giovedì 28 novembre 2019

Review Tour in anteprima: Fuga di morte di Sheng Keyi

Buongiorno sognatori, oggi il blog partecipa al Review Tour del romanzo di Sheng Keyi, Fuga di morte edito Fazi Editore. La nostra Milena l'ha letto in anteprima per noi. Curiosi di sapere la sua opinione?

Trama

Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall’altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall’alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.
Rifiutato in Cina per il suo contenuto controverso e pubblicato per la prima volta in inglese, Fuga di morte rappresenta il coraggioso tentativo da parte della sua autrice di confrontarsi con l’eredità della protesta di Tienanmen e della sua aspra repressione. Sheng Keyi costruisce due immagini contrapposte di deriva totalitaria e, misurandosi con il tabù che aleggia sugli eventi del 1989, si afferma come una delle voci più interessanti della narrativa cinese contemporanea.

«Sheng Keyi è una scrittrice coraggiosa e talentuosa. Il suo stile audace e stravagante è pieno di vitalità».
Mo Yan


«Sheng Keyi è un astro nascente della letteratura».
«The New York Times»

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Il parere di Milena (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)


Questo non è un libro facile ma, come tutte le cose che richiedono impegno, la sua lettura offre il conforto della gratificazione e il piacere della riflessione su temi che troppo spesso riteniamo non siano "affar nostro". Dittatura e repressione sono parole che pensiamo appartengano al passato e la censura ci sembra una pratica medievale. Ma non è così.
Fuga di morte potrebbe all'apparenza sembrare una favola strana, un romanzo distopico un po' troppo allegorico, con un protagonista neppure tanto simpatico. A uno sguardo più attento però, il suo significato profondo si dipana in una storia affascinante, metafora dei totalitarismi e delle tragedie che da essi scaturiscono. Anche da quelli che sembrano utopie. Così, in realtà Yuan Mengliu, un po' poeta e un po' chirurgo, si palesa sí come un protagonista altero ma anche come un uomo in conflitto con se stesso, che maschera il proprio dolore con comportamenti egoisti.
La scrittura dell'autrice ha la forza evocativa della poesia e al tempo stesso la delicatezza della letteratura orientale, che con le parole sa giocare fino a trasformarle in musica.
Fuga di morte è un libro che va letto per vari motivi: è un modo piacevole per approfondire la storia recente; è un omaggio al sacrificio dei tanti, troppi, giovani che hanno perso la vita in Piazza Tienanmen; è un romanzo con una poetica diversa, culturalmente altra da quella occidentale, ma che porta un messaggio incredibilmente universale.

Votazione: 5 stelle!


Estratti


“L’uomo sincero è morto, l’ipocrita è ancora vivo; l’uomo entusiasta è morto, seppellito dall’indifferente...”

Il suo viso sfregava contro il petto di Yuan Mengliu quasi a produrre la scintilla di una promessa d’amore eterno, che fece risplendere i loro volti di una luce intensa come quella del sole di metà mattina.

Le parole dell’annunciatore avevano un suono smozzicato, come se stesse masticando miriadi di proiettili pronti a scagliarsi contro gli uccelli in volo.

Era profondamente combattuto, da una parte provava odio per i ribelli che avevano occupato la sua terra, dall’altra era grato ai nuovi governanti, per cui cantava inni di lode. Ma di notte, quando era solo, provava vergogna per se stesso.

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