lunedì 20 maggio 2024

Recensione: Delitto all'ora del tè di Catherine Coles

Sognatori, la nostra Debora ci parla oggi del romanzo Delitto all'ora del tè di Catherine Coles, edito Newton Compton Editori. Pronti a scoprire tutti i dettagli?






Trama

1947. Come ringraziamento per la brillante risoluzione del caso precedente, Martha Miller è l’ospite d’onore alla fiera di Winteringham. Stavolta, i suoi unici compiti saranno giudicare i cani più belli in gara al concorso e godersi un buon tè in compagnia dell’affascinante pastore della chiesa locale Luke Walker, lontano dai pettegolezzi e da sguardi indiscreti. O almeno, questo è ciò che credeva...
Nel bel mezzo della fiera, infatti, la setterina irlandese di Martha, Lizzie, scopre proprio dietro il tendone allestito per il tè il corpo senza vita di una giovane donna. Ma chi può aver ucciso una ragazza così giovane, e perché? A quanto pare, qualcuno nel villaggio ha dei segreti da nascondere... e sembra che Martha e Luke abbiano un altro caso da risolvere.
Che le indagini abbiano inizio!
Un paesino inglese, una tranquilla fiera di campagna e un misterioso omicidio.
Non c’è pace per la nostra Martha Miller.
Riuscirà a far luce anche su questo caso grazie al suo spirito d’osservazione?

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Il parere di Debora (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)


Ho sviluppato una leggera ossessione per i cozy crime e, quando mi sono state mostrate le nuove uscite di Newton Compton, ho subito adocchiato “Delitto all’ora del tè” di Catherine Coles, pubblicato in Italia con la traduzione di Marta Lanfranco.

Si tratta in realtà del secondo volume di una serie incentrata sulle investigazioni di Martha Miller e del vicario Luke Walker, ambientata nella campagna inglese del secondo dopoguerra, ma lo si può leggere anche avendo saltato il primo, perché nel corso della storia sono comunque esplicitati i riferimenti all’episodio precedente, senza peraltro appesantire il racconto. Anzi, è proprio grazie al contributo fondamentale di Martha alla risoluzione del mistero del primo volume che la troviamo ospite d’onore della sagra di Winteringham, un paesino non lontano da quello in cui vive, con il compito di giudicare gli esemplari canini più belli. Martha è accompagnata da sua sorella Ruby, da due amiche regine del pettegolezzo e dall’inseparabile Luke, che l’aveva aiutata a risolvere anche il crimine precedente, e che approfitta dell’occasione per far visita a un suo vecchio amico, Freddie, anche lui vicario proprio a Winteringham. Appena arrivati, percepiscono qualcosa di strano nel paesino, e poco dopo è proprio Martha a scoprire il cadavere di una giovane ragazza, nascosto in uno dei tendoni della festa. Si tratta della bella nipote del vicario e, vista anche l’esilarante cialtroneria dell’imberbe poliziotto del villaggio, nonostante l’iniziale reticenza, sta a Martha e Luke rimboccarsi le maniche e scoprire chi ha commesso il fatto.

La narrazione in prima persona di Martha permette al lettore di seguire il suo processo deduttivo, che, dopo lunghe chiacchierate con tutti i sospetti, spesso davanti a fumanti tazze di tè, culmina nello svelamento dell’assassino, ricordando lo stile di Hercule Poirot.

Cosa ho amato di questo giallo: sicuramente l’ambientazione in un paesino dell’Inghilterra rurale, con le dinamiche di una piccola comunità in cui tutti si conoscono e i vari segreti di Pulcinella a fare da contorno. Ho apprezzato lo sviluppo delle investigazioni, basato su deduzioni logiche e non supportato dai moderni mezzi, quali analisi del DNA o altri dispositivi tecnologici. Nel corso dell’intero romanzo, Martha e Luke incontrano (e ufficiosamente interrogano) le persone che potrebbero essere coinvolte o responsabili dell’assassinio, andando così a svelare numerose bugie, che aumentano la confusione degli investigatori amatoriali e dei lettori, e una serie di rapporti più o meno sconvenienti.

Rientra nella categoria delle relazioni poco appropriate anche quella fra Martha e l’affascinante vicario. Martha, infatti, risulta ancora regolarmente sposata, sebbene suo marito Stan sia sparito molti anni fa da un giorno all’altro, senza alcun apparente motivo, tanto che nel primo romanzo giravano le voci che la stessa Martha lo avesse seppellito nel campo di patate. E anche qualora riuscisse a divorziare, le norme dell’epoca impedirebbero a un vicario di sposare una donna divorziata. Peccato che fra i due ci sia una profonda stima reciproca, sempre sul punto di sfociare in qualcosa di romantico. Ecco, questo conflitto emotivo viene ripetuto più volte nel corso della narrazione e può risultare noioso per il lettore.

Nell’insieme, “Delitto all’ora del tè” è una lettura piacevole, che offre momenti di svago e spunti di riflessione su come la società trattava le donne 80 anni fa. Ahimè, molte cose non sono cambiate.


Valutazione: 3,5 stelle.

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