sabato 2 maggio 2020

Review Tour: Vorrei solo averti qui di Kennedy Ryan

Sognatori, oggi il blog partecipa al Review Tour del romanzo Vorrei solo averti qui di Kennedy Ryan, edito Newton Compton Editori. La nostra Martina l'ha letto e recensito per noi. Vediamo che cosa ne pensa.




Trama

August e Iris sanno di essere fatti l'uno per l'altra. Ma il tempismo dei loro incontri è sempre stato pessimo e così, nonostante la sintonia che c'era tra loro, hanno finito per prendere strade diverse. Lui è diventato una stella dell'NBA e lei combatte con la sua quotidianità. Ma non si sono mai dimenticati. Nel corso degli anni, nei loro momenti più bui, August e Iris ripensano all'unico, indimenticabile bacio che si sono scambiati. A quella notte, a quel bivio che ha cambiato le loro vite per sempre. E anche se sanno che è difficile, continuano a sperare in una seconda occasione.

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Il parere di Martina (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

Buongiorno, lettori. Oggi partecipo con piacere al review party di una nuova uscita romance edita Newton Compton. Ho letto il primo romanzo della Shot Series, scritta da Kennedy Ryan, che vede protagonista una donna che affronterà una durissima sfida, Iris.

Il romanzo prende avvio dall'incontro casuale tra Iris e August, promessa del basket, che si trovano per caso in un bar a commentare una partita. Tra i due scatta qualcosa, anche se condividono solo una conversazione. Eppure, né Iris né August dimenticheranno mai questo momento… Iris, però, è fidanzata con il rivale di August, Caleb, che non è esattamente il giocatore corretto e ammirevole che tutti credono. Alla rivalità sul campo si aggiunge così la rivalità in amore tra i due ragazzi, ma Caleb è pronto a giocare scorrettamente, anzi, a tirare fuori il lato più oscuro di sé. È così che per Iris comincia un vero calvario, fatto di paura e violenza, di reclusione e solitudine, dell'opprimente sensazione di essere in trappola. La libertà è un miraggio lontano, così come lo sono diventati i sogni nel cassetto di una ragazza talentuosa e appassionata. Caleb le porta via tutto, inclusa la dignità. C'è una sola luce in fondo al tunnel, che porta il nome di August, ma Iris deve prima trovare il coraggio di riprendere in mano la sua vita e affrontare il mostro più terribile che ogni donna possa incontrare nella sua vita.

Non aspettatevi un romanzo leggero, non è questo il caso. Siamo di fronte a una storia forte, a un grido dell'autrice che racconta con tanta crudezza una realtà che non conosciamo, a cui preferiamo non pensare. È un tema scottante ed estremamente importante quello in cui si lancia la Ryan, un atto di denuncia sociale nemmeno troppo nascosto, dietro una storia che mette a confronto un amore vero e un sentimento perverso e malato che non ha nome. Proprio per questa ragione, credo sia fondamentale andare con i piedi di piombo, anzi con la penna di piombo, quando si scrivono queste tematiche.

Se la trama e la storia sono ben costruite e i personaggi ben realizzati, ci sono degli elementi che sono stati, a mio avviso, delle vere e proprie cadute di stile in un romanzo che potrebbe essere davvero ottimo. Non so se sia una scelta del traduttore, o se l'autrice abbia volutamente utilizzato determinati termini nella versione originale, ma sono rimasta negativamente stupita da alcune scelte lessicali che non ho trovato per nulla adatte al contesto. Preciso che le scene di violenza sono numerose, crude e sono tutte vissute attraverso gli occhi di Iris, che ci racconta in prima persona il supplizio subito. Ho trovato estremamente fuori luogo il termine utilizzato da Iris per parlare delle sue stesse parti del corpo. Una protagonista che viene violentata non può parlare di se stessa in questo modo volgare e indelicato. È una scelta ricorrente all'interno del romanzo, che non condivido per nulla, perché abbassa il tono e la qualità di queste scene molto intese e coinvolgenti. Stride con il contesto, con la personalità di Iris, persino con il messaggio che si cela dietro alla storia.
Sono molto attenta, come lettrice, alla scelta delle parole. Non è indifferente utilizzare un termine o un altro in determinate situazioni e mi rammarico perché sempre più spesso leggo termini scurrili fuori da un contesto in cui possono essere accettati. Il turpiloquio può essere funzionale in un libro, può caratterizzare un personaggio, un ambiente, uno stato d'animo. Il problema è che troppo spesso viene inserito dove, invece, non sta affatto bene.

Per il resto, il romanzo è molto bello. Iris è una protagonista ben riuscita, con un background solido e una personalità definita. Riusciamo a comprenderla, a sentire il suo tormento attraverso le parole che l'autrice le attribuisce. Ho apprezzato la rinascita di questa donna, il punto di svolta del romanzo, il suo "no", urlato a un uomo che dice di amarla. Ma non è amore se lascia lividi. La Ryan fa passare molto bene questo messaggio e credo che sia fondamentale parlarne, anche alla luce di certi obbrobri telematici di cui la cronaca ci ha raccontato qualche giorno fa.
Apprezzabile è anche il personaggio di August, anche se più in ombra rispetto a Iris. August rappresenta ciò che dovrebbe essere l'amore: speranza, condivisione, libertà. Non è solo il buono della storia, è l'emblema dell'uomo che mette la sua donna al centro del mondo, espressione utilizzata nel romanzo che mi è piaciuta molto.

«Centrale», dice intrecciando le nostre dita e giocando con i capelli che mi ricadono sulle spalle. «Se tu fossi mia, Iris, non ci sarebbero dubbi sulla posizione che occuperesti nella mia vita, saresti il centro. Giocheresti nella posizione numero cinque».

August non è perfetto, non è un principe idilliaco e senza macchia, ma è un uomo vero, che combatte per la sua donna e che non desidera null'altro che la felicità di Iris.

Dal punto di vista stilistico c'è qualcosa da rivedere. Il ritmo narrativo è sicuramente buono, la sintassi è scorrevole, l'alternanza di dialogo e azione coinvolge il lettore spingendolo a continuare, a volerne sempre di più. L'autrice è brava a creare la suspense. Tuttavia, ci sono delle imprecisioni: oltre a ciò di cui ho parlato poco sopra, ho notato alcune incongruenze da sistemare, relativamente a salti temporali ed età di alcuni personaggi. Troviamo una bambina di nemmeno due anni che presenta comportamenti molto più maturi dell'età che ha. Ci sono molti salti temporali nella storia e qualche dettaglio manca di coerenza, in questo senso.

In conclusione, è sicuramente una bella storia, significativa, forte, coinvolgente. È un romance piuttosto impegnato, che affronta tematiche dure, ma che avrebbe potuto rendere il tutto migliore, con qualche accorgimento in più.


Valutazione: quattro stelle

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