venerdì 25 novembre 2022

Recensione doppia in anteprima: Il corpo che indosso di Donatella Ceglia

Sognatori, esce oggi Il corpo che indosso di Donatella Ceglia edito Triskell Edizioni. Rebecca e Kathleen l'hanno letto in anteprima per noi. Pronti a scoprire tutti i dettagli?



Trama

Elia, undici anni, non ha un posto nel mondo e non si sente a proprio agio nel suo corpo. Criticato dai genitori per non essere il perfetto figlio maschio che si aspettavano e affascinato dai vestiti di sua sorella, diventa facile vittima dei bulli.
Solo Gio, un compagno di scuola selvaggio e ribelle, trova il coraggio di difenderlo e lo invita a casa sua: un appartamento pieno di stoffe e ricordi, in cui l’aria è pervasa dal profumo di lavanda degli abiti di Libera, l’amorevole nonna del ragazzo. L’appartamento diventa ben presto un rifugio per Elia, in cui trova l’affetto e la comprensione che altrove gli vengono negati.
Passano gli anni, il rapporto tra Elia e Gio si evolve. I due ragazzi diventano uno l’estensione dell’altro, si alimentano del loro legame simbiotico, si indossano a vicenda come i vestiti che Elia tanto ama e con cui esprime se stesso.
Quello che li unisce tuttavia non basta. Il mondo preme sulle pareti dell’appartamento e reclama attenzione, mescolando ciò che si trova dentro con ciò che c’è fuori, tanto che i due giovani prendono strade diverse e la separazione sembra inevitabile. Elia tiene così traccia del tempo, chiedendosi se sarà possibile sopravvivere a quel tipo d’amore.

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Il parere di Rebecca (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)


Ciao Sognatrici!
Ed eccomi qui con un altro MM.
Chi mi conosce anche solo un pochino sa che sono una lettrice pignola. Noiosa, antipatica, che fa davvero fatica a trovare qualcosa che la emozioni al punto da dire "voglio il cartaceo"...
Ma ragazze, non potete perdervi questa storia.
Ringrazio la Triskell Edizioni per la copia omaggio.
Il romanzo di Donatella è... Spettacolare. Una storia che mi ha ricordato una melodia perfettamente suonata, lenta e inesorabile, profonda e poetica. Un susseguirsi di frasi che ti tengono incollata allo schermo, a riflettere... Eh sì, a riflettere. A pensare. A indossare i panni di Eli che non si sente a casa in quella pelle non sua.
Ma permettetemi di partire dall'inizio.
Un colore. Si può scegliere un colore e venire derisi, additati, incolpati? Che poi i colori non si possono nemmeno toccare (semi cit.)... È così che la vita di Eli sembra imboccare la sua vera strada. Indossa una maglietta rosa che lo rende oggetto di scherno e percosse e potrebbe non arrivare il principe azzurro? Ecco che compare Gio. Lo difende, gli dà la sua felpa, raccoglie la sua maglietta, lo invita a casa sua. Lo invita da Libera, come se Eli dovesse sapere chi è...
È in quel preciso giorno che due mondi si incontrano, si intrecciano, due vite che lentamente diventano una. Gio ed Eli fanno amicizia ed è proprio a casa di Libera (la nonna di Giò) e del ragazzino, che finalmente Eli impara cosa significhi sentirsi a casa. L'appartamento che diventa un porto sicuro dove rifugiarsi, un angolo di mondo dove nessuno può toccarlo. La realtà resta imprigionata fuori da quelle quattro mura, dove Eli vive d'affetto, dove non viene fatto sentire diverso. É casa di Gio e di Libera che Eli può essere se stesso, scoprirsi e cercare di imparare ad accettare quella pelle che si sente cucita addosso eppure così sbagliata. Si sente chiuso in un corpo che non riesce a riconoscere come proprio.


"Ha comprato questa roba – mobili e cuscini e tende dai colori neutri – pensando di poter buttare via l’anima che si era appiccicata a quella vecchia. Ma è nell’aria, pulviscolo sottile."

