giovedì 10 marzo 2022

Recensione: Dove soffia il vento di Cinzia La Commare

Sognatori, la nostra Kathleen ci parla oggi del romanzo di Cinzia La Commare, Dove soffia il vento. Pronti a scoprire tutto?



Trama

A Isola Maggiore, sul lago Trasimeno, i quindici abitanti si chiedono cosa ne sarà del vecchio Albergo Isola. Adesso che Aldo Mezzasoma è morto, il luogo simbolo della loro gioventù rischia di finire nelle mani di un ricco imprenditore milanese che vorrebbe costruire al suo posto un casinò, attirando sull’isola un tipo di turismo diverso da quello familiare. La loro ultima possibilità per salvare la tenuta, la tranquillità del borgo e i loro ricordi, è Margot, la giovane nipote dei Mezzasoma, arrivata dalla Francia dopo ventitré anni di assenza, all’apertura del testamento che la vede come unica erede.
Tornare potrebbe essere l’occasione che l’aiuterà a realizzare uno dei suoi più grandi sogni: vendere per trasferirsi nel sesto arrondissement e vivere come una vera scrittrice. Oppure è soltanto l’ennesimo guaio?
Sembra facile, se non fosse per quella piccola clausola: abitare per una settimana nella vecchia dépendance appartenuta alla sua famiglia.
Tra boschi di lecci, uliveti e vecchie canzoni, sulle rive del lago in un’atmosfera unica, Margot scoprirà segreti e vecchi ricordi che faranno nascere legami inaspettati. Ma quanto è disposta a esporsi pur di difenderli? E soprattutto, è pronta a sacrificare un sentimento che non avrebbe mai dovuto provare, correndo il rischio che diventi un rimpianto?

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Il parere di Kathleen (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)

 

Margot è una ragazza semplice di 25 anni, di origini italiane. Vive in Francia insieme alla madre in un appartamento così piccolo che se sbagliano a muoversi una delle due deve uscire.

Lavora come cameriera a chiamata, ma ama scrivere gialli e ha in ballo un contratto con una importante casa editrice, grazie al successo del suo primo libro auto-pubblicato. Il suo sogno più grande è quello di poter vivere di scrittura e trasferirsi in un quartiere nei pressi delle Torre Eiffel.

Non sa nulla delle sue origini, se non che la madre è scappata di casa dopo averla partorita a sedici anni, perché la sua famiglia - a quanto racconta -, vedeva la sua nascita solo come uno scandalo.

Un giorno, però, arriva dall'Italia una lettera.

Non una delle solite che annunciavano semplicemente la dipartita di un parente, ma indirizzata proprio a Margot come unica erede dello zio Aldo.

Nonostante la stranezza della cosa, visto che la madre aveva cambiato cognome arrivate in Francia, Margot resta stupita di essere stata scelta come erede da un perfetto sconosciuto. E che, tale sconosciuto, abbia pensato proprio a tutto.

Lo zio, infatti, le aveva già pagato il viaggio per tornare e incontrare un notaio che le avrebbe mostrato l'eredità lasciata.

Ovviamente la madre non è d'accordo, ancora carica di astio nei confronti della propria famiglia, ma Margot non si lascia scoraggiare. Tanto è sempre stata lei quella più matura tra le due, e non ha intenzione di perdere quest'occasione, più unica che rara, per poter conoscere il paese in cui è nata, e magari scoprire qualcosa di quella famiglia conosciuta solo attraverso i ricordi e le cattiverie della madre.

E così inizia il suo viaggio verso l'Umbria, direzione Isola Maggiore sul lago Trasimeno.

Un'avventura che non si risparmierà di riservarle sorprese.

I pochi abitanti dell'isola si ricordano ancora di lei e, a modo loro, l'aiutano e la fanno sentire a casa. Anche quando scoprirà che la sua eredità consiste nel vecchio Albergo Isola, appartenuto da sempre alla sua famiglia.

Margot si troverà davanti a una scelta difficile da fare: dovrà alloggiare nella dépendance per una settimana e, alla fine, decidere se riscattare i soldi dell'eredità o presentare un progetto di ristrutturazione e ridare vita al vecchio albergo.

Perché ho detto che la scelta è difficile?

Semplice, perché quando non hai origini e sei cresciuta viaggiando da un paese all'altro, da uno stato all'altro, ciò che ti appartiene si fa sentire con gli interessi.

Usanze, modi di vivere e di stare insieme, perfino il calore di una famiglia inusuale, composta dagli altri isolani che creano un gruppetto particolare, folle, ma di tutto rispetto, fremono per farsi conoscere.

Ed è così che la vita di Margot prende una svolta inaspettata, quando il suo cuore decide di fare qualcosa di buono per quel posto che per molti è casa e che l'ha accolta a braccia aperte.

I ricordi degli isolani, il loro modo di fare e di approcciarsi a Margot, sa tanto di focolare della nonna, dove ci si arrangiava con poco e bastava stare in compagnia per sentirsi felici.

La caparbietà, la follia delle idee prese di getto e l'innata capacità di mettersi nei casini di Margot sono momenti a tratti esilaranti, a tratti che fanno riflettere.

Perché giocarsi il tutto e per tutto per qualcosa che appartiene al passato?

Perché lasciarsi immischiare quando non si è legati né al posto né alle persone che lo abitano?

E perché trovarsi a provare sentimenti sconosciuti per quel tipo, incontrato per caso nella dépendance, bello da morire, e che -per qualche allineamento astrale-, si offre di aiutare Margot?

Tutte domande alle quali la nostra ragazza si trova costretta a rispondere anzi, a cercare delle risposte dentro di lei, visto che ciò che le dice il cuore cozza coi suoi sogni.

Cinzia, anche questa volta, ha creato dei personaggi ricchi di sfaccettature, che emozionano e coinvolgono. Ho apprezzato la lotta interiore di Margot e la lotta con la cocciutaggine di sua madre, una persona che non riesce a fare pace col proprio passato e che, come dicono gli isolani, è rimasta una ragazzina viziata.

Gli sbagli, la consapevolezza di aver fatto un gran casino e il coraggio di rimettersi in piedi e di continuare a lottare, sono la ciliegina sul carattere di Margot. Ragazza che ho adorato fin dall'inizio, sempre alla ricerca della sua strada, del suo posto nel mondo.

Gli isolani, ognuno a modo loro, sono un ricco contorno alle avventure di questa giovane donna che si ritrova troppo spesso a fare i conti con qualcosa più grande di lei, ma che non si arrende mai.

Nemmeno davanti ai colpi bassi, nemmeno davanti alla bellezza e ai modi di fare di Lorenzo, l'architetto che deciderà di aiutarla a riportare in vita il vecchio albergo.

I sentimenti che Cinzia ci ha voluto far provare grazie a Margot arrivano dritti al cuore e, proprio come capita alla nostra protagonista, ci fanno dubitare di ogni scelta. Ci tengono col fiato sospeso e ci fanno rivalutare tutto e tutti.

Un percorso nei ricordi, una ricerca delle origini e della parte più recondita di ciò che siamo è quello che rende questo romanzo, una lettura da non perdere.

Grazie Cinzia per averci regalato questa meraviglia, ambientata in modo impeccabile in una piccola perla del nostro paese e con un sottofondo musicale indimenticabile.

 

Valutazione: 5 stelle.

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