Titolo: “Cuore oscuro –
The destiny’s stone”
Autore: Mariarosaria
Guarino
Editore: collana
Starlight
Pagine: 202
Data di pubblicazione:
dal 18 aprile su Amazon, in offerta a 0,99 cs e in Kindle Unlimited
Trama
Una fata egoista e superba, questo si
aspettano che sia il re della corte unseelie, dove gli esseri hanno tutti
un’indole malvagia. Ma Aidan è molto di più: mascherati da battute e
dimostrazioni della propria grandezza, si celano in lui anche degli atti di
gentilezza e il suo pensiero è sempre fisso al benessere del popolo.
Quando però il
principe degli elfi si presenta a palazzo per chiedere aiuto, parlandogli dei
poteri di una gemma che si è incrinata e porterebbe alla distruzione del mondo
magico, Aidan non è convinto delle sue parole. La pietra del destino è solo una
leggenda, non ci sono prove della sua esistenza e nessuno sta minacciando il
suo regno.
Questo finché, un
giorno, una creatura oscura ignora i suoi ordini. Nessuno si è mai ribellato prima
e questo lo spinge a partire, insieme agli altri rappresentanti dei regni
magici: la bella ninfa Alfea, il saggio
principe degli elfi e l’affascinante delegato della corte seelie, una creatura diffidente
e determinata a tenerlo lontano. Alistair è tutto ciò da cui Aidan vorrebbe fuggire,
ma farsi beffe di lui lo diverte. Per la fata della luce lui rappresenta un
pericolo, ma l’attrazione e le prove sempre più intime a cui vengono sottoposti
mettono a dura prova la loro resistenza.
Quello che inizia
come un viaggio per la salvezza, si rivela presto un percorso ricco di ostacoli
dove non sono richiesti solo l’uso della magia o l’abilità nel risolvere i
problemi, ma anche la capacità di fronteggiare i tormenti interiori, i dolori
passati… e se stessi.
“Non
volevo fargli del male, volevo solo che mi lasciasse in pace e che tutto
tornasse come prima, perché quando non lo conoscevo potevo fingere che tutto
andasse per il meglio, che il mio mondo fosse perfetto.”
Estratto
«Bene, uno a zero per te, anche se non è finita qui».
Facendo forza sull’arma del nemico mi alzai in piedi. Il
corpo, tremante, era ancora attraversato dalle scariche di energia nate
dall’incantesimo elfico, ma non mi feci spaventare dalla sofferenza. Ci ero
abituato, ero cresciuto assieme al dolore ed era parte di me, così mi concentrai
e cercai il centro del potere dell’oggetto stretto tra le mie dita. Se non
potevo usare la mia magia avrei usato la sua, visto che in quel momento eravamo
legati. Benché ogni passo facesse male non era importante: avrei vinto.
Sollevai gli occhi sul mio avversario e strinsi la mascella.
«Aidan, cosa fai?»
«Combatto».
«Fermati, non volevo davvero affrontarti, ero solo curioso
di scoprire le tue tecniche».
«Ora le vedrai».
«La spada ti prosciugherà, è pericoloso».
«Nessuna stupida spada può avere la meglio sul re delle fate
oscure».
Avanzai di un passo e mossi le dita della mano sinistra per
stringere le maglie che intrappolavano Saulius, facendogli emettere un leggero
verso di disapprovazione misto a sofferenza.
«Smettila e accetta una conclusione dello scontro a pari
merito».
Digrignai i denti e proseguii verso di lui, con passi
incerti e lenti, stringendo ancora la presa sull’arma incantata e
intensificando, al contempo, l’incantesimo che lo teneva prigioniero.
«Accetta la sconfitta, Saulius».
Sentivo la forza crescere assieme al dolore, e percepii il
cambiamento prima ancora di sapere che era in corso. Quando mi lasciavo andare
del tutto al mio potere dovevo anche mettere in conto di perdere il controllo.
«Cosa ti sta succedendo, Aidan?»
«Ti sto mostrando ciò che sono davvero e il motivo per il
quale governo la corte unseelie».
Lo sguardo del mio avversario divenne serio, la bocca una
linea sottile.
«Che cosa accade se non ammetto di aver perso contro di te,
Aidan Leaf, mi ucciderai?»
Il principe era intontito dal potere che lo stava
trattenendo e che gli impediva di muoversi, ma la sua domanda era lucida e mi
sorprese, riscuotendomi dal torpore mentale in cui ero precipitato nel
richiamare tutta l’energia di cui ero dotato.
“Cosa sto facendo?”
Lasciai la presa sulla spada di Saulius, adesso priva
dell’incanto che lui aveva intessuto e che io avevo manipolato, non senza
sforzo, per usarlo contro di lui e dare maggiore forza alla rete magica. Tornai
a respirare normalmente, nel tentativo di calmare il battito accelerato del mio
cuore, e riacquisii in parte la lucidità mentale.
«Io…»
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