Sognatori, oggi il blog partecipa al Review Tour del romanzo Vorrei solo averti qui di Kennedy Ryan, edito Newton Compton Editori. La nostra Martina l'ha letto e recensito per noi. Vediamo che cosa ne pensa.
Trama
August e Iris sanno di essere fatti l'uno per l'altra. Ma il tempismo dei loro incontri è sempre stato pessimo e così, nonostante la sintonia che c'era tra loro, hanno finito per prendere strade diverse. Lui è diventato una stella dell'NBA e lei combatte con la sua quotidianità. Ma non si sono mai dimenticati. Nel corso degli anni, nei loro momenti più bui, August e Iris ripensano all'unico, indimenticabile bacio che si sono scambiati. A quella notte, a quel bivio che ha cambiato le loro vite per sempre. E anche se sanno che è difficile, continuano a sperare in una seconda occasione.
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Il parere di Martina (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
Buongiorno, lettori. Oggi partecipo con piacere al review
party di una nuova uscita romance edita Newton Compton. Ho letto il primo
romanzo della Shot Series, scritta da Kennedy Ryan, che vede protagonista una
donna che affronterà una durissima sfida, Iris.
Il romanzo prende avvio dall'incontro casuale tra Iris e
August, promessa del basket, che si trovano per caso in un bar a commentare una
partita. Tra i due scatta qualcosa, anche se condividono solo una
conversazione. Eppure, né Iris né August dimenticheranno mai questo momento…
Iris, però, è fidanzata con il rivale di August, Caleb, che non è esattamente
il giocatore corretto e ammirevole che tutti credono. Alla rivalità sul campo
si aggiunge così la rivalità in amore tra i due ragazzi, ma Caleb è pronto a
giocare scorrettamente, anzi, a tirare fuori il lato più oscuro di sé. È così
che per Iris comincia un vero calvario, fatto di paura e violenza, di
reclusione e solitudine, dell'opprimente sensazione di essere in trappola. La
libertà è un miraggio lontano, così come lo sono diventati i sogni nel cassetto
di una ragazza talentuosa e appassionata. Caleb le porta via tutto, inclusa la
dignità. C'è una sola luce in fondo al tunnel, che porta il nome di August, ma
Iris deve prima trovare il coraggio di riprendere in mano la sua vita e
affrontare il mostro più terribile che ogni donna possa incontrare nella sua
vita.
Non aspettatevi un romanzo leggero, non è questo il caso.
Siamo di fronte a una storia forte, a un grido dell'autrice che racconta con
tanta crudezza una realtà che non conosciamo, a cui preferiamo non pensare. È
un tema scottante ed estremamente importante quello in cui si lancia la Ryan,
un atto di denuncia sociale nemmeno troppo nascosto, dietro una storia che
mette a confronto un amore vero e un sentimento perverso e malato che non ha
nome. Proprio per questa ragione, credo sia fondamentale andare con i piedi di
piombo, anzi con la penna di piombo, quando si scrivono queste tematiche.
Se la trama e la storia sono ben costruite e i personaggi
ben realizzati, ci sono degli elementi che sono stati, a mio avviso, delle vere
e proprie cadute di stile in un romanzo che potrebbe essere davvero ottimo. Non
so se sia una scelta del traduttore, o se l'autrice abbia volutamente
utilizzato determinati termini nella versione originale, ma sono rimasta
negativamente stupita da alcune scelte lessicali che non ho trovato per nulla
adatte al contesto. Preciso che le scene di violenza sono numerose, crude e
sono tutte vissute attraverso gli occhi di Iris, che ci racconta in prima
persona il supplizio subito. Ho trovato estremamente fuori luogo il termine
utilizzato da Iris per parlare delle sue stesse parti del corpo. Una
protagonista che viene violentata non può parlare di se stessa in questo modo
volgare e indelicato. È una scelta ricorrente all'interno del romanzo, che non
condivido per nulla, perché abbassa il tono e la qualità di queste scene molto
intese e coinvolgenti. Stride con il contesto, con la personalità di Iris,
persino con il messaggio che si cela dietro alla storia.
Sono molto attenta, come lettrice, alla scelta delle parole.
Non è indifferente utilizzare un termine o un altro in determinate situazioni e
mi rammarico perché sempre più spesso leggo termini scurrili fuori da un
contesto in cui possono essere accettati. Il turpiloquio può essere funzionale
in un libro, può caratterizzare un personaggio, un ambiente, uno stato d'animo.
Il problema è che troppo spesso viene inserito dove, invece, non sta affatto
bene.
Per il resto, il romanzo è molto bello. Iris è una
protagonista ben riuscita, con un background solido e una personalità definita.
Riusciamo a comprenderla, a sentire il suo tormento attraverso le parole che
l'autrice le attribuisce. Ho apprezzato la rinascita di questa donna, il punto
di svolta del romanzo, il suo "no", urlato a un uomo che dice di
amarla. Ma non è amore se lascia lividi. La Ryan fa passare molto bene questo
messaggio e credo che sia fondamentale parlarne, anche alla luce di certi
obbrobri telematici di cui la cronaca ci ha raccontato qualche giorno fa.
Apprezzabile è anche il personaggio di August, anche se più
in ombra rispetto a Iris. August rappresenta ciò che dovrebbe essere l'amore:
speranza, condivisione, libertà. Non è solo il buono della storia, è l'emblema
dell'uomo che mette la sua donna al centro del mondo, espressione utilizzata
nel romanzo che mi è piaciuta molto.
«Centrale», dice intrecciando le nostre dita e giocando
con i capelli che mi ricadono sulle spalle. «Se tu fossi mia, Iris, non ci
sarebbero dubbi sulla posizione che occuperesti nella mia vita, saresti il
centro. Giocheresti nella posizione numero cinque».
August non è perfetto, non è un principe idilliaco e senza
macchia, ma è un uomo vero, che combatte per la sua donna e che non desidera
null'altro che la felicità di Iris.
Dal punto di vista stilistico c'è qualcosa da rivedere. Il
ritmo narrativo è sicuramente buono, la sintassi è scorrevole, l'alternanza di
dialogo e azione coinvolge il lettore spingendolo a continuare, a volerne
sempre di più. L'autrice è brava a creare la suspense. Tuttavia, ci sono delle
imprecisioni: oltre a ciò di cui ho parlato poco sopra, ho notato alcune
incongruenze da sistemare, relativamente a salti temporali ed età di alcuni
personaggi. Troviamo una bambina di nemmeno due anni che presenta comportamenti
molto più maturi dell'età che ha. Ci sono molti salti temporali nella storia e
qualche dettaglio manca di coerenza, in questo senso.
In conclusione, è sicuramente una bella storia,
significativa, forte, coinvolgente. È un romance piuttosto impegnato, che
affronta tematiche dure, ma che avrebbe potuto rendere il tutto migliore, con
qualche accorgimento in più.
Valutazione: quattro stelle
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