lunedì 7 marzo 2022

Segnalazione: Ti odio ma ti sposo di Cinzia Fiore Ricci

 

Titolo: TI ODIO MA TI SPOSO

Autore: Cinzia Fiore Ricci

Editore: Brè Edizioni

Genere Romance, Chick Lit.

Ebook: 1,99

Cartaceo: 9,00

Pagine: 48

Link d’acquisto: https://amzn.to/35RlFpK

 

SINOSSI:

Michela è una ragazza con una professione importante e sta ottenendo ottimi risultati. È bella, famosa e dispone di un discreto patrimonio. Per arrivare a queste soddisfazioni ha dovuto abbandonare la sua città, Roma, dove ha lasciato un passato difficile, che non dimenticherà. Come non riuscirà a scordare il male che le ha provocato Alex, il suo ex fidanzato. Ora la donna vuole pensare solo al lavoro e al futuro. Ma una telefonata dei genitori scombina tutti i suoi piani. È costretta a tornare nella capitale, dove la aspetta una sorpresa amara. Deve prendere una decisione che cambierà il percorso prefissato. Più ci pensa e più le pare impossibile. Il cuore, però, non la pensa come lei. Perché ha i battiti accelerati? Perché sente di avere la gola secca? Una scelta obbligata che si trasforma in un’alternativa non così terribile, anzi. Un prequel di un romanzo che avrà svolte inaspettate. La storia di una donna in carriera. Michela manterrà fede alla promessa di dedicarsi solo al lavoro?

Un racconto romantico, divertente, prequel di un romanzo esilarante che metterà alla prova due giovani Chef, tra piatti prelibati e un dolce ingrediente: l'amore!

 

INCIPIT:

 

Ho costruito il mio destino sicura del fatto che fosse solido a tal punto che niente e nessuno avrebbe mai potuto distruggerlo. Mi sbagliavo. Non avevo previsto l’imprevisto, non avevo calcolato che a volte l’amore è un tornado capace di arrivare in una giornata dove il cielo è sereno, ti scombina la vita fino a farti impazzire, e poi rimette a posto il casino che abitava nel tuo cuore.

 

ESTRATTO:

Ci incamminiamo all’interno del ristorante. Percorriamo il lungo corridoio con i tavolini posizionati sul lato destro. Alcuni sono occupati da clienti già alle prese con le fettuccine al ragù e i rigatoni all’amatriciana. Appena sento il profumo che aleggia nell’aria lo stomaco mi ricorda che sono passate diverse ore dall’ultima volta che ha visto una traccia di cibo. Sento un brontolio e mi riprometto di non mangiare piatti che superano le quattrocento calorie.

«Vieni, ho preparato il nostro tavolo nella saletta all’interno. Staremo soli, così possiamo parlare con calma» mi dice mia madre, mentre non molla il mio braccio a cui si è ancorata. Ha forse paura che io fugga? Dovrei fuggire finché sono in tempo? Mentre la mia mente formula queste domande mi basta voltare l’angolo per capire che il mio sesto senso non sbaglia. Sarei dovuta scappare a gambe levate, anzi, non sarei proprio dovuta tornare qui. Mi fermo di colpo appena lo vedo. Mi viene incontro con passi lenti e ha un’espressione sorpresa. Non mi stacca gli occhi di dosso e io mi sento morire. Appena mi si piazza di fronte guarda prima mia madre e poi, titubante, mi saluta.

«Ciao.»

La voce gli esce appena, abbozza un sorriso che si spegne subito dopo.

Io non riesco a capire cosa stia succedendo e trovarmelo davanti dopo anni mi azzera completamente la salivazione. Per la prima volta non trovo le parole.

«Alex… c… ciao»

Mi rincitrullisco, le ginocchia mi tremano e temo di cadere a terra.

«Dai Michela, andiamo dentro. Ci stanno aspettando anche Agnese e Davide» mi informa mia madre.

«E come mai ci sono anche i tuoi genitori?» chiedo al Alex.

Mi guarda di nuovo puntandomi con i suoi occhi verdi fantastici, e nonostante la ragione mi dica di prenderlo a schiaffi, il mio istinto vorrebbe che lo baciassi.

Non è più il ragazzino con la montagna di ricci neri che gli scendevano sulla fronte, i capelli sono più corti e acconciati col gel, porta un po’ di barba e non posso fare altro che constatare che è diventato un uomo terribilmente affascinante. Indossa jeans e una maglietta nera che mette in evidenza il fisico scolpito. Un improvviso calore divampa sul mio viso e sono certa di avere le guance in fiamme. Mi sento in imbarazzo, non smette di guardarmi, ma perché non mi risponde accidenti a lui.

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