lunedì 16 marzo 2020

Recensione: Le ossa sotto la pelle di TJ Klune

Buongiorno sognatori, oggi la nostra Mariarosaria ci parla di un libro edito Triskell Edizioni. Si tratta di Le ossa sotto la pelle di TJ Klune. Vediamo insieme dettagli e opinione.

Trama

È la primavera del 1995 e Nate Cartwright ha perso tutto: i suoi genitori sono morti, suo fratello non vuole più avere niente a che fare con lui e, ciliegina sulla torta, è stato licenziato dal suo lavoro di giornalista a Washington DC. Senza più prospettive, decide di trasferirsi nella baita vicino a Roseland, il paesino di montagna dove la sua famiglia era solita trascorrere l’estate quando era piccolo, per provare a dare una nuova direzione alla sua vita.
La piccola costruzione tra i boschi dovrebbe essere vuota.
Così non è.
Dentro ci sono un uomo di nome Alex e un’incredibile ragazzina che si fa chiamare Artemis Darth Vader e che non è esattamente ciò che appare.
Presto diventa chiaro che Nate deve compiere una scelta: annegare nei ricordi del passato o combattere per un futuro che non avrebbe mai creduto possibile.
Perché quella ragazzina è speciale e su di loro stanno calando forze il cui unico scopo è controllarla.

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Il parere di Mariarosaria (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro) 

Le ossa sotto la pelle è il primo romanzo di fantascienza che leggo da tanto tempo e, nonostante sia abbastanza lungo, non mi sono pentita di averlo scelto. È una storia meravigliosa, il cui centro è l’amore nelle sue diverse sfaccettature, un amore che ti conquista, ti aiuta a crescere e capire gli altri, sana le ferite e cambia. Un amore che può tutto.
Non vi aspettate una storia futuristica, la vicenda ha un’ambientazione che mi ha ricordato un po' gli anni Novanta, eppure è riuscita a conquistarmi sempre di più man mano che procedevo nella lettura. I personaggi sono ben delineati, facilmente immaginabili grazie alle descrizioni fisiche e ai sentimenti che li contraddistinguono e, sono certa, che in molte delle debolezze di ognuno ritroverete voi stessi. Per questo è una storia che va assaporata, e sono certa che gli amanti della fantascienza e delle storie sugli alieni la adoreranno nonostante la sua particolarità. È un romanzo diverso, che apre gli occhi su cose che potrebbero realmente accadere senza che ce e sia reale contezza; è una storia che prende per mano e conduce il lettore verso percorsi fatti di sofferenza e verità. Situazioni che, se esaminate col giusto criterio, potrebbero non essere tanto fantascientifiche e aprire gli occhi sull’umanità presente in ognuno di noi.
Da un lato, difatti, abbiamo Nate e il suo senso di inappropriatezza. Si sente rifiutato, gettato via, e allo stesso tempo incolpa se stesso per la sua diversità. Sa di non poter essere differente, tuttavia, vorrebbe riuscire a cambiare e dimenticare. Lo stesso, anche se a causa di un dolore differente, accade ad Alex. Ex militare, con un passato doloroso alle spalle alla cui base c’è una grave perdita, l’uomo si trova a salvare la vita di una bambina che bambina non è: Art. Grazie a lei, al suo modo di vedere le cose e imparare a capirle, alla sua ingenuità sul mondo degli uomini e alla sua saggezza, che in certi momenti tocca il cuore, la sofferenza di Alex comincerà ad attenuarsi e l’importanza di ricominciare si insinuerà man mano, nella trama, quando la strada dei fuggitivi si incrocerà con quella di Nate, in fuga da se stesso.
Scegliere chi essere, cosa conta davvero nella vita, quali sono le cose importanti in cui credere e decidere, infine, che nulla può valere più dell’amore, è ciò che spinge i personaggi ad accettarsi, a comprendere la verità su loro stessi, ad andare avanti, e persino a trovare il coraggio che pensavano di non avere. Questa storia nasconde molto più di ciò che sembra e per questo, oltre che a consigliarvela, vi lascio con uno dei pensieri che mi ha colpito, il ragionamento di una bambina che dimostra dieci anni, ma che in realtà è molto, molto di più.

 «Siete capaci di compiere gesti meravigliosi e terribili, e tutto in un battito di ciglia. Siete circondati da milioni di vostri simili, eppure vi sentite soli. Siete arrabbiati e forti e stupefacenti. Ma anche fragili. Potete spezzarvi e sentirvi persi. Io non lo capivo. Prima. Credo che nessuno di noi lo capisse. Siete al tempo stesso complicati e semplici. È una dicotomia che non dovrebbe esistere. Quando sorridete è come se il sole sorgesse con voi. Quando piangete è come se foste intrappolati nelle tenebre e non riusciste a trovare una via d’uscita. Potete puntare una pistola alla tempia del vostro nemico e premere il grilletto in nome di quello che chiamate Dio. Lanciate le bombe e incenerite il terreno sotto i vostri piedi. Vi fate del male a vicenda. Vi amate. Urlate parole che nessuno ascolta. Odiate che gli altri non sono come voi. Vi spaventano, anche se tutto ciò che loro vogliono è essere voi. Sapete rendere casa qualsiasi luogo. Vi sorreggete a vicenda finché le ginocchia non cedono e barcollate. È quasi impossibile da capire. Nessuno di noi potrebbe mai riuscirci. Almeno finché non senti il cuore batterti nel petto. Finché non senti le ossa sotto la pelle. Non ci assomigliamo. Quasi per niente. Siamo separati dal tempo e dallo spazio. Eppure, in qualche modo, siamo tutti composti della stessa materia, polvere e stelle. Credo che noi l’avessimo dimenticato, e voi forse non l’avete mai capito. Come fate a sentirvi soli quando siamo tutti uguali?»
  
Valutazione: 5 stelle!

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