Sognatori, oggi vi presentiamo la recensione doppia di Martina e Victoria al romanzo di Joanna Wylde, Stammi sempre accanto edito Newton Compton Editori. Vediamo insieme che cosa ne pensano.
Trama
Otto anni fa, Sophie ha regalato il suo cuore – e la sua verginità – a
Zach Barrett in una notte che non poteva essere meno romantica e più
imbarazzante. Il fratellastro di Zach, un biker tatuato dai muscoli
d’acciaio di nome Ruger, li colse sul fatto, assistendo a una scena che
non ha mai dimenticato.
Anche se quella notte l’ha ferita nella
dignità, Sophie ha ottenuto qualcosa di prezioso: suo figlio Noah. Zach è
un padre del tutto assente, e Ruger è l’unica figura maschile di
riferimento del piccolo. Quando scopre che Sophie e suo nipote vivono
quasi in povertà, Ruger prende in mano la situazione, con l’aiuto del
Reapers Motorcycle Club, per assicurare loro una vita migliore.
Sophie
non aveva in mente di finire insieme a suo figlio in mezzo a una banda
di biker fuori legge, ma Ruger non le lascia scelta. Sarà lì per Noah,
che lei lo voglia o no. E Sophie lo vuole, lo ha sempre voluto. Sta per
scoprire che portarsi a letto un biker può trasformare chiunque in una
cattiva ragazza.
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Il parere di Martina (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
Cari lettori, oggi entriamo in un universo oscuro che ha sempre dell'affascinante. Quando si parla di bikers apriamo una parentesi dai tratti ben definiti, dove legalità e illegalità si mescolano in un confine poco definito e l'adrenalina è sempre a mille.
Non conoscevo l'autrice prima di questa lettura e ringrazio la casa editrice per l'opportunità. Tuttavia, a malincuore, devo dirvi che il romanzo non mi ha convinta per nulla, specialmente nella prima metà. La seconda metà della storia, infatti, è caratterizzata da un climax ascendente di crimini e colpi di scena che coinvolgono senza dubbio nella lettura, anche se le mie perplessità sono rimaste intatte fino alla fine.
Vediamo il perché.
La protagonista è Sophie, una giovane mamma caduta nella trappola di un uomo senza scrupoli, che ha sfruttato la sua infatuazione per lui, l'ha messa incinta e l'ha poi trattata nel peggiore dei modi. Cosa c'entrano i bikers con tutto ciò? L'essere disgustoso in questione è fratellastro di Ruger, il protagonista maschile del romanzo, il quale ha sempre tenuto Sophie sotto la sua ala protettrice. È stato Ruger ad aiutarla quando Sophie ha affrontato le contrazioni improvvise del parto, è lui a tirarla fuori da una spiacevole situazione all'inizio del romanzo, è lui a offrirle una casa e a starle accanto in tutte le vicende che la storia ci propone. Ovviamente, tra i due c'è qualcosa, c'è sempre stato a dire il vero. Sophie, però, non vuole saperne degli amici discutibili di Ruger, delle loro "lezioni" a club rivali e di tutto ciò che riguarda i loro affari. Il problema è che quando si ha a che fare con un ragazzo del club, si ha automaticamente a che fare anche con i suoi "fratelli" e ì, di conseguenza, i loro nemici. La protagonista si troverà più volte coinvolta in situazioni pericolose, vendette e inseguimenti, non dico nulla di più per non spoilerare. Fin qui tutto bene… insomma, ci si aspetta esattamente questo da un romance che narra di un motociclista americano.
Quali sono, dunque, i molti aspetti che mi hanno fatto storcere il naso?
In primo luogo il personaggio di Sophie, che dovrebbe essere una madre single. Dovrebbe… perché quale madre snaturata lascerebbe un bambino di sette anni con una vicina sconosciuta e il suo ragazzo mezzo criminale? Quale madre sconosciuta affiderebbe a cuor leggero suo figlio a persone sconosciute, verso le quali manifesta chiaramente una totale sfiducia? No, Sophie non è decisamente una madre. Pensa a tutto tranne che al suo bambino. Pensa addirittura di fare un lavoro "a luci rosse" per poter avere più tempo a disposizione per Noah. Anche no…
Per di più, le azioni della protagonista non hanno un senso ben chiaro. Non si fida ma si tuffa nel bel mezzo di feste dai chiari tratti illegali, ha paura ma va da sola di notte con due energumeni sospetti… c'è qualcosa che non torna.
