giovedì 30 maggio 2019

Recensione: L'anello di Beatrice di Chiara Cipolla (dilogia)

Sognatori, la nostra Martina oggi ci parla della dilogia di Chiara Cipolla, L'anello di Beatrice. Curiosi di scoprire la sua opinione?


Trama

Emma è una supplente di matematica, delusa dagli uomini, che accetta a malincuore l’ennesimo appuntamento al buio organizzato dagli amici: Gianluca e Vittorio. Il primo le ha fatto da padre, fratello maggiore e migliore amico, il secondo è da sempre segretamente innamorato di lei.
È così che Emma conosce l’affascinante ed eclettico Edward, professore di Storia Antica all’Università di Oxford, in Italia per lavoro.
Non potrebbero essere più diversi: lei sogna il grande amore, quello che legge nei romanzi rosa; lui cerca solo avventure occasionali. Lei è carina, solare e sempre disponibile ad aiutare tutti; lui è schivo e spesso allergico alle relazioni umane. Eppure un’attrazione fortissima li coinvolge fin dal primo incontro e una passione travolgente li investe come un treno in corsa.
Quando tutto sembra ormai scritto, le ferite e i legami del passato di Edward e l’amico Vittorio, si insinuano fra di loro, almeno fino a quando il destino non farà il suo ingresso a Palazzo Pitti e l’anello che porta Emma al dito riporterà i protagonisti al punto dove tutto ha avuto inizio, costringendoli a rimettersi in gioco una volta per tutte.

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Il parere di Martina (prodotto fornito dall'autore)

La dilogia si apre presentandoci i personaggi principali che si riuniscono per una delle loro abituali cene del venerdì sera. È così che conosciamo Gianluca, Tiziana, Mirco, quello spaccone dell’ingegnere Vittorio e le sue donne… ma soprattutto conosciamo i protagonisti, Emma ed Edward, amico inglese di Vittorio che si è preso un anno sabatico per visitare l’Italia. 
Non si può non rimanere affascinati dal personaggio di Edward: intelligente, romantico, galante, dolce e ciò che si comprende dal romanzo è che tutto ciò è merito di Emma, che gli arriva immediatamente dritta al cuore. È un amore a prima vista il loro, che si snoda lungo tutta la storia attraversando alti e bassi. Già, perché ciò che nasce come una storia da favola non può rimanere per sempre tale… e quando Edward rientra in Inghilterra, seguito da Emma che si trasferisce nella piovosa Gran Bretagna pur di non lasciarselo scappare, cominciano i problemi. Le cose tra loro vanno a gonfie vele, il sesso è strepitoso e complimenti all’autrice per aver reso così bene le scene passionali, mai volgari ma assolutamente coinvolgenti. 
Tutto precipita quando entra in gioco l’odiosa, credetemi la odierete, madre del bell’inglesino. E da qui non vi svelo altro perché dalla fine del primo libro alla fine del secondo è un susseguirsi di colpi di scena, che mi hanno fatta piangere disperata a un certo punto. C’è un momento particolarmente drammatico nella storia, dove viviamo insieme a Emma un dolore devastante, in grado di annientare la vitalità che caratterizza la protagonista. È un dolore profondo, struggente, che arriva attraverso parole delicate che raccontano di momenti forti, scene che ci rubano il cuore e che ci proiettano nelle paure più profonde di ciascuno. E poi quel lento risalire, in cui apprezziamo tutti i personaggi secondari, in particolare Vittorio, trovandoci incredibilmente a fare il tifo per lui. 
Un lento risalire di cui è protagonista l’inattesa e dolcissima Beatrice, che porta con sé la speranza e la voglia di vivere, nonostante tutto. È davvero commovente il legame che si instaura tra Beatrice e gli amici di Emma. Chiara ha saputo far passare il messaggio della gioia che una bimba può portare con sé, anche nei momenti più terribili. 
Così conosciamo nuove forme di amore, perché alla fine è questo il vero protagonista del racconto, un amore che si snoda in mille volti e abiti differenti, che unisce e separa, che è dolce e crudele allo stesso tempo. Che dire dei due protagonisti? Edward è un personaggio meravigliosamente costruito, con la sua ambivalenza e i suoi segreti, i suoi sbalzi d’umore e quel peso che si porta dentro tanto da renderlo a volte al limite della bestialità. E questo mi ha fatto molto riflettere. Specialmente quando accade l’impensabile. 
La seconda parte del romanzo tocca un tema molto delicato, che non posso anticiparvi o vi svelerei uno dei punti chiave del romanzo, un tema che Chiara ha affrontato in tutte le sue forme con abile maestria. L’anello di Beatrice non è un romanzo leggero, è carico di sofferenze, di contrasti in cui non sappiamo da che parte schierarci, è carico di odio, di rimpianti. Poi, il finale, che mi ha fatto tornare il sorriso che avevo alle prime pagine.
Lo stile è fluido, c’è qualche intercalare bolognese, dato che la storia è ambientata nella città in cui l’autrice vive, il che è davvero apprezzabile. Ha contribuito a rendere la storia più vera e ha dato quel tocco di genuinità che si respira in alcuni dei grandi autori che hanno narrato le proprie terre.
È sicuramente una lettura travolgente, forse a tratti un po’ rallentata, ma è una scelta necessaria, date le tematiche e le emozioni che affronta. Dimenticate i bad boy, dimenticate i belli e impossibili e le super donne. Emma è una ragazza assolutamente normale, Edward è… un enigma continuo. Per sapere cosa intendo non vi resta che leggerlo. 

Valutazione: 4 stelle e mezzo!

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