Nuova recensione ai drama. Pronti?
Trama
Oh Laura, rinomata scienziata, è stata costretta a separarsi dal figlio dopo la morte improvvisa del marito, poiché ricattata dal suocero. Per far fronte alla sua perdita, costruisce vari robot dotati di AI modellati su di lui, chiamandoli Nam Shin I, II e III. Decenni dopo, in seguito a un attentato alla sua vita, il vero Nam Shin finisce in coma e, per proteggere la sua posizione di erede di un chaebol, Laura invia Nam Shin III a prenderne il posto. Kang So-Bong era un membro della sicurezza di Nam Shin fino a quando non è stata licenziata dopo essere stata usata e umiliata dal ragazzo. Spinta da chi complotta contro Nam Shin, ne diventa la guardia del corpo ma è determinata ad andare in fondo ai suoi strani commenti e comportamenti. Le cose, tuttavia, iniziano a diventare complicate quando si innamora di lui e, scoperta la sua vera identità, se all’inizio ne resta sconvolta, decide di proteggerlo.
Genere: fantascienza, politica, romantico
Recensione
Quando perdi tutto, nella vita, le scelte compiute possono rivelarsi salvezza o rovina. Su questo e sull’importanza dell’amore si basa la trama del drama Are you human too (Sei umano anche tu?), perché la storia di Nam Shin e del suo alter ego umanoide, Nam Shin III, è incentrata proprio su questo. Dopo la morte improvvisa del padre ed essere stato allontanato dalla madre in seguito a uno spietato ricatto da parte del nonno, Nam Shin è costretto a vivere con quest’ultimo per diventarne l’erede. Solo in un mondo che non ha mai ritenuto proprio e segnato dalla lontananza con la genitrice, vive in maniera quasi apatica, per niente interessato alla compagnia che dovrebbe diventare sua e, nella lotta contro quella famiglia che gli ha tolto ogni affetto, Nam Shin perde se stesso diventando egoista, insensibile, irascibile e spesso crudele. Tutto cambia quando, mentre cerca di ritrovare la madre, il ragazzo resta coinvolto in un incidente che quasi lo ammazza e, per preservarne la posizione, viene temporaneamente sostituito, in segreto, da Nam Shin III.
Identico nell’aspetto ma molto diverso negli atteggiamenti, il robot cercherà di essere quanto più simile possibile a quello che considera il suo fratello umano, tuttavia, la presenza dell’umanoide cambierà molte cose e creerà, in alcuni contesti, una stabilità che non esisteva, mettendo al contempo in discussione l’intera vita del giovane in coma. In questo drama, incentrato sull’importanza dei sentimenti e dell’amore, non si può non restare toccati dalla fragilità di un ragazzo che pensa di aver perso tutto a causa di una macchina, così come non si può non restare affascinati da un robot che sembra molto più umano dei molti altri protagonisti della vicenda e che, pur essendo un congegno meccanico, cerca di migliorarsi e comprendere i propri errori.
Ciò che colpisce è, difatti, proprio il desiderio di Nam Shin III di voler essere umano e la sua curiosità su quello che una persona vera dovrebbe fare o sentire. Il confronto con la sua versione umana è ciò che fa star male, durante la visione del drama, mentre ciò che sconvolge sono il desiderio dell’uno di sentirsi accettato e, dell’altro, la paura di essere sostituito e abbandonato ancora una volta. La crudeltà di Nam Shin si contrappone al desiderio di Nam Shin III di mettere gli altri sopra ogni cosa e, questo, spinge a tifare per l’umanoide fino a rattristarsi per lui.
La lotta tra il bene e il male si alterna, lascia col fiato sospeso e, fino alla fine, la serie non consente di capire come si evolverà la storia e chi, tra i due protagonisti, la spunterà. Vincerà il desiderio di vendetta oppure la voglia di sentirsi amato pur essendo diverso? La diversità di Nam Shin III, infatti, è un altro tema portante del drama, così come il suo desiderio di essere accettato. Il personaggio, pur non provando veri sentimenti, riesce a trasmettere la propria tristezza ogni qualvolta viene messo in discussione.
Altro elemento a favore di questa serie ritengo sia l’eccezionale interpretazione di Seo Kang-Joon che, sia nei panni di Nam Shin che in quelli di Nam Shin III, dimostra le sue doti artistiche e la sua versatilità. Con la sola espressione e il modo di muoversi e parlare, questo giovane attore è riuscito a dare spessore a due personaggi completamente differenti, a consentire di riconoscere chi fosse l’uno o l’altro grazie a un’occhiata e non penso sia affatto semplice.
Per questo consiglio la visione di Sei umano anche tu e vi lascio con un quesito: può un robot essere migliore di un umano e, grazie al suo spirito di sacrificio, cambiare le carte in tavola e migliorare la vita di chi gli sta intorno? A voi scoprire la risposta 😊
Voto: 8
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