Che dire di Ruger? Bello e dannato, come piace a noi? No, decisamente. Non mi è piaciuto per niente. Se la volontà dell'autrice era quella di contrapporlo al fratellastro infame, direi che ci è riuscita solo in parte. "Proprietà", questa parola che torna più volte nel linguaggio del ragazzo riferendosi alla donna che, in teoria, dovrebbe amare mi ha fatto venire i brividi. La cosa peggiore è la spiegazione che si dà del termine, che dovrebbe placare l'ira funesta del nostro spirito femminista, mentre non fa che aizzarla maggiormente. "Quando un uomo prende una donna come sua proprietà si tratta di fidarsi di lei. Significa che sono responsabile di tutto ciò che fai". Ma siamo seri? Come donna e come fidanzata mi sono sentita offesa. Siamo tutte in grado di essere responsabili di noi stesse, per inciso. Non siamo di proprietà di nessuno. Ci sono voluti secoli per farlo capire al mondo maschilista in cui ci troviamo, vediamo di non dare segnali opposti.
Insomma, per me è un no enorme questo romanzo. No alla volgarità, che voleva essere forse uno strumento di caratterizzazione dell'ambiente del romanzo, no alle azioni sconsiderate di un uomo che non sembra proprio dimostrare amore, no alla violenza e alla "giustizia fai da te", no alla posizione subalterna delle ragazze del romanzo.
Salvo forse, come dicevo all'inizio, la svolta adrenalinica del finale e la chiusura del capitolo della vita precedente di Sophie, la sua trasformazione che per certi aspetti può avere un senso. Tutto il resto mi ha lasciato un gran amaro in bocca.
Un eccessivo spirito critico? L'ira femminista? Non lo so, fatto sta che questa storia cozza profondamente con la mia idea di amore romantico. Sarà che non era un romanzo adatto a me, forse un'amante di questo universo lo avrebbe compreso diversamente. Io, invece, non posso che esprimere tutto il mio dissenso.
Voto: 2 stelle
Il parere di Victoria (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
“Stammi sempre accanto” lo definirei un romanzo con un potenziale nascosto, il quale non essendo venuto fuori, ha reso la storia quasi del tutto negativa.
Non mi soffermo sulla vicenda presente, in quanto è stata già espressa da Martina, ma passo direttamente alle mie impressioni.
La storia si presenta con un ritmo altalenante, questo perché si incentra maggiormente sul rapporto estenuante tra i due protagonisti, il quale inizialmente non è apparso in tale modo, ma successivamente ha assunto tratti troppo noiosi e ripetitivi. Fortunatamente c’è stato altro: gli affari del club sono diventati piuttosto accattivanti e nonostante abbiano rappresentato un “contorno”, mi hanno aiutata a proseguire la lettura.
Nel mondo dei Reapers viene coinvolta la stessa Sophie.
Lei inizia ad addentrarsi in una realtà che vorrebbe tenere più distante
possibile, ma Ruger fa parte di essa. Per lui prova qualcosa di molto profondo
da tanti anni, ma sa perfettamente che non è tipo da relazioni fisse.
Non sono entrata molto in sintonia con la protagonista, la maggior parte dei
suoi comportamenti sono apparsi acerbi e irresponsabili. In pochissime
situazioni si è mostrata come una donna coraggiosa, ma ciò non toglie che anche
nell’epilogo abbia dimostrato a distanza di tempo la sua immaturità. Ruger viene dipinto come l’uomo forte,
potente, conosciuto soprattutto per la sua notorietà in camera da letto. Tiene
molto a Sophie, vuole che capisca come i suoi “fratelli” non siano pericolosi,
anche se questi da una parte non fanno altro che mostrare il contrario.
Personalmente amo i bad boys, ma quelli che trasmettono qualcosa, che non
restino privi di senso e Ruger, a mio parere, non rientra fra questi. Tutto ciò
che avrebbe potuto comunicare viene eclissato dal suo essere rude e possessivo.
Quest’ultimo tratto, inoltre, non caratterizza solo il protagonista, bensì
l’intero club, specialmente attraverso ciò che loro chiamano “proprietà” con la
quale etichettano le proprie ragazze. Un aspetto trattato male, tanto da far
sembrare le donne semplici oggetti da conservare con cura.
Non mi aspettavo di trovare tutto questo, ma capita di leggere libri deludenti e purtroppo “Stammi sempre accanto” lo è stato.
Voto: 2 stelle e mezzo
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