Sognatori, oggi la nostra Meg ci parla del romanzo Cose che abbiamo dimenticato di Lucy Score, edito Newton Compton Editori. Pronti a scoprire tutti i dettagli?
Trama
Lucian Rollins è un uomo d’affari spietato. Deciso a cancellare la cattiva reputazione della famiglia, trascorre ogni minuto della vita a costruire il suo impero: denaro e potere sono la sua sicurezza ed è disposto a tutto per ottenerli. A mettergli i bastoni tra le ruote, però, arriva Sloane Walton, un’esuberante bibliotecaria determinata a ottenere giustizia per un torto subito anni prima da suo padre per mano dei Rollins. Legati da un antico segreto, Lucian e Sloane si detestano apertamente e diffidano l’uno dell’altra. Tuttavia, per caso, col passare del tempo i battibecchi accendono le fiamme della passione e spegnerle diventa impossibile. Talvolta, però, neanche l’amore riesce a colmare le differenze tra due persone agli antipodi, che desiderano per il futuro cose diverse. Lucian e Sloane riusciranno a trovare un punto di incontro o il sentimento che li unisce non sarà abbastanza?
Il parere di Meg (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
Ultimo volume di questa serie e forse quello più atteso, perché la storia di Lucien, detto anche Lucifero, si era intravista e prometteva di essere interessante.
Dei tre amici è quello che vive e lavora a Washington, dirigendo una di quelle società capaci di creare e distruggere politici, uomini di successo, o persone chiave del mondo finanziario: lontanissimo da quel ragazzo di un tempo, vittima di abusi familiari, Lucien Rollins è un uomo che si è letteralmente costruito un’immagine, un nome, lasciano dietro tutto di Knockemout, la piccola città dove è ambientata questa serie, tranne i suoi amici e la famiglia Walton.
I Walton sono i vicini che lo hanno accolto, cresciuto, amato, difeso; i Walton gli hanno permesso di essere se stesso sempre, e ora che il capostipite Simon è morto, Lucien deve fare i conti con se stesso e con Sloane, la figlia bibliotecaria e occhialuta che lo ha sempre difeso.
Capiamo subito che quel qualcosa che entrambi hanno dimenticato è quello che ad oggi li porta a essere sempre offensivi l’uno con l’altro, opposti, come a nascondere quel dolore che risale a tanto tempo fa. Fa tanti errori in questa storia, Lucien dimostrando sì la sua fragilità ma anche la capacità di riconoscerli quegli errori e porci rimedio.
«Nessuno dei due era intenzionato a perdonare o
dimenticare. Avremmo semplicemente continuato a fingere, come se la cosa non ci
stesse ancora divorando.»
I loro sono dialoghi crudi, senza “grazie” o “prego”, ma alla continua ricerca della lontananza, del rifiuto, perché quello che è successo li ha divisi e li ha legati, perché la speranza in entrambi è diventato altro.
Sloane che lo accoglieva parlando di libri, Sloane che si è letteralmente frapposta fra lui e suo padre, Sloane che gli tiene sempre e comunque testa, è quella di cui lui si ritiene indegno, ma è quella di cui non può fare a meno.
«Ogni mattina, non vedevo l’ora di scoprire quale
rossetto avrebbe scelto. Più audace era il colore, più combattivo
l’atteggiamento. Adoravo da morire starle così vicino. E al tempo stesso,
detestavo l’infinitesimale distanza che riusciva a frapporre tra noi. Volevo
tutto quanto. Volevo tutto id lei, e non mi sarei arreso fino a che non mi
avesse considerato sufficientemente degno di averla.»
La storia si apre su più piani, temporali e narrativi, rientrando nello sviluppo di due personaggi che devono all’oggi ritrovare un incastro che li aveva legati più di un ventennio prima, con lo stile mai banale della Score, con dialoghi e monologhi ben dosati, e in questo volume con una parte “hot” assolutamente ben calibrata e proporzionata ai protagonisti.
Un libro che non delude e che ci regala due epiloghi avanti nel tempo assolutamente perfetti.
«Sembrava una magia. Noi eravamo magici.»
Valutazione: 5 stelle!
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