Sognatori, la nostra Debora ci parla oggi del romanzo La custode dei libri antichi e dimenticati di Barbara Davis, edito Newton Compton Editori. Pronti a scoprire tutti i dettagli?
Trama
Ashlyn Greer, commerciante di libri rari, ha un dono: percepisce l’eco dei vecchi proprietari dei volumi, un’impronta emotiva che solo lei è in grado di cogliere tra il profumo di carta, inchiostro e pelle antichi. Per questo quando scopre due testi gemelli rilegati ad arte all’apparenza mai pubblicati, non può che appassionarsi alla loro storia, tanto che quei libri diventano un’ossessione per lei. Non solo le dediche sono una sorta di accusa, ma gli autori, Hemi e Belle, raccontano versioni discordanti della stessa tragica storia d’amore. Senza avere idea alcuna di come quei volumi siano arrivati fino a lei, Ashlyn si ritrova immersa in un mistero letterario che risale a decenni prima, attirata da quei due cuori spezzati. Determinata a saperne di più sugli amanti sfortunati, si immerge nelle pagine consunte, seguendo un sentiero disseminato di promesse infrante e tradimenti imperdonabili. Più si avvicina al finale e più Ashlyn si rende conto che la vicenda di Hemi e Belle la coinvolge a un livello viscerale, profondo. E se quei capitoli scritti in un lontano passato potessero cambiare il suo presente per sempre?
Una collezionista di libri rari. Un amore con un finale ancora da scrivere.
Passato e presente si intrecciano tra le pagine e ti cambiano per sempre la vita.
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Il parere di Debora (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
Mi intrigano sempre I libri che parlano di libri e, quando ho visto il titolo del romanzo di Barbara Davis “La custode dei libri antichi e dimenticati”, tradotto da Amerigo Dercenno e pubblicato da Newton Compton Editore, che ringrazio per la copia, ne sono stata subito affascinata. La dedica iniziale, poi, mi ha irrimediabilmente conquistata: “Questo libro è dedicato ai bibliotecari e ai librai… Custodi dell’immaginazione, guaritori di cuori affamati, creatori di incontri con la parola scritta. Dove saremmo senza il vostro amorevole impegno?”
Con queste premesse, mi sono gettata a capofitto in una trama non semplice, perché è narrata su due piani temporali: il 1941 a New York e il 1984 nel New Hampshire. Qui vive Ashlyn Greer, proprietaria di una libreria specializzata nella vendita e nel restauro di libri rari, sempre alla ricerca di nuovi tesori nascosti. Possiede un dono, che a volte diventa una maledizione: la psicometria, ovvero “la capacità di leggere gli echi emessi da certi oggetti inanimati, i libri, per la precisione” (da cui il titolo originale del romanzo, “The echo of old books”). Un giorno si imbatte in uno strano tomo, recuperato dallo scatolone proveniente da una biblioteca privata, intitolato “Rimpiangendo Belle”. Non riporta l’autore né l’editore e, sebbene all’inizio sia silenzioso, poco dopo Ashlyn percepisce un cuore spezzato. È un libro di memorie? Una lettera di addio? Gli altri echi rimandati dal romanzo trasmettono rancore, tradimento e dolore, provati dall’io narrante che parte dal primo incontro avvenuto con Belle, nell’agosto del 1941.
Il mistero si infittisce quando emerge un altro romanzo, anche quello senza autore ed editore, intitolato “Per sempre ed altre bugie”, che emana accusa, tradimento, disperazione e cuore spezzato, ma questa volta si tratta di un’eco femminile. È la versione di Belle della storia raccontata dall’altro autore.
Si tratta di metaletteratura? Di narrativa sperimentale? Il lettore rimane invischiato in questo triangolo, trovandosi a leggere le due versioni della stessa storia, una storia d’amore chiaramente finita male, narrate dai due protagonisti. E ovviamente ci sono le sensazioni di Ashlyn, che scopre di avere molto in comune con Belle in quanto a bagaglio emotivo ingombrante. Ho spesso provato l’impulso di abbracciare la protagonista, che è stata davvero messa alla prova dalla vita, abbandonata da chi avrebbe dovuto amarla. Tornando alla trama, se si trattasse di finzione, non si spiegherebbero gli echi possenti; pertanto, Ashlyn cerca di saperne di più e coinvolge in questo viaggio Ethan: dopo la morte del padre, ha donato diversi scatoloni provenienti dalla sua biblioteca, fra i quali sono stati trovati i due romanzi. L’evolversi del rapporto fra Ashlyn e Ethan è un’altra piccola gemma di questo romanzo.
“La custode dei libri antichi e dimenticati” ci permette di comprendere il ruolo delle donne nell’America degli anni Quaranta del secolo scorso, in particolare di quelle appartenenti alle famiglie molto abbienti di un’epoca che ha visto una crescita esponenziale dell’antisemitismo: le fanciulle erano destinate a rispettare il proprio ruolo nella società, sposandosi e dedicandosi alla cura dei figli, sempre un passo indietro rispetto ai propri mariti. Ma Belle voleva di più e il romanzo mostra il suo percorso di crescita, i suoi errori e i suoi atti eroici, e quella rabbia nella quale si è rifugiata per proteggersi dal dolore e dalla sofferenza provocati da chi amava. Ma la versione narrata da Hemi sembra raccontare una storia leggermente diversa, e il lettore non riesce a staccarsi dalle pagine perché vuole capire cosa sia successo veramente (e i colpi di scena non mancheranno, credetemi!).
Sebbene all’inizio abbia avuto qualche difficoltà per il continuo cambio di prospettiva (in fin dei conti, è come leggere tre libri in uno), devo ammettere che la prova d’autrice di Barbara Davis è stata ampiamente superata. Il romanzo regala un saliscendi di emozioni, dal dolore al perdono, dalla disperazione alla speranza, senza mai cadere nel banale. Una lettura che mi sento di consigliare.
Valutazione: 4 stelle.
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