Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo di uno dei fenomeni del
momento: Punizione divina della mitica, simpaticissima Paola Chiozza! Solo a
una personalità scoppiettante come la sua poteva venire in mente un personaggio
come Giuditta. Vi lascio per prima cosa la sinossi:
Una fashion victim e un cowboy: una storia d'amore che è un'apocalisse Giuditta Moretti, fashion victim milanese e brillante studentessa universitaria, è al settimo cielo. Per concludere il suo percorso di studi manca solo il tirocinio a New York, in una grande banca d'affari. L'attendono un lavoro interessante e la città più bella del mondo: comprare quello splendido paio di scarpe Jimmy Choo che la chiamano dalla vetrina è il degno modo di festeggiare. Ma qualcosa va storto, e per un errore di smistamento la sua destinazione non è più Manhattan, ma un inutile ranch sull'orlo del fallimento nel Montana: cavalli (non lo stilista, purtroppo), tori, mucche e puzza di sterco. E Scott Sullivan, figlio del proprietario del ranch: un arrogante cowboy tutto muscoli e presunzione, che per di più si veste in modo orrendo. Giuditta, seppur disperata, sa che si tratta solo di tenere duro qualche settimana, cercando di migliorare la disastrosa situazione economica del ranch. Poi potrà tornare a Milano, alla sua laurea, ai suoi adorati negozi, alla sua vita di sempre e tutto questo sarà solo un brutto ricordo. Semplice, no? No. Tra figuracce, momenti di disperazione e cortocircuiti ormonali Giuditta sta per scoprire il vero volto del sacrificio e dello spirito d'iniziativa. E forse anche quello dell'amore.
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Recensione di Martina (prodotto fornito dalla Casa Editrice)
Che dire per recensire questo romanzo? Credo che il successo
che Paola sta avendo sia meritato fino all’ultima briciola, perché questo libro
è frizzante come pochi, divertente senza essere volgare, genuino come l’aria
del Montana.
Volete conoscere il mio parere sui personaggi? Il contrasto
come quello creato da Paola tra una ragazza snob e un ragazzo che si trasforma
da così a così (immaginate un gesto di capovolgimento della mano) è qualcosa
che è già stato visto, ma che ogni volta sorprende, se ben realizzato, e credo
proprio che l’autrice sia riuscita nel suo intento. Punizione divina è tutto
giocato su questo contrasto, ma soprattutto sulla personalità effervescente di
Giuditta, che, inutile dirlo, ci fa morire dalle risate con le sue figuracce.
Ciò la rende un po’ esagerata, ma diciamocelo, umana come tutte noi. Ho letto
pareri in cui la si definiva eccessivamente caricaturale, ma non concordo
assolutamente. C’è un calcare la mano sulla sua goffaggine, ma c’è anche una
profonda umanità in Giuditta e chiunque abbia vent’anni e sogni un futuro in
grande, trovandosi a meditare su tutte le strade possibili, penso la possa
capire bene. Sarà anche questo che mi ha fatto entrare in una profonda empatia
con la protagonista, oltre che l’amore per le scarpe, se vogliamo alleggerire i
toni come farebbe Paola. Insomma, trovo che sia un personaggio ottimamente
riuscito, con i suoi sbalzi d’umore e la sua finta superficialità, che
scopriremo nascondere molto altro. Ed ecco che veniamo a un altro dei tanti
punti forti di questo gioiellino: una storia leggera e divertente che nasconde
in realtà molto di più. Se all’inizio del romanzo non scommetteremmo due soldi
sui sentimenti di Giuditta ecco che alla fine rimaniamo sorpresi, scoprendo un
romanzo che parla di famiglia, di generosità, di cambiamento, di valori veri e
genuini. Scopriamo comportamenti inaspettati e pensieri profondi, perfettamente
combinati con la passione, la dolcezza, l’ironia che caratterizza Paola e che
non è facile da inserire in modo così perfetto. Il lettore è portato a cambiare
insieme alla protagonista, in questo sorprendente viaggio dove, peraltro,
l’ambientazione è curata molto bene e ciò è apprezzabile in quanto punto debole
di molti romance contemporanei. Ho apprezzato moltissimo i personaggi
secondari, dal primo all’ultimo, i quali non sono assolutamente marginali e,
dunque, sono stati realizzati e pensati con la stessa cura dei due protagonisti,
ciascuno con le sue peculiarità funzionali alla storia, a farci ridere e, lo
ammetto, qualche volta anche a farci commuovere. Trovo dunque che sia un
romanzo ben strutturato, coinvolgente, dal linguaggio semplice e leggero, uno
di quei libri che ti permettono di rifugiarti per qualche ora in un mondo tutto
rosa, ma senza staccare i piedi dalla terra, perché i problemi reali ci sono e
i personaggi li affrontano con una sofferenza e un coinvolgimento emotivo reale
e toccante.
Avevo già letto la versione self di questo romanzo e devo
dire che qualche cambiamento c’è stato, come il finale, che ho apprezzato
ancora di più. La cosa straordinaria è che questo libro si presta a una, due,
tre letture e ogni volta si freme per sapere come andrà a finire e ci si piega
in due dalle risate. Ogni volta è come la prima, insomma.
Punizione divina è un divertente viaggio in altalena, in cui
si passa dalle risate alle lacrime, dalle imprecazioni alla commozione,
dall’incredulità per la sfortuna nera della povera Giuditta a una sorpresa che
ci ammutolisce. Complimenti a Paola, che ha saputo tenere insieme i due lati
della medaglia, con una vena frizzante e ironica che rende questo romanzo una
terapia della risata!
Valutazione: cinque stelle!
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