sabato 28 dicembre 2019

Recensione: Attracted di Caterina Stadio

Sognatori, oggi la nostra Mya ci parla di un romanzo della Brightlove, Attracted di Caterina Stadio che non l'ha convinta per niente. Curiosi di capire il perché? Vediamo insieme prima la trama.


Trama

«Non so come, ma mi sei entrata dentro. Credo sia impossibile mandarti via.»

Può l’attrazione consumare due persone?
Avery Moore lascia il suo paesino e una vita che inizia a starle stretta per ricominciare tutto a New York. Spaesata e nostalgica, si sentirà sola, ma nuovi incontri stravolgeranno per sempre tutto il suo mondo. Quando i suoi occhi dolci e gentili incontreranno quelli freddi e scostanti di Brian Hughes, l’attrazione tra loro sarà tanto inevitabile quanto sbagliata. Cercheranno di evitarsi, di mantenere le distanze, ma qualcosa tra loro abbatterà tutti i muri e allora ogni sforzo sarà vano. Ma se i segreti, i fraintendimenti e un passato da cui non puoi scappare, bussassero di nuovo alla tua porta e ti presentassero il conto?
Ci sono persone che non incontri per caso, legami che non puoi semplicemente ignorare, storie che non puoi non raccontare, perché nella vita, ci sono amori destinati a salvarci, anche se non siamo ancora pronti.

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Il parere di Mya (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)


Attracted è il romanzo di esordio di Caterina Stadio e, come a volte succede con le opere prime, durante la lettura si notano tante piccole ingenuità. Sbavature, a volte anche consistenti, che un editing più approfondito avrebbe potuto evitare. Malgrado ciò, il problema principale di questo scritto è la presenza di parecchi cliché che rendono la lettura scontata e impediscono al lettore di godersi le emozioni della scoperta o di un colpo di scena. Diciamo che i cliché in un romance di per sé non sono malaccio, purché l’autore sia abile nel dipingere personaggi credibili e le situazioni riescano a trascinare il lettore pagina dopo pagina. In questo romanzo invece i protagonisti non sono abbastanza caratterizzati da convincere e le descrizioni degli avvenimenti spesso non sono credibili.

I personaggi di Attracted sono sostanzialmente sei e la storia viene raccontata in prima persona dalla protagonista.
Avery è una matricola universitaria, studiosa, con la testa sulle spalle e che, ovviamente, non ha mai avuto un appuntamento.
Brian è il solito bello e dannato, che fa impazzire la nostra protagonista con il suo enigmatico carisma e qualche problema di irascibilità.
La migliore amica Abbie rientra nel cliché dell’esperta di moda e, ovviamente, sta con il cugino di Brian, così può fare incontrare i due protagonisti ogni tre per due.
Abbiamo anche la compagna di stanza stronza e zoccoletta, e infine non manca Chase, un degno rivale di Brian, che condisce con un po’ di pepe una storia che altrimenti sarebbe stata ancora più scontata.

Non mancano i genitori di Avery, il cui comportamento però non è consono al ruolo che dovrebbero ricoprire e finiscono per sembrare più amici che una madre e un padre. L’ironia che l’autrice cerca di mettere in alcune scene non basta a distogliere l’attenzione da queste sviste. Vi riporto un breve passaggio, la seconda conversazione telefonica tra Avery e la madre, qualche giorno dopo che la ragazza è arrivata al campus.

«Mamma ciao! Sto bene e no, oggi non ho avuto proprio il tempo di mangiare, ora ho finito di studiare.»
«Tesoro, devi mangiare altrimenti dove prendi le energie per studiare e cercare un fidanzato?» Dopo questa frase per poco cado dalla sedia.
«Mamma, lo sai che non posso permettermi distrazioni, proprio ora che sono all’università» ribatto.
«Avery, è proprio perché sei all’università che devi divertirti. Questi anni, per farlo, non ritorneranno più.»

Mai vista o sentita una madre che manda la figlia all’università (con tutto quello che costa negli Stati Uniti) e la spinge a cercarsi un fidanzato.

Malgrado ciò, non sono loro i personaggi sui cui concentro le maggiori critiche. Questo onore spetta ad Abby, la migliore amica di Avery. Questa matricola modello vive già con il suo amato Dennis, che guarda caso è il cugino di Brian. Sa perfettamente quali sono i problemi del protagonista maschile e ripete più volte ad Avery che non è il caso di frequentarlo. Eppure non fa altro, dalla mattina alla sera, che creare i presupposti perché i due si incontrino in ogni occasione. Prima la porta nella palestra di cui lui è titolare con la scusa di doversi allenare (malgrado sappia di essere incinta, infatti poi non ci mette più piede). Poi la porta a casa dove, guarda caso, c’è Brian. Poi ancora la accompagna alla festa della confraternita e via dicendo, fino ad arrivare al fatidico (e ipocrita) “ti avevo avvisata”.

«Sì ma… vuoi donargli la tua verginità?» È incredula. Mi prendo la testa tra le mani.
«Dio, non… non lo so!» sbotto. «Voglio lui ma non voglio essere la sua puttana.»
«Io… ti avevo avvisata, ti avevo detto di non avvicinarti a lui.» Alzo la mano per zittirla.
«Non ho bisogno di un “te l’avevo detto”»

Anche Avery è un personaggio controverso, a tratti poco convincente. Prima dichiara di voler essere solo amica di Chase, accetta di uscire con lui (ovviamente senza alcuna implicazione amorosa) ma poi, agitata come non mai, si mette tutta in tiro con tanto di minigonna e tacchi alti come se dovesse andare a una sfilata di moda.

Personaggi a parte, anche le descrizioni di alcune scene non sono affini alla realtà. Troppo spesso vengono semplificate per essere fruibili alla storia, ma non sono supportati dalle leggi fisiche del mondo in cui viviamo.
Come già preannunciato prima, un buon editing a sistemare tutte queste magagne avrebbe potuto rendere il romanzo più interessante e convincente. Come già consigliato all’autrice in privato, l’invito è quello di non lasciarsi scoraggiare da un’opinione negativa, ma anzi di continuare a scrivere e scrivere, affidando però l’editing a qualche professionista che possa aiutarla a rileggere la prossima opera con distacco sufficiente a individuare ed eliminare i difetti riscontrati in questa.

Voto 2,5 stelle
 

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