lunedì 24 febbraio 2020

Recensione: Charm di Karen Morgan

Buongiorno sognatori, la nostra Martina ci parla oggi dell'ultimo romanzo self di Karen Morgan, Charm. Vediamo insieme dettagli e opinione.



Trama

Il mio nome è Lillian Lewis, studio medicina e lavoro al Diamond, un night club, per mantenermi.
I miei giorni erano tutti uguali finché una sera, mentre mi esibivo, ho incrociato i suoi occhi: scuri e profondi.
Ha fatto irruzione nella mia vita senza nemmeno chiedere e ha cambiato tutte le carte in gioco.
Mi ero ripromessa che sarebbe stato solo del fantastico e appagante sesso, ma non avevo messo in conto il mio cuore.
Lui è James Raiford, ricco, affascinante, misterioso… il mio tormento.

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Il parere di Martina (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)

Buongiorno, lettori. Oggi vi parlo della nuova uscita di Karen Morgan, un'autrice che avevo conosciuto con il precedente romanzo "Come il sole all'improvviso", che non mi aveva convinta del tutto. Purtroppo, questa lettura non è riuscita a farmi ricredere su alcune debolezze dell'autrice in merito allo stile, alla caratterizzazione dei personaggi e alla gestione della trama. Vediamo, prima di tutto, di cosa si tratta, poi cercherò di mettere in luce la mia opinione. Come sempre, preciso che le critiche vogliono essere spunti costruttivi per l'autrice, non un mero attacco alla sua opera. Credo, infatti, che dai lettori si possa imparare molto.
Ci troviamo in Ungheria, precisamente nella capitale Budapest, dove Lilian studia medicina e di notte si esibisce in un night club a luci rosse, per mantenersi gli studi. Si tratta di una situazione di cui ho già letto in altre autrici, ma non è questo che mi ha fatto storcere il naso fin dalle prime pagine. Se ben gestito, questo spunto può dare luogo a qualcosa di interessante, l'ho già visto utilizzare in più di un romanzo con una resa migliore. Il problema è che bisogna stare molto attente ai termini in cui ci si pone, tenendo presente che ci troviamo in un romanzo di genere romance. James, il protagonista maschile, fa firmare a Lilian un accordo con cui lei diventa "di sua proprietà". Pelle d'oca, parte uno. So che vado controcorrente, ma leggere di queste cose mi spinge sempre a riflessioni che tirano in ballo la dignità delle donne. Siamo donne che scrivono e scriviamo per un pubblico di donne, andiamoci piano con certi concetti! Abbiamo finito di essere proprietà di un uomo molto tempo fa, fortunatamente. La cosa che più mi ha urtato i nervi in tutto ciò è che Lilian non sembra affatto indispettita da tutta questa faccenda, anzi idolatra James fin dal principio. Lui e una sua parte del corpo in particolare, a voler essere precisi. Pelle d'oca, parte due.
Ecco un altro problema, che forse è tale solo ai miei occhi. L'erotico nel romance ci sta, si può creare tensione sessuale tra i protagonisti, si può scaldare l'atmosfera, ma… c'è un ma, non odiatemi. Scrivere definizioni del tipo "protuberanza enorme" fa risultare la cosa grottesca, più che sensuale. Usare in continuazione termini volgari non scalda l'atmosfera, mi proietta in una calca di adolescenti maleducati. Sarò io vecchio stampo? Non lo so, ma trovo che sia veramente un peccato sprecare l'occasione di delineare il culmine di una storia d'amore in questo modo.
Torniamo alla storia. Lilian è felicissima di essere proprietà del miliardario James, dalla qual cosa nasce un sentimento che di per sé non è delineato in malo modo. Sarebbe una bella storia d'amore, se il suo inizio non facesse ribollire il mio spirito femminista. Ci sono delle scene delicate proprie di un romance, c'è una buona storia dietro il personaggio maschile, che gli ha fatto guadagnare qualche punto. C'è anche un risvolto suspense che, seppur scontato, fornisce un picco al ritmo narrativo. Tutto, però, è gestito davvero male. Ci sono errori che hanno fatto precipitare il mio giudizio, quali la ripetitività delle scene di sesso che ritornano sempre uguali ogni volta che i due si incontrano, con tanto di definizioni poco auliche delle parti anatomiche; ci sono elementi non risolti completamente; eventi che precipitano nel giro di un lasso temporale troppo ristretto. Che faticaccia, trovare il giusto arco temporale (lo dico per la mia minima esperienza di scrittrice). Se posso dare un consiglio a Karen, esclusivamente da lettrice e non da professionista, è di lavorare di più sulla costruzione dell'intreccio narrativo. Nel romance i clichè possono starci, a tutte noi piacciono sotto sotto, ma devono essere uno spunto per qualcosa di originale, di romantico, di delicato e, mi dispiace, ma non ho trovato nulla di tutto ciò nel romanzo. Credo, poi, che un altro punto da risolvere sia la scelta delle parole, che spesso non sono adatte al contesto.
Il finale è positivo, dopo la risoluzione dell'evento-problema principale.
Lo stile narrativo è semplice, abbastanza lineare, c'è qualche refuso ma considerando che non ho letto la versione definitiva non ne farei un dramma. La vicenda viene narrata a punti di vista alternati, il che è una cosa che apprezzo perché ci permette di entrare nella psicologia di entrambi i protagonisti e ce li fa conoscere effettivamente un po' meglio. La cosa è ben gestita, perché non ci sono ripetizioni nell'alternarsi dei due punti di vista, non si racconta mai ciò che si è già narrato attraverso gli occhi dell'altro personaggio.
In conclusione, pur essendoci dei buoni spunti per una storia d'amore, credo che si debba lavorare ancora molto sulla caratterizzazione dei personaggi, sullo stile, sull'ambientazione che è poco delineata.
Ringrazio Karen per avermi dato la possibilità di leggere l'anteprima del romanzo e mi auguro che le mie parole non suonino offensive. Sono certa che con il tempo migliorerà e che saprà regalarci degli ottimi romance. Non mi resta che augurare buona lettura a voi e buon lavoro a Karen!

Valutazione: due stelle

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