Quarta di copertina:
Possono, due ragazzi che sono rivali praticamente in
tutto, andare oltre l’odio reciproco per scorgere, dietro la maschera, qualcosa
capace di far battere il cuore e rimescolare ogni pensiero?
Questo è uno dei punti focali di un romanzo che mi ha
conquistata sin dalla prima pagina. Il fatto che adori le storie di Alexandra
Rose non è un mistero, la sua penna riesce a stregarmi e per questo non mi sono
posta molte domande quando ha pubblicato Love Disaster, buttandomi
immediatamente nella lettura.
La storia è frizzante, fresca e leggera, ma al
contempo tratta argomenti delicati e intensi, come il bullismo, che vanno gestiti
non solo con una sensibilità che è di pochi, ma soprattutto con la tecnica
narrativa giusta. Alexandra possiede una grande padronanza di linguaggio, usa
alla perfezione la terza persona e riesce, con una tecnica eccellente, a far
sentire il lettore parte integrante della vicenda. Senza eccessi, toccando i
tasti giusti, con delicatezza e, se necessario, con ironia, strappando sussulti
al cuore e persino qualche risata dove serve.
Harry e Ren sono due studenti delle scuole superiori
molto diversi l’uno dall’altro, costretti a frequentarsi a causa di una
punizione imposta dalla direttrice della loro scuola. Harry è un ragazzo tutto
d’un pezzo. Sempre attento allo studio, al comportamento e a ottenere i voti
migliori mentre cerca di aiutare la famiglia, si troverà a scontrarsi con Ren,
un compagno che impiega il proprio tempo infastidendolo ogni volta che può. L’uno
è determinato quanto l’altro è irragionevolmente fastidioso, proprio come un
bullo, sempre pronto a mettere in ridicolo il compagno, almeno fino a quando…
Non vi dirò cosa accade, perché penso che Love
Disaster sia una storia che va letta e assaporata pagina dopo pagina, un
romanzo fatto da piccole sfaccettature che lo rendono una pietra preziosa, una
storia che si mostra sempre più eccezionale man mano che si va avanti nella
lettura. Due personaggi diversi con tanto in comune, un odio che si trasforma
in attrazione e, poi, in qualcosa di più. Condivisione, cambiamenti, il primo
amore e le prime esperienze, tutto abbinato a una trama che non lascia dubbi e
chiarisce ogni passo con maestria, facendoci innamorare dei personaggi e
incuriosendoci fino alla fine.
Non è semplice gestire un libro in cui i protagonisti
sono molti e non è per niente facile fare in modo che tutti appaiano nitidi
agli occhi di chi legge in ogni pagina, eppure Alexandra è capace di dar vita a
tutto ciò che scrive, a rendere reali i suoi “bambini” di carta in modo da
farceli non solo vedere, ma percepire come degli amici che non si sapeva di
avere e che si ha difficoltà a lasciare andare, una volta giunta la parola fine.
Ho adorato Harry, la sua forza, la determinazione e la
passione che mette in ogni cosa, così come l’impegno costante per realizzare il
suo sogno più grande, quello di entrare in un’università facoltosa, ma ho amato
tantissimo anche Ren, perché nonostante sia ricco non ha una vita semplice e il
cambiamento che affronta e devasta le sue certezze lo rende meraviglioso.
Fragile e al tempo stesso duro come roccia grezza, si trasforma dopo ogni
capitolo per rivelarci la parte più bella di sé. Ogni incontro con lui è un
punto interrogativo e non si sa mai cosa aspettarsi.
In definitiva? Love Disaster è un male to male incentrato
sull’enemies to lovers e, se posso dirlo, mai enemies to lovers tra quelli
letti fino a oggi si è rivelato costruito tanto bene. Ogni scontro, ogni
scambio di battute e persino le occhiate tra Harry e Ren sono intrise di una
tensione palpabile, che fa sfrigolare l’aria e incuriosisce, tiene sveglia la
curiosità e scatena emozioni. Si sfogliano le pagine con velocità, a caccia
dell’incontro successivo e di quel piccolo indizio rivelatore che mostri un
cambiamento. Si vola a Pumpkin Lake e la si visita assieme ai personaggi,
vagando lungo le strade ricoperte da foglie autunnali o in prossimità del lago.
Si scorge un pezzetto di Giappone grazie alle origini di Ren e si sorride,
quando la parte nerd di Harry esce allo scoperto e Ren lo punzecchia. Insomma,
se può esistere un amore che comincia con un disastro è di certo quello tra
Harry e Ren, ma non c’è relazione che ai miei occhi sia stata tanto dolce come la
loro: all’inizio delicata come un bocciolo appena accennato e, in seguito, un
fiore dalla bellissima corolla.
"Mi piaci” era un’espressione riduttiva. Non poteva racchiudere il loro rapporto, i loro continui e sfiancanti botta e risposta, le sensazioni sempre nuove che provava al suo fianco. Una frase così insignificante non poteva contenere l’emozione di Harry al pensiero che Ren stesse scoprendo la sua sessualità grazie a lui. “Mi piaci” era un recipiente troppo piccolo, troppo stretto. Inadeguato.
Valutazione: 5 stelle!
Nessun commento:
Posta un commento