Sognatori, oggi il blog partecipa al Review Party del romanzo di Alexandra Rose, Il suono della neve. La nostra Mariarosaria l'ha letto per noi. Vediamo insieme dettagli e opinione.
Sinossi:
Lei lo detesta da otto anni.
Lui ha promesso di dedicare la sua vita esclusivamente alla musica.
Ma Yukine e Daisy impareranno che il filo rosso del destino è impossibile da spezzare.
Ciao a tutti, oggi voglio parlarvi dell’ultimo libro di Alexandra Rose, un music romance autoconclusivo che mi ha attratta fin dal primo istante, dopo essere incappata in alcuni estratti pubblicati su Facebook, e che si è confermato un’ottima lettura.
Partiamo dalla cover: delicata, semplice, definita da pochi elementi in grado di catturare alla prima occhiata; una copertina che rispecchia benissimo il titolo e l’intero romanzo, perché Il suono della neve non è un music romance come tanti, ma uno in cui l’interiorità dei protagonisti emerge fino a far male, fino a tirarti dentro le pagine e consentirti di guardarli direttamente e senza filtri, concedendo al lettore di sfiorare con delicatezza la loro anima proprio come la scelta della cover suggerisce.
In secondo luogo, voglio parlarvi del titolo: una scelta che definire perfetta è poco, che racchiude l’intera essenza di una storia fatta di momenti delicati, scelte difficili, rinunce, amore e passione; un titolo che suggerisce il legame con la musica e qualcosa di ancora più profondo, come l’anima di Daisy e Yukine, i due protagonisti.
Il romanzo è scritto in terza persona e anche se io non ne sono appassionata non ho avuto alcun problema con l’opera di Alexandra Rose, che ho adorato. Credo, infatti, che ogni storia richieda una scelta per quanto riguarda lo stile narrativo e, in questa circostanza, la decisione di usare la terza persona si è rivelata azzeccata perché mi ha permesso di guardare l’insieme. Quando i personaggi sono molti e “osservare” i dettagli può fare la differenza, ritengo sia la scelta migliore ma occorre saperla gestire e, per questo, devo fare i complimenti all’autrice che l’ha adoperata in modo magistrale. Il libro infatti scorre veloce e anch’io, che preferisco la prima persona, a un certo punto ho dimenticato che stessi leggendo un’opera che non lo fosse, dato che i personaggi arrivano al lettore con ognuna delle loro emozioni, in modo diretto e forte.
E adesso veniamo al resto che, vi garantisco, non è poco, perché Il suono della neve è un music romance capace di mostrarci dei personaggi unici e in un contesto, quello della musica, senza però cadere nei soliti cliché. Non troveremo, infatti, i soliti musicisti dannati in preda all’alcol e alle droghe, ma ragazzi che inseguono un sogno e lo fanno mettendo in gioco se stessi, fino ad affrontare debolezze e dolori tanto profondi da lasciarli in balia della sofferenza.
Daisy, come suggerisce anche il nome, è delicata e fragile, una ragazza come tante ma con una passione che le consente di sentirsi viva ed esprimere se stessa al meglio: la musica. Non è una fotomodella, si ritiene grassa ed è semplice rispecchiarsi nelle sue insicurezze, che la rendono tanto reale da spingerci, a un certo punto, a volerla prendere per le spalle e scuoterla proprio come si potrebbe fare con un’amica. È determinata quando si tratta della musica ma allo stesso tempo vacilla, preda delle insicurezze provocate da un passato che l’ha segnata, lasciandole profonde cicatrici sul cuore.
“I suoi pensieri si trasformavano in note, le note in parole fino a diventare una tavolozza in grado di rappresentarla appieno”.
Daisy è l’esatto opposto di suo fratello Liam, un ragazzo deciso a ottenere ciò che vuole, che non si fa problemi a fare udire la propria voce e che, conoscendo i desideri della sorella, è fermo nella convinzione di doverle dare quella spinta che le serve per sbloccarsi e uscire dall’angolo buio in cui Daisy si ostina a nascondersi.
