martedì 8 agosto 2023

Recensione: Il cadavere sotto la neve di Stuart MacBride

Sognatori, la nostra Debora ci parla oggi del romanzo Il cadavere sotto la neve di Stuart MacBride edito Newton Compton Editori. Pronti a scoprire tutti i dettagli?



Trama

Mark Bishop sta morendo. Ecco perché gli hanno concesso la scarcerazione anticipata e perché il detective Edward Reekie ha ricevuto l’incarico di scortarlo a Glenfarach, nella casa in cui passerà i suoi ultimi mesi di vita. Sulle prime, il paesino innevato sembra un luogo pittoresco e sonnolento immerso nel cuore del Cairngorms National Park. Ma le apparenze ingannano, e mai come in questo caso sono lontane dalla verità. Il posto è pieno di telecamere di sicurezza, e vige un severo coprifuoco, perché Glenfarach, in realtà, è il rifugio destinato a chi ha finito di scontare la propria pena ma non può essere reinserito in società per motivi di sicurezza. Compito di Edward è lasciare lì Mark Bishop per poi tornarsene ad Aberdeen, prima che la bufera di neve in arrivo isoli la zona. Ma quando viene scoperto il corpo di un ex poliziotto, qualcuno deve prendere in mano la situazione. La bufera incalza, la tensione sale vertiginosamente e il tempo stringe. A Glenfarach sta succedendo qualcosa di terribile e Edward non ha scelta: deve fare il suo dovere.
Di chi puoi fidarti quando tutti sono colpevoli?

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Il parere di Debora (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)


Edward Reekie, giovane agente della polizia scozzese e uno dei protagonisti del romanzo, viene sepolto nelle primissime pagine. E a scavare la sua fossa, in un paesaggio coperto da una nevicata inclemente, è il suo capo, ovvero l’ispettrice Victoria Elizabeth Montgomery Porter. È così che si apre “Il cadavere sotto la neve”, il thriller di Stuart Mac Bride, pubblicato da Newton Compton con la traduzione di Enrico Bucci. Sconvolgente, vero?

Con un’apertura del genere, si deve necessariamente proseguire con la lettura per capire cosa abbia condotto il protagonista a quella fine infame. La narrazione pertanto riparte da qualche tempo prima e vede i due protagonisti, Edward e Victoria, alle prese con il trasferimento di un anziano criminale, ormai in fin di vita, dal carcere a quella che appare come una ridente località, in mezzo a montagne e boschi nel cuore della Scozia, nata per “tenere criminali e violentatori lontani dal resto del mondo” (cit.).

Glenfarach ospita una variegata popolazione che include stupratori, pedofili, poliziotti corrotti, piromani, truffatori, assassini e via di seguito, ognuno dei quali può girare liberamente all’interno del villaggio dall’apparenza idilliaca (fino ad essere inquietante) e nei boschi circostanti, pur rispettando il coprifuoco e rimanendo entro una certa distanza, garantita dalla cavigliera elettronica che tutti devono indossare.

Sulla via di ritorno verso Aberdeen, però, l’agente Reekie e il suo scorbutico supervisore vengono richiamati al villaggio perché è stato ritrovato un cadavere. Da qui si sviluppa una trama complessa e articolata, perché le vittime saranno più di una, e sempre torturate e seviziate in maniera aberrante, il tutto sotto un’implacabile bufera di neve che impedisce qualsiasi aiuto dall’esterno e rende le indagini estenuanti.

Sebbene abbia faticato nella parte centrale del romanzo, devo ammettere che da un certo punto in poi l’adrenalina mi ha completamente travolto, perché MacBride ci regala una serie di rovesciamenti di fronti continui che spingono a chiedersi chi sono davvero i buoni e i cattivi, il tutto condito dai commenti sardonici del giovane Reekie (“come non amare i propri superiori quando sono così instabili, arrabbiati e sbraitanti?” cit.) che alleggeriscono una trama a tratti angosciante.

Un crescendo di avvenimenti e di rivelazioni che vi impediranno di interrompere la lettura prima di sapere come va a finire.

Valutazione: 4,5 stelle.

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