Autore: Jennifer Miller
Serie: Deadly Sins Series #2
Genere: Sport Romance, New Adult
Data di uscita digitale: 2 aprile 2019
Progetto grafico: Angelice
Trama:
Qualcuno sostiene che aggrapparsi alla collera sia come bere del veleno e poi aspettarsi che sia l’altra persona a morire. Io lo faccio comunque e lascio che pian piano mi consumi divorando tutto ciò che sono; al contempo però combatto, per nascondere al mondo tutto ciò che di brutto c’è di me.
Continuo così finché non la incontro.
Lei è come un balsamo rinfrescante per ciò che mi affligge; lei addolcisce la collera che ruggisce dentro di me e, senza saperlo, lei sta guarendo ciò che è rotto.
Sono deciso a tenerla con me, a farla mia, ma...
Ma cosa accadrà quando vedrà il mostro sotto la superficie?
Mi resterà accanto?
E cosa farò, io, con i sussurri che tormentano la mia mente e che mi dicono che anche lei sta nascondendo qualcosa?
L’amore può essere costruito sulle bugie o le braci dei nostri segreti accenderanno le fiamme che finiranno col consumarci entrambi?
Il colpo successivo che ricevo è un calcio al fianco che si diffonde
come un’onda fino alle dita dei piedi, e devo concentrarmi per evitare
di cadere sulle ginocchia mentre il dolore mi attraversa il corpo come
una scossa. Un ronzio lento si fa strada nelle mie orecchie, e io
stringo i denti cercando di reagire.
Conosco ciò che sta per arrivare. È solo questione di tempo, ma arriverà, e la verità è che non sono nemmeno sicuro del perché la combatto. Ultimamente, sembra sempre meno importante arginarla.
La rabbia.
No, mi correggo, non è solo rabbia. Questa definizione non è profonda abbastanza, vasta abbastanza per rendere conto di quello che provo. La rabbia è una spiegazione troppo semplice e non si avvicina nemmeno lontanamente alla sensazione che provo. L’onda che monta dentro di me può essere descritta solo come furore, parte dalle viscere e all’improvviso esplode con un calore così intenso che mi consuma pian piano. Mi fa allargare le narici e fare respiri corti, digrignare i denti e serrare i pugni. Credo che si possa paragonare a un fiammifero che viene acceso, un bastoncino di legno all'inizio completamente statico, almeno finché non colpisce la superficie ruvida e si infiamma. È selvaggio e di una bellezza incredibile, ma può facilmente andare fuori controllo, soprattutto se alimentato.
È violento.
Incontrollabile.
Gli occhi del mio avversario incontrano i miei e all’improvviso si spalancano di fronte allo sguardo feroce che prima era assente, come se vedesse finalmente il “vero me”. Quando combatto, il mio avversario non ha importanza, è una faccia qualunque, un lottatore a caso.
Conosco ciò che sta per arrivare. È solo questione di tempo, ma arriverà, e la verità è che non sono nemmeno sicuro del perché la combatto. Ultimamente, sembra sempre meno importante arginarla.
La rabbia.
No, mi correggo, non è solo rabbia. Questa definizione non è profonda abbastanza, vasta abbastanza per rendere conto di quello che provo. La rabbia è una spiegazione troppo semplice e non si avvicina nemmeno lontanamente alla sensazione che provo. L’onda che monta dentro di me può essere descritta solo come furore, parte dalle viscere e all’improvviso esplode con un calore così intenso che mi consuma pian piano. Mi fa allargare le narici e fare respiri corti, digrignare i denti e serrare i pugni. Credo che si possa paragonare a un fiammifero che viene acceso, un bastoncino di legno all'inizio completamente statico, almeno finché non colpisce la superficie ruvida e si infiamma. È selvaggio e di una bellezza incredibile, ma può facilmente andare fuori controllo, soprattutto se alimentato.
È violento.
Incontrollabile.
Gli occhi del mio avversario incontrano i miei e all’improvviso si spalancano di fronte allo sguardo feroce che prima era assente, come se vedesse finalmente il “vero me”. Quando combatto, il mio avversario non ha importanza, è una faccia qualunque, un lottatore a caso.
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