sabato 2 novembre 2019

Recensione: Plight – Promessa di matrimonio di KM Golland - tappa finale del Blogtour


Buongiorno sognatori, concludiamo il blogtour con la recensione di Plight - Promessa di matrimonio di KM Golland edito Triskell Edizioni. La nostra Milena l'ha letto per noi. Curiosi di sapere cosa ne pensa? Vediamo i dettagli.

Trama

Plight [plahyt]
Sostantivo: una situazione difficile, o spiacevole.
Verbo: impegno o promessa solenne. Fidanzamento ufficiale prima del matrimonio.

Mi sono promessa a un uomo. Beh, tecnicamente a un ragazzo. Avevamo otto anni ed eravamo vicini di casa. Mi ha regalato un Cheezel, me lo ha infilato al dito e mi ha chiesto di sposarlo.
Quel Cheezel me lo sono mangiato.
Ho anche risposto di sì, ma che avremmo dovuto aspettare finché non avessimo avuto trent’anni.
La scorsa settimana ne ho compiuti trenta e adesso lui vuole riscuotere quella promessa.
A parte gli scherzi, Elliot Parker è matto se pensa che, di punto in bianco, con un messaggio privato su Facebook, possa stipulare il diritto vincolante di un accordo contrattuale verbale, che suggellerà il nostro fidanzamento del cazzo, di ventidue anni fa.
Matto.
Però, chissà se è davvero come nella foto del profilo?

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Il parere di Milena (prodotto fornito dalla Casa Editrice)

Elliot e Danielle sono amici d'infanzia e, come spesso succede, a un certo punto, si sono persi di vista. Ma la loro amicizia era stata speciale: insieme avevano affrontato situazioni difficili e si erano addirittura scambiati una promessa di matrimonio.
Dopo diciassette anni, all'improvviso e con modalità che potrebbero sembrare quelle di uno stalker, Elliot riappare nella vita di Danielle. È diventato un avvocato penalista, vive in un lussuoso appartamento e si è trasformato in un bellissimo uomo. Danielle, nel frattempo, ha trovato un buon lavoro e vive con il suo cane e Chris, un amico.
L'amore riuscirà a riportare i due protagonisti ciascuno nella vita dell'altro?
È il primo romanzo che leggo di questa autrice australiana. Alla casa editrice Triskell va il merito di aver portato in Italia una penna brillante e ironica. Nonostante la traduzione non sia particolarmente accurata (un vero peccato) , ho letto con piacere questa storia. Il mio giudizio, dunque, è relativo alla trama e allo stile dell'autrice, che si riesce comunque a percepire nitidamente.
Il romanzo, ambientato a Melbourne, è scritto in prima persona e alterna il punto di vista maschile a quello femminile. La trama è costruita molto bene e, pur rispettando i canoni classici del romance, risulta originale. Gli aspetti psicologici e il passato comune dei due protagonisti sono svelati un po' alla volta, fornendo al lettore una spiegazione verosimile dei comportamenti dei due amici.
Danielle è una ragazza all'apparenza sicura e felice. Nel corso del racconto, l'autrice ci svelerà le sue debolezze e lo farà con maestria, senza scendere nel patetico, pur toccando argomenti delicati, mantenendo un tono leggero ma non superficiale. Elliot, dal canto suo, è un personaggio vero, a tutto tondo. Un uomo realizzato ma perseguitato dal senso di colpa. Bello ma possibile, saccente ma non arrogante, dolce ma sensuale.
Plight regala al lettore qualche ora di svago e di risate, senza disdegnare una riflessione più profonda sui sentimenti. Le scene di sesso sono ben gestite e alternano momenti di ironia ad altri più sensuali, sempre con uno stile molto diretto. Si abusa un po' troppo, a mio parere, del termine "cazzo" ripetuto circa cento volte, sia come intercalare, sia come esclamazione che come riferimento fisico.

Votazione: 4 stelle!

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