martedì 11 dicembre 2018

Recensione: Album di famiglia di Maria Capasso

Buongiorno sognatori! Oggi chiudiamo il Blogtour con la recensione del libro Album di famiglia di Maria Capasso edito Ensemble.


Sinossi

Nora, fin da giovane, aveva optato per la solitudine in nome dell'indipendenza. Se questa scelta non aveva mai pesato troppo per lei, dopo la morte della sua amata madre la protagonista si trova ad affrontare un dolore troppo grande per chi non ha nessuno a cui aggrapparsi. Prima di morire, la donna le aveva lasciato un raccoglitore nel quale aveva racchiuso le pagine della sua vita, quella che aveva sempre tenuto nascosta alla sua famiglia. Immergendosi nel suo passato del tutto inaspettato, Nora dà sfogo a tutta l'emotività che aveva finora represso, abbattendo la barriera che da sempre la separava dagli altri individui. In questo modo Marco, con la sua dolcezza e la sua sensibilità, riuscirà a farsi largo nella sua vita e a darle il giusto sostegno nella scoperta di una verità che va oltre le vicende private di una donna che ha voluto liberarsi dal peso dei suoi segreti.

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Il mio parere (prodotto fornito dall'autore)

I protagonisti di questa storia appartengono a due generazioni diverse. Da un lato troviamo Anna, la madre, una donna che ha rinunciato alla propria felicità pur di rispettare certe regole dettate dalla società in cui viveva.
Dall'altro le figlie, Nora e Laura, così diverse e opposte tra loro. La prima, dal carattere schivo, anticonformista e con poca fiducia nell'amore. La seconda, più propensa alle apparenze e alla stabilità di una famiglia.

Laura apprezzava l’essenziale, la bellezza era per lei solo una spezia, non l’ingrediente. Non aveva mai capito l’amore per la letteratura e la poesia di Nora, il suo perdersi per ore davanti a un quadro e il piangere per uno di quei film che quasi nessuno apprezza.

Una narrazione intimista e in terza persona, che alterna presente e passato. Un salto nei ricordi della vita di Anna, una vita piena di segreti celati in una scatola e un raccoglitore che Nora riceve come eredità dopo la sua morte. Da qui ripercorrerà un tempo passato, una società diversa. Scoprirà nuove verità che rimetteranno in discussione ogni cosa, persino il suo legame con Laura.
In questo suo percorso Nora sarà accompagnata da Marco, un barista dolce e premuroso che sa ascoltarla e comprenderla e che ha capito come è fatta.

«Non hai un brutto carattere, solo una corazza che ti copre il cuore. A furia di nasconderlo lì dietro sembra che siano diventati una sola cosa, ma non è così. Basta togliere l’armatura e far uscire fuori la sua bellezza. Perché tu hai tanto da dare, ma ti ostini a far emergere solo la parte più cupa di te». 

Mi è piaciuto il confronto costante tra Nora e sua madre, seppur a posteriori, con una realtà in cui la donna non aveva voce in capitolo e ogni scelta era dettata dalle imposizioni della famiglia.

La loro non era una generazione facile, non si poteva semplicemente scegliere chi amare e chi mandare a quel paese. La loro era una generazione perduta, che conosceva solo il dovere e mai il volere. Era la generazione in cui l’amore non era l’elemento più importante. Quella in cui una volta fidanzati bisognava sposarsi e basta.  

Anna resta il mio personaggio preferito, quello che mi ha trasmesso maggiori emozioni e per il quale ho provato un'empatia sin da subito. Una donna forte, che ha amato con tutta se stessa.
Una storia che scorre fluida, che snoda i segreti man mano e dal finale dolceamaro.
Una storia che regala un profondo messaggio d'amore, quello vero e romantico che persiste al tempo e agli anni e che dura tutta la vita.

Valutazione: 4 stelle

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