lunedì 16 dicembre 2024

Recensione: Mistero nella casa dell'usignolo di Riku Onda

Sognatori, la nostra Debora ci parla oggi del romanzo Mistero nella casa dell'usignolo di Riku Onda, edito Newton Compton Editori. Pronti a scoprire tutti i dettagli?



Trama


Ogni anno da quattro anni, le tre scrittrici Eriko, Naomi e Tsukasa, l’editor Eiko e la manager Shizuko si riuniscono alla casa dell’usignolo per ricordare la loro mentore e amica Tokiko Shigematsu, autrice di bestseller dalla penna geniale che si è tolta la vita con del veleno. Anche quest’anno le cinque donne sono pronte a celebrare Tokiko per un paio di giorni. I preparativi procedono regolarmente, quando un corriere bussa alla porta e recapita un mazzo di fiori con un inquietante messaggio: «Affinché non dimentichiate il vostro delitto, invio questi fiori per ricordare la defunta». Ben presto queste parole così sibilline innescano una serie di accuse e confessioni, portando le donne, e i lettori, a chiedersi se davvero si sia trattato di un suicidio o piuttosto di un omicidio; e soprattutto, se tra loro si nasconda un’assassina.
Una scrittrice morta quattro anni prima, cinque donne a lei legate, e un misterioso mazzo di fiori. Apparentemente nessuna è colpevole, ma in realtà tutte hanno qualcosa da nascondere.

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Il parere di Debora (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)



Inquietudine.
Questa è la sensazione prevalente che ho provato durante la lettura di “Mistero nella casa dell’usignolo” di Riku Onda, pubblicato in Italia da Newton Compton con la traduzione di Francesco Vitucci.
La trama si sviluppa in poco più di 48 ore, dal mercoledì prima di pranzo al venerdì pomeriggio, in occasione del consueto appuntamento annuale di cinque donne, che si ritrovano alla Casa dell’Usignolo per commemorare Shigematsu Tokiko, una scrittrice geniale e di grande successo, suicidatasi quattro anni prima per avvelenamento. Eiko era l’editor di Tokiko ed è lei che ospita le altre donne presso la casa in cui viveva la scrittrice. Le altre protagoniste sono Eriko, Naomi e Tsukasa, a loro volta scrittrici, e Shizuko, una manager, sorella di Tokiko.
Un corriere consegna loro un mazzo di gigli accompagnato da un biglietto che contiene un messaggio inquietante e un’accusa potente: “Affinché non dimentichiate il vostro delitto, invio questi fiori per ricordare la defunta”. Si tratta di uno scherzo crudele? O fra loro si nasconde davvero un’assassina? E come faceva il mittente a sapere che quei fiori sarebbero entrati alla perfezione in un particolare vaso presente nell’abitazione?
Dopo l’iniziale smarrimento, le cinque donne ripercorrono le ultime ore di vita di Tokiko, condividendo i dubbi sul fatto che si sia trattato di omicidio o di suicidio e dando origine a un processo privato che apre un vaso di Pandora di gelosie, recriminazioni e accuse reciproche. Si tratta dunque di un thriller psicologico, la cui atmosfera tesa si stempera grazie alle interessanti parentesi sulla scrittura, sulla lettura e sulla cultura giapponese, che permettono al lettore di tirare il fiato e di riposarsi dai ripetuti tentativi di capire chi stia davvero dicendo la verità. Alcune volte, però, queste parentesi sembrano un po’ forzate e potrebbero aumentare lo stato confusionario.
Alternando adorazione e disprezzo, emerge chiaramente che Tokiko ha sempre esercitato un campo magnetico per le altre donne, che continuano ad essere perseguitate dal suo spettro e nel finale viene suggerito l’unico modo per liberarsi da questa maledizione.
Il romanzo è un vero rompicapo e la rivelazione conclusiva spiazza del tutto le ipotesi costruite del lettore. Personalmente, dopo le iniziali difficoltà con i nomi, ho apprezzato la descrizione accurata degli ambienti e delle abitudini, che mi ha trasportato in Giappone, e l’analisi psicologica delle protagoniste, oltre al senso di inquietudine e di mistero che l’autrice è riuscita a mantenere fino alle ultime pagine.



Valutazione: 4 stelle.

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