sabato 20 novembre 2021

Recensione: Per il tuo nome soltanto di Arianna Di Luna

Sognatori, la nostra Mya ci parla oggi dell'ultimo romanzo di Arianna Di Luna, Per il tuo nome soltanto, edito Cignonero. Curiosi di scoprire tutto?



Trama

Saint-Denis, 1936. Le estati sulla Manica sono grigie e fredde. Lo sa bene Yvette Chambry, che trascorre le vacanze in Nord-Pas-de-Calais, a casa della nonna. Yvette ha dodici anni, vestiti e abitudini da maschiaccio, e una sconfinata ammirazione per i suoi cugini più grandi, Charlotte e Armand. E da qualche tempo ha anche una cotta per Aramis Leroux, il migliore amico di Armand. Ma sa bene che è un amore impossibile. Aramis la tratta gentilmente e non si prende gioco della sua goffaggine e del suo arrossire, ma ha dodici anni più di lei. Per lui, Yvette è solo una bambina.

Parigi, 1943. A diciannove anni appena compiuti, Yvette è rimasta sola in una Parigi occupata e pericolosa. I suoi genitori sono stati arrestati dai nazisti e l’unico modo per sopravvivere è raggiungere Saint-Denis, dove si trova tutto ciò che resta della sua famiglia: sua cugina Charlotte.
Ed è lì che si trova anche Aramis Leroux.
Yvette non ha mai smesso di pensare a lui, non ha mai dimenticato la cotta che aveva per quel ragazzo gentile. Ma Aramis non è più la persona che lei conosceva, e la notte in cui lo incontra per caso, Yvette si rende conto che è diventato gelido, crudele, feroce. E le fa paura, anche se sta dalla parte giusta. È un comandante partigiano, combatte per la Resistenza contro l’occupazione nazista.
E non si ricorda minimamente di lei, è convinto di non averla mai vista prima.
Dimenticarsi di lui è l’unica soluzione, ma pur non volendo Yvette deve fare i conti con la sua presenza, con l’attrazione che prova e che cerca di soffocare, senza rendersi conto che anche Aramis lotta per reprimere ciò che sente.
Perché Yvette non è più una bambina. È diventata una donna, una donna coraggiosa e testarda che non ha paura di sfidare la morte e i nazisti per amore della libertà. Una donna che non esita a imbracciare le armi per difendere il suo Paese dagli invasori tedeschi.
E Aramis se n’è accorto.
Lui, che ora la guarda con diffidenza e desiderio. Lui, che non può permettersi di volerla.
Perché volerla per sé significa spezzarle il cuore.
E più di tutto, volerla per sé significa metterla in pericolo.

*nel romanzo sono presenti scene destinate a un pubblico adulto. Se ne raccomanda una lettura consapevole.

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Il parere di Mya (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

 


Non amo particolarmente gli storici, al punto che, se posso, li evito. Conoscevo però la penna di Arianna di Luna ed ero consapevole delle sue potenzialità, quindi mi sono buttata a occhi chiusi. E sono davvero contenta di averlo fatto, perché anche stavolta l’autrice ha creato un romanzo a dir poco strepitoso. 

Merito di un amore epico, la cui potenza si intuisce fin dalle prime righe. Un amore che nasce nel cuore di una bambina appena dodicenne, che matura in silenzio insieme alla protagonista, che viene conservato con cura anche quando tutto sembra perduto. 

Un amore che infine sboccia, avvolgendo i protagonisti e, insieme a loro, ammaliando anche il lettore che, in quella casetta in Normandia, non è più soltanto spettatore di un amore diventato finalmente possibile, ma si ritrova a lasciare lì un pezzetto del proprio cuore.



«Ti amo da quando ho dodici anni.

Ti ho amato sempre, anche quando non c’eri.»

 

E se ho adorato tanto questa storia è merito anche dei protagonisti, Yvette e Aramis, che sono stati pensati e costruiti in maniera impeccabile, calati perfettamente nelle atmosfere cupe e tragiche della Francia occupata. Forse, per i puristi degli storici, il linguaggio potrebbe sembrare un po’ colorito e magari alcune espressioni un po’ troppo moderne per l’epoca, ma secondo me vocaboli e modi di fare sono stati dosati in maniera egregia, con il risultato che i dialoghi risultano più frizzanti e la storia scorre veloce, dalla prima all’ultima pagina.

Yvette è il personaggio che ho adorato di più. Considerando la sua giovane età, appena diciannovenne, e il contesto violento in cui ha dovuto crescere in quella Francia occupata del 1943, è incredibile come sia riuscita non solo a sopravvivere ma anche a tirare fuori una determinazione e un coraggio fuori dall’ordinario.

Yvette è una ragazza forte, ma al tempo stesso gentile, che pensa prima al benessere degli altri e poi a se stessa.
È una donna consapevole del proprio amore e del proprio destino, ma è anche in grado di farsi da parte, se la sua presenza dovesse arrecare danno all’unica persona rimasta della sua famiglia.
È una guerriera, che non esita a imbracciare un fucile per proteggere i suoi compagni e la terra che ama.
Insomma, Yvette è splendida. È la fiammella che resta sempre accesa, anche sotto le sferzate della tempesta più violenta. E se dovessi associarla a un sentimento opterei senz’altro per Speranza. Grazie al suo spirito indomito, è il personaggio più positivo e propositivo del romanzo.
 
Aramis lo conosciamo solo attraverso i pensieri e le parole di Yvette, ma l’autrice ha la straordinaria capacità di riuscire a dipingerlo comunque a tutto tondo, come se pure lui fosse una voce narrante.
Arianna Di Luna ce lo fa conoscere un poco alla volta, a strati, mostrandoci dapprima il guscio esterno, grezzo e ruvido per via della guerra, e poi ci rivela quelli più interni, intimi, che affiorano piano piano, grazie soprattutto alla presenza di Yvette. Ed è così che il soldato prepotente e arrogante, abituato a dare ordini, lascia intravedere l’uomo irreprensibile pronto a rischiare la propria vita pur di proteggere la ragazzina venuta da Parigi. L’autrice ci fa entrare nel suo cuore lentamente, scoprendo a poco a poco anche il dolce e meraviglioso Aramis che sarebbe potuto essere se la Storia avesse avuto un altro corso.

 


«Ogni notte tu hai dodici anni e io ne ho ventiquattro, la nostra vita deve 
ancora iniziare e tu sei già tra le mie braccia. E io ti amo, ragazzina. Forse 
non conta più niente, ma io ti amo.»

 

Il terzo protagonista del romanzo è la Storia, che ci ricorda il dramma vissuto dagli uomini e dalle donne di quell’epoca, il coraggio dei ribelli, l’arroganza degli invasori, i sacrifici dei partigiani. Storia e fiction si intrecciano in una combinazione di sentimenti ed emozioni che ti spinge a girare pagina dopo pagina, fino a un finale non del tutto scontato e che, confesso, mi ha strappato qualche lacrima.

Concludo facendo i miei complimenti ad Arianna di Luna per questa storia di speranza e riscatto, che consiglio sicuramente a chi ama gli storici ma che suggerisco anche a chi, come me, è sempre un po’ titubante di addentrarsi in storie ambientate nel passato. Io l’ho divorato e credo proprio lo farete anche voi.

Buona lettura!



Votazione: 5/5

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