domenica 24 gennaio 2021

#Dramamania55: Vagabond a cura di Mariarosaria Guarino

 

 Buona domenica e bentornati con la rubrica dedicata alle recensioni dei drama. Curiosi?

 


Trama

 

Un misterioso incidente aereo uccide oltre 211 civili, tra cui il nipote di Cha Dal-Gun. Determinato a scoprire la verità dietro l'incidente, Cha Dal-Gun intraprende un'indagine che lo porta a una rete aggrovigliata di corruzione. La sua vita si intreccia con Go Hae-Ri un agente di copertura per il National Intelligence Service.

 

Genere: Azione

Recensione

 

Cosa accade quando ti viene portata via l’unica famiglia che hai e capisci, da un’immagine, che non si è trattato di un incidente come tutti dichiarano? Cosa succede se nessuno crede a quello che dici e, improvvisamente, capisci che stanno tentando di ammazzarti? Questo è il centro della trama di questa storia a dir poco esplosiva. Quasi paragonabile all’eccezionale K2, la storia si regge soprattutto grazie alla bravura indiscussa di Lee Seung-Gi che, nei sedici episodi di cui si compone la vicenda, ha dato il meglio di sé sia nelle parti sentimentali che in quelle d’azione, rivelandosi un attore dalle doti uniche.

In Vagabond il dolore, palpabile in ogni episodio, è quello che lascia il segno nello spettatore. A differenza della serie Americane cui siamo abituati, infatti, la sofferenza per chi non c’è più non sparisce dopo che il protagonista ha deciso di vendicarsi ma è come un’ombra che Cha Dal-Gun si porta dietro come un fardello che, di tanto in tanto, torna a togliergli il respiro. Il protagonista è determinato, forte, pronto a fare qualunque cosa, eppure è sensibile, vulnerabile, e lo dimostra passo dopo passo senza mai smentirsi. La trama, tra atti terroristici, intrighi politici e cospirazioni, è intrigata eppure si lascia seguire poiché ricca di suspence e intervallata, nelle parti più complesse, dalle scene d’azione che, spesso, tolgono il fiato. Certo, alcune riprese un po' incerte hanno lasciato a desiderare e ho trovato che delle scene fossero eccessive e inverosimili, cosa che mi ha fatto storcere il naso, ma nell’insieme Vagabond non mi è dispiaciuto e credo si possa definire un buon lavoro. Ultimo appunto: i coreani sono sempre concisi nelle serie TV e difficilmente gli episodi sono oltre i sedici, se da un’ora ciascuno, per cui… com’è venuto in mente agli autori di lasciare il finale aperto? Spero seriamente che Netflix decida presto di mandare in onda la seconda stagione, perché Cha Dal-Gun ha bisogno del sostegno di noi appassionati… o è il contrario? 😉

 

Voto: 3,5/5

 

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