari che conducono il lettore nel mistero e, infine, verso il finale, sono accurati e la trama, dal momento in cui cominciano a essere svelati i primi intrecci, è complessa. Non vi sarà semplice comprendere chi sia l’assassino e quali possano essere state le motivazioni che lo hanno condotto a compiere il gesto, se non quando Richard Dale stesso non ve lo spiegherà, così come non sarà facile anticipare le mosse del colpevole e intuire cosa accadrà al prossimo cambio di scena.

Insomma, La stanza delle illusioni è un giallo che vale la pena leggere, dato che ricorda i gialli di Agatha Christie, ma che personalmente avrei abbreviato un po' e arricchito con qualche dialogo per riuscire a coinvolgere e a far sentire il lettore più partecipe e non soltanto un semplice spettatore.

 

Valutazione: 3 stelle e mezzo.

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