Sognatori, la nostra Meg ci parla oggi del romanzo di Irene Catocci, Arrogant Prince. Curiosi di scoprire tutto?
Trama
Mi chiamo Alfredo Van Leeuwen e sono l’erede al trono di Ardezia.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, potrei sembrare il principe azzurro delle fiabe,
ma non lo sono affatto: sono arrogante, cinico e non provo sentimenti per niente e nessuno.
E mi piace che sia così.
So cosa state pensando, che sono solo un uomo disilluso dall'amore.
Forse
è vero, ma adesso mi trovo nei guai fino al collo perché, per ordine di
mio padre, mi vedo costretto a trasferirmi a pochi metri da Inger Vink,
il mio castigo più grande e l’unica donna a cui abbia fatto scorgere
l’uomo dietro la corona.
Spero, con tutto quello che resta del mio
cuore, che la rabbia che lei prova per me, riesca a salvarmi dal
rivangare il viale dei ricordi in sua compagnia.
***
Mi chiamo Inger Vink e non credo nell'amore.
Il
principe delle favole è solo un imbroglio, io lo so bene perché ne ho
conosciuto uno tanto tempo fa che mi ha illusa, usata e poi gettata via
come un giocattolo rotto.
Credevo di essermi lasciata questa brutta
parentesi della mia vita alle spalle, ma quando Sua Altezza Reale torna
al castello dopo anni di lontananza, mi rendo conto che alcune cose sono
impossibili da dimenticare.
Lo odio con tutte le mie forze e preferirei annegare nella palude
prima di farmi di nuovo toccare da lui.
Non mi avrà.
Non mi farò più abbindolare dai suoi occhi turchesi e dal suo sorriso sbarazzino.
Questa è una promessa che ho fatto a me stessa tanto tempo fa e la manterrò a tutti i costi.
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Il parere di Meg (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)
Fin dalle primissime pagine è insopportabilmente snob, viziato, arrogante con tutto e tutti: convinto che tutto gli sia dovuto per nascita, ha vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita convinto di aver dimenticato, cancellato quello che era un amore di gioventù.
È un giovane profondamente solo, anche se circondato da tanti, troppi addetti alla sua persona; essere un erede al trono lo schiaccia nelle responsabilità da affrontare e nella piena consapevolezza di essere destinato a un matrimonio di convenienza ed apparenza.
«La solitudine è una cosa a cui ho fatto ben presto l’abitudine, perché si può essere soli anche in una stanza piena di gente che si inchina al tuo passaggio.»
Dopo dieci anni, infatti, rivede Inger, colei con cui aveva passato le estati fin da piccolo: tra loro uno di quegli amori che crescono da ragazzi, tra le corse e i profumi dell’estate, e che diventano subito forti ma che Alfredo aveva scelto di cancellare e dimenticare, sotto il peso delle responsabilità della corona.
È uno scontro fortissimo, dove i ricordi dolce-amari, le verità nascoste, il rimpianto, i segreti esplodono tra loro, riportando in vita un amore nutrito dall’odio per tutto il tempo in cui sono stati separati.
«Lei è riuscita a scalfire la mia corazza ed è stata l’unica ragazza a cui abbia permesso di conoscermi per quello che sono davvero. Lei, però, è anche quella che mi ha fatto capire che l’amore è solo un imbroglio della mente.
……………………
Ecco la sua strafottente arroganza. Lo amo anche per questo. Sono rimasta senza difesa. La fortezza a protezione del mio cuore è crollata e adesso è solo un mucchio di macerie. Non ho nessun appiglio su cui aggrapparmi.»
Una storia che, a mio personalissimo parere, ho trovato metà strada tra gli apparentemente freddi re del nord della Halle e gli scatenati principi della Chase, e per questo molto piacevole e interessante da leggere: un debutto negli historical per l’autrice che fa ben sperare nei seguiti possibili sui componenti di questa famiglia reale.
Infine devo segnalare la cover, che con il suo sguardo sfrontato e strafottente ci da perfettamente l’idea del protagonista (il modello è reale non un’immagine digitale, quindi bravo davvero!).
Valutazione: quattro stelle.
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