Sognatori, la nostra Sonia Gi ci parla oggi del romanzo Fuga a cinque voci di Valerio Dalla Ragione, edito Press & Archeos. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Trama
Il signor E. ha un problema: che sogna, ma non può saperlo. E quando si
sveglia, continua a sognare – ma non può saperlo. Fra le mille e mille
immagini scatenate dalle sue visioni notturne, comincia a delinearsi
un’idea di base, un chi, e tanti perché: treni diretti al limite del
mondo conosciuto, tigri dai denti a sciabola; cosa ci fa il Taj Mahal in
Egitto?
...Il tempo di domandarlo, e un’altra corsa è già avviata,
c’è un’altra realtà in cui precipitare, un altro sogno, quel baratro di
paure e desideri che non può più scegliere di non vedere. Una menzogna,
una chimera saggiamente sofisticata – o una verità nuda, semplice,
incapace di essere imperfetta.
Una discesa labirintica nei mondi
interiori di un individuo attraverso una scrittura informale, visionaria
e a tratti sregolata che rivela lo stile di un sorprendente giovane
autore.
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Il parere di Sonia Gi (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
Pur non essendo voluminoso ammetto che non mi è stato di facile comprensione per cui ho impiegato più tempo del previsto nella lettura che mi è risultata alquanto ostica in alcuni punti a causa dello stile narrativo e del lessico e, malgrado io abbia compreso che facciano parte della scelta stilistica per farci immergere in quel caos che sono i sogni, l’ho trovato un po’ troppo articolato e confusionario.
“Non sa di sognare, e non può sapere di sognare.
Non può nemmeno immaginare di poter stare sognando.
Se potesse saperlo, se potesse solo immaginare di potersi immaginare di poterlo sapere e così via,
non starebbe sognando”
Come accade nei sogni le scene cambiano continuamente e a volte ci sono passaggi che diventano molto crudi, ma tutto fa parte del gioco, perché nei sogni è proprio quello che accade: un attimo prima sei seduto comodamente su un treno e un attimo dopo cadi da un aereo o vedi mozzare una testa senza che ci sia un evidente senso.
Dalla lettura emerge la grande cultura dello scrittore che spazia su vari argomenti che trovano posto fra i vari tasselli del racconto.
Trovo che la storia di fondo sia veramente molto bella (considerando anche il fatto che parte di ciò che è scritto è frutto di sogni che appartengono all’autore) ma non sono riuscita ad apprezzarla come avrei voluto per la lentezza con la quale procede e per l’utilizzo di giri di parole con termini così forbiti che in alcuni passaggi mi hanno innervosita e fatta sentire come se fossi seduta al banco di scuola invece che rilassata sul mio divano.
L’immagine scelta nella copertina trovo descriva benissimo il contenuto del libro: un mix di caos, disorientamento e confusione che ti accompagnano dalla prima all’ultima riga.
Valutazione: 3 stelle.
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