“Quando suonava e cantava qualcosa di suo, si sentiva messa a nudo. Era come se si svestisse della pelle, degli organi e dello scheletro per mostrare agli altri la sua anima”.
Non sono meno profondi, seppure accennati, i personaggi secondari. Amerete Sophie per la schiettezza e la sua rassicurante presenza e Sean per la delicatezza che lo contraddistingue. Per tutti e due vorrei sapere di più, perché mi sono piaciuti moltissimo, e non mi dispiacerebbe una novella o un romanzo che parli di loro. Per quanto riguarda Darrell, invece, si apre un capitolo a parte, perché è uno di quei personaggi che all’inizio non riesci a inquadrare, che ti conquista dopo un po', che vorresti prendere a schiaffi l’attimo seguente e che, alla fine, collochi nel contesto tra un’imprecazione e l’altra. Non è cattivo, ha il suo fascino e una personalità ben delineata, ma il pensiero di dargli un bel calcio nel sedere vi sfiorerà, ne sono certa.
E poi c’è Shinichi… l’ho amato molto e mi sarebbe piaciuto trovarlo accanto a Yukine lungo tutto lo svilupparsi della trama poiché è uno di quei personaggi delicati, che ti entrano nel cuore senza neanche darti il tempo di notarlo, in grado di sfiorarti con poche battute e un sorriso accennato fatto di sacrificio e amore incondizionato.
Potevo, secondo voi, completare la recensione senza parlare di Yukine Kimura? Lui è stato il mio personaggio preferito in assoluto: determinato e affilato, freddo come il ghiaccio ma caldo come il sole di una giornata estiva, duro come la roccia eppure delicato come vetro. Sin dalla sua comparsa “sul palco” vi sembrerà di vederlo. Con quegli occhi d’onice, simili a tempesta e capaci di sondare l’animo, è l’essenza del romanzo, ma non vi svelerò il perché, dato che è stata una scoperta unica e particolare.
“Di tanto in tanto, in giornate come quella, il dolore gli pizzicava il petto all’altezza del cuore per poi diffondersi come una punta di inchiostro nell’acqua cristallina”.
Per Yukine la musica è tutto, rappresenta la vita e una promessa, un giuramento al quale non può rinunciare e per cui è disposto persino ad affrontare la solitudine. A tratti spietatamente sincero, farebbe di tutto per realizzare il proprio sogno e lungo il cammino che vi condurrà alla parola fine, in lui vi scorgerete quella forza contrapposta a una misurata debolezza, capace di farvi innamorare.
“Aveva la sensazione di essere stato sconfitto, come se avesse gareggiato in una competizione e fosse arrivato ultimo. Come se avesse scritto la canzone più bella della sua vita, ma nessuno l’avesse apprezzata davvero”.
Per concludere? Qualora non lo abbiate ancora capito ho amato questo romanzo. Ogni singolo scontro, incertezza, ogni scelta e sfida, ogni tentennamento e desiderio di rivendicare se stessi. Mi è piaciuto molto il modo in cui i personaggi sono cresciuti, confrontandosi con se stessi e traendo spunto dalle situazioni per fortificarsi e rialzarsi, decisi a lottare. Mi ha conquistata il modo in cui la voglia di combattere per ciò in cui si crede prevale e l’amore scava nel profondo dell’animo dei protagonisti, creandosi un rifugio dal quale risulta impossibile estirparlo.
Ho adorato l’utilizzo dei termini giapponesi e la spiegazione di ognuno per favorirne la comprensione a tutti, il modo sapiente in cui sono stati inseriti gli eventi passati per spiegare la sofferenza dei protagonisti e, infine, la scelta dell’introduzione ai capitoli con strofe tratte da brani, che ho riconosciuto e trovato perfetti. Potrei continuare all’infinito, ma sapete cosa vi dico? Ho deciso di rileggere Il suono della neve, perché già mi manca. Voi cosa aspettate ad acquistarlo?
Valutazione: 5 stelle!
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