Sognatori, la nostra Mariarosaria ci parla oggi del romanzo The penalty box di Melissa Pratelli, terzo volume autoconclusivo della Serie Off-Love. Pronti a scoprire tutti i dettagli?
Trama
«Ci sono io con te, adesso. Non ti accadrà più niente di brutto, te lo giuro.»
Dopo quella notte, tutto è cambiato.
Sono finita in un buco nero fatto di paura, sfiducia e rifiuto. Riemergere dall’oscurità è difficile, ma non voglio essere per sempre la vittima di una violenza. Desidero tornare a essere Iris.
Penso spesso al ragazzo che mi ha soccorso quella sera. Lui mi ha dimostrato che c’è anche del buono intorno a me ed è a questo che mi sono aggrappata per andare avanti. Mi sono aggrappata a lui, anche se non so chi sia. Le uniche prove della sua esistenza sono una felpa, il suo profumo e una frase sussurrata all’orecchio.
Due ragazzi mi hanno distrutto quella sera, uno mi ha salvata.
Ho sempre pensato che il ghiaccio fosse la mia casa, l’unica cosa in grado di farmi sentire libero, di mettere a tacere i pensieri.
Poi ho rivisto lei e tutto è cambiato.
Iris, la ragazza che ho soccorso a quella maledetta festa lo scorso semestre. Dovrei starle alla larga, perché non voglio che sappia chi sono, ma farlo è più difficile del previsto. La mia mente torna sempre a lei e io non riesco a evitarlo.
Eppure, più vado avanti, più tenerle nascosta la verità fa male e ho paura che, quando Iris scoprirà ogni cosa, finirò in panca puniti a vita. Ciononostante, sono disposto a tutto pur di proteggerla, anche a rinunciare al mio posto nella squadra di hockey.
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Il parere di Mariarosaria (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)
Non vedevo l’ora di tornare a Denver e rincontrare i Pioneers, devo ammetterlo, soprattutto perché aspettavo la storia di Landon e vi annuncio che non mi ha affatto delusa, anzi, mi ha dato la carica e trasmesso la speranza che anche nei momenti più bui si può sempre trovare la strada che ci riporta alla serenità. The penalty box mi ha conquistata subito e non solo per lo sport, che anche stavolta è parte fondamentale della storia, ma per il senso di familiarità che ormai mi trasmettono i personaggi, come una grande famiglia sempre pronta ad accoglierti e, soprattutto, per il tema trattato che è estremamente attuale e delicato.
Già in Delay of game si era intuito che questo romanzo sarebbe stato differente dai precedenti e forse, per alcuni autori, trattare nel modo giusto il trauma affrontato dalla protagonista poteva rivelarsi complicato, mentre l’autrice, con la solita maestria, ci riesce nel modo giusto coinvolgendo il lettore affinché si senta partecipe del disagio di Iris e della sua fatica nel ritrovare se stessa, affrontare la vita e rialzarsi dopo essere stata privata brutalmente di ciò che aveva.
La profondità della storia si intuisce sin dal principio, quando ci si trova davanti a una ragazza spezzata che cerca in ogni modo di rialzarsi, colpevolizzandosi senza ragione per un crimine di cui è stata vittima. Entrare nella sua testa, assistere al tormento che non le dà pace e alle debolezze che la caratterizzano, assieme alla forza di cui non è all’inizio consapevole e che, piano piano, la spingerà a reagire, si dimostra semplice e immediato. Per tutto il tempo mi è sembrato di camminare al suo fianco, di poterla vedere e scorgerne il dolore, mentre il desiderio incontrollato di darle forza mi faceva tremare assieme a lei. La sofferenza di Iris arriva tutta, mentre si procede con la lettura, ed è un colpo al cuore.
Lo stesso è accaduto con Landon, dotato di una sensibilità che lo fa amare sin dall’inizio e ci consente di entrare in sintonia con il suo intenso desiderio di protezione e la sua enorme forza. Sincero nei limiti del consentito, visto che ha deciso di non rivelare a Iris quale ruolo avuto nella vicenda che le ha cambiato la vita, ma anche cocciuto, simpatico e forte come pochi nell’affrontare gli avversari sul ghiaccio e nella quotidianità. Landon è forza e debolezza. Ha una personalità rassicurante e brillante come la luce di un faro, capace di aiutare chi ne ha bisogno, eppure si punisce ingiustamente credendo, ogni volta, di non aver fatto abbastanza. Domina il ghiaccio senza fatica, come una tigre, sentendo il bisogno fisico di sentirlo sotto i pattini e scivolarci sopra per non dimenticare chi è, per affrontare i problemi e sentirsi libero. Pattinare è parte di lui e vederlo bisognoso di tornare a fare ciò che gli piace, mentre affronta i suoi demoni, lo rende fragile in un modo che conquista e rende impossibile non amarlo.
Entrambi i protagonisti di The penalty box, quindi, sono come stelle brillanti che, solo insieme, formano la costellazione più bella.
Come sempre Melissa riesce a dare il giusto spessore alle emozioni dei personaggi affinché raggiungano il cuore di chi legge, insinuandosi in profondità e mettendo radici fino a far soffrire e imprecare con loro, desiderosi di stringere Iris in un abbraccio quando sta per cedere o urlare contro quel testone di Landon nel momento in cui notiamo che sta per fare una cavolata.
Nel romanzo frasi meravigliose e attimi intensi si alternano a momenti di suspence in cui tutto sembra capovolgersi per cambiare le carte in tavola, mentre la vita dei nostri protagonisti subisce uno scossone profondo prima di ricomporsi, pezzo dopo pezzo, e ritrovare il giusto equilibrio.
Ovviamente consiglio assolutamente la lettura di questa storia e aspetto Kellan al varco, perché… pucci pucci… non smetterò di pensarci fino al prossimo volume e non vi spiegherò cosa significa. Se siete curiosi dovete capirlo da soli.
Valutazione: 5 stelle!
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