venerdì 24 aprile 2020

Recensione: Mai una gioia. Amori e altri inciampi di Lea Landucci

Buongiorno sognatori, la nostra Martina ci parla oggi del romanzo d'esordio di Lea Landucci, Mai una gioia. Amori e altri inciampi. Vediamo insieme che cosa ne pensa.


Trama

Cristina ha trent'anni, vive a Firenze ed è una investigatrice digitale: scopre tutto su tutti analizzando i loro profili sui social network!
È tanto competente e brillante sul lavoro, quanto imbranata e sfigata nel resto della vita.
Ha una madre insopportabile, un padre insicuro, e le sue migliori amiche vivono a centinaia di chilometri da lei. Il suo ex l'ha lasciata un anno fa con un SMS, il giorno di Natale, e da allora si sente dannatamente sola, anche se non lo ammette. Si barcamena tra la sua "mania dei maniaci", la sindrome da parlata non supervisionata e la propensione all'innamoramento istantaneo (non ricambiato). L'apoteosi del mai una gioia.

Ma quest'anno ha deciso che sarà IL SUO anno!
Riddurrà a zero le aspettative e si godrà tutto ciò che arriva, con assoluta leggerezza!
Applicherà alla lettera le "regole per la perfetta seduttrice": puntare, sedurre, colpire e abbandonare.
Tutto chiaro.
Forse.

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Il parere di Martina (prodotto acquistato)


Buongiorno, lettori. Oggi vedremo insieme un romanzo super chiacchierato, nonché l'esordio letterario della simpaticissima Lea di Chicklit Italia. È un romanzo che ho visto nelle stories di moltissime bookstragrammer e, seguendo Lea da un po', mi ero creata delle aspettative molto alte sul suo libro. È stata capace di soddisfarle? Vediamolo insieme.
La protagonista della storia è Cristina e, credetemi, questa vicenda non esisterebbe senza di lei. Cristina è il punto di forza di tutto il romanzo, anzi, oserei dire che è il centro di gravità attorno al quale ruota la storia. Più che un romance in senso stretto, infatti, il libro è un diario di questa ragazza dalle mille sfaccettature, tutte che rientrano nella straordinaria normalità che è tanto difficile raccontare. Cristina non ha nulla di speciale, non è la super bellissima protagonista rubacuori, non è una super donna. È una ragazza normale, con i suoi sogni e i suoi problemi. Problemi che rientrano nell'ordinario, niente drammi tragici o vicende strappalacrime. Il romanzo narra la sua trasformazione, da pessimista cronica a donna che ha scelto la sua felicità. Il tutto accompagnato dalle vicende che vedono come coprotagoniste le sue bizzarre amiche, Sabrina e Daniela. E poi c'è qualche uomo di mezzo, qualche sì… più di uno. Ma non posso dire di più per non spoilerare.
Dunque, innanzitutto vorrei partire dai punti di forza del romanzo, perché ne ha davvero tanti. Della protagonista e la sua ottima costruzione ho già accennato, ma vorrei ribadire che l'autrice è stata davvero brava a creare questo personaggio. Si vede che c'è dello studio approfondito dietro questa figura, l'affondo sulla sua psicologia e la sua interiorità sono straordinari. Lea mette a nudo le insicurezze di Cristina e ne parla, ci riflette, ci rende partecipi di ciò che la turba. Che poi è ciò che turba molte di noi. Cristina è molto di più che ciò che sembra. Non è solo il vulcano di allegria ed energia che potremmo vedere da fuori. C'è un'altra faccia di Cristina e devo dire che l'ho apprezzata moltissimo.
La scrittura di Lea è veramente eccellente. È fresca, frizzante, perfetta per il genere chicklit. Ma ciò che mi ha colpita di più è che, nonostante questa leggerezza, è capace di andare in profondità e toccare corde scomode, che in un chicklit mai abbiamo trovato. E così si ritrova a narrare di depressione, facendoci avvertire la stanchezza fisica e psicologica in cui Cristina viene trascinata, ma senza mai appesantire il tutto. Quello di Lea è uno sguardo rosa su una vita che non è sempre a colori.
Molte sono le tematiche che vengono affrontate, scorrendo la vita di Cristina: l'amicizia, la soddisfazione professionale, l'ambizione, la voglia di realizzarsi e la paura di fare passi falsi. Ogni personaggio ha un suo perché, tutto diventa una lente attraverso cui farci vedere una delle sfaccettature della protagonista.
E poi il colpo di scena che non ci si aspetta, che cambia tutto il corso della storia, comprese le nostre aspettative e le nostre speranze. C'è un evento drammatico nel testo che rappresenta un punto di svolta, una trasformazione per tutti coloro che popolano la storia. Complimenti a Lea, perché ha saputo rendere tutto ciò davvero molto bene. Il soffio gelido della morte cambia chi lo avverte. Stravolge la vita. Nessun personaggio è lo stesso di prima, dopo averlo avvertito. Si può parlare della paura della morte con una leggerezza quasi ironica, senza banalizzare? Beh, è difficile. Ma Lea ci è riuscita.
L'unica nota negativa, a mio parere, è che l'amore viene messo in secondo piano. Non è un romanzo d'amore, questo. L'amore è solo qualcosa di marginale, un espediente per mostrare l'evoluzione della protagonista. Mi è dispiaciuto un po'. Sarebbe stato interessante approfondire il tipo di relazione che Cristina vive con… beh, con chi lo scoprirete da soli. Manca quel po' di romanticismo che è un ingrediente essenziale nei rosa, specialmente nell'ultima parte. Il finale a sorpresa è davvero carino ed ero curiosissima di sapere come sarebbe finita questa storia, perché tiene in sospeso fino all'ultimo. Ma… avrei dedicato a questo straordinario ragazzo un po' più di spazio, lo conosciamo davvero poco. In generale, Cristina è talmente preponderante da eclissare un po' la figura maschile che dovrebbe essere coprotagonista della nascita di un amore.
Insomma, siamo di fronte a un romanzo di formazione vestito da chicklit, un qualcosa di davvero originale, che ci lascia soddisfatte e stupite, alle fine del viaggio. Non aspettatevi il solito romance, ma aspettatevi, questo sì, uno sguardo ironico su aspetti della vita che di solito non ci fanno sorridere. E aspettatevi di commentare: non poteva che finire così.

Valutazione: quattro stelle

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