L'appartamento è lo scenario di una buona parte del romanzo. Del primo bacio. Del primo approccio sessuale. Dell'amicizia...
L'appartamento è il luogo dove Eli cambia pelle. Dove si veste come piace a lui e Gio e Libera lo accettano e gli permettono di sentirsi bellissimo. Non c'è una singola volta in cui Gio non gli rammenti quanto è bello. In cui lo guardi con occhi diversi per essersi truccato, per i capelli lunghi, per aver indossato un abito "femminile". L'appartamento fa da sfondo all'evoluzione di Eli che fatica ad accettarsi. Eli assalito e tormento dal timore che sua sorella gemella scopra che lui è... Diverso. Che i suoi genitori non possano accettarlo e volergli bene. Quegli stessi genitori che dipingono come un abominio e contro natura le persone come lui.


"Quelle piccole foglie che si sono ribellate al loro destino mi illudono più di quanto dovrebbero, visto che interpretarle è una divinazione che non posso permettermi."

Un amore totalizzante, quasi tossico, tiene in piedi Eli che resta vincolato a Giove, incollato a lui. Che sembra respirare solo quando lui c'è. Che gravita attorno a Gio ed è in grado di essere se stesso solo con lui e Libera.


"Volevo sapere di più di Gio. Volevo sapere tutto. Volevo colmare il vuoto che il suo nome mi aveva aperto dentro. Volevo prenderlo, accartocciarlo, infilarlo in bocca, ingoiarlo e tenerlo giù, nello stomaco, sempre con me."

Questo romanzo è un viaggio. È il racconto di una vita, anzi di più vite, a dirla tutta. È il susseguirsi di azioni, di mancate parole. È il rincorrersi di spazi vuoti e pieni che si alternano, così come gli animi e i cuori infranti che si rattoppano. È un concatenarsi di delusioni, di scoperte, di sorprese.
Potrei raccontarvi tutta la storia, quello che succede. Il dolore che ho provato e la sofferenza condivisa con Gio ed Eli. Quel sentirsi a disagio, quella necessità di crescere e imparare ad accettarsi, il bisogno di liberarsi di quell'amore che è stato tutto e senza il quale ti sembra di non poter vivere. E potrei parlarvi dell'amicizia, dei rapporti famigliari, ma non credo che saprei rendere giustizia alla bellezza di questo romanzo.


"Anche io ero messo insieme con gli avanzi: gli insegnamenti di mia madre, i silenzi di mio padre, le irruenze di mia sorella. E poi qualsiasi scampolo mi concedesse Gio."

I problemi dell'uno, le mancanze dell'altro. Le relazioni malsane, la necessità di riempire il vuoto con qualsiasi cosa. Il bisogno di evitare le etichette, di non chiamare amore quel sentimento... Negare di essere una coppia per non concedere alla realtà di ferire e affondare il colpo... Io mi sono rivista in parte in Eli, in parte di Gio e ho adorato ogni personaggio. Persino la mamma odiosa che svolge il suo lavoro di personaggio ottuso e negativo ma che fatico a definire madre.


"Al tempo non lo sapevo, che eravamo scuciti entrambi, rattoppati in modi diversi per resistere alla vita quanto bastava. Eravamo troppo giovani per realizzare che nel nostro disegno era stato cancellato qualcosa..."

Vorrei dire a Donatella che la ringrazio per questa perla. Devo anche ammettere che lo avevo scartato! Perché non mi ispirava la cover e tantomeno il titolo. Io che poi non mi fermo mai alla cover, non so... Ma poi mi sono detta, devi leggerlo e ho fatto bene.


"Crollò l’ultima difesa che proteggeva chi avrei dovuto essere dalla forza di chi ero. Indossare quel vestito andava bene come andava bene tutto il resto, chiunque decidessi di essere. Chiunque fossi."

Scrittura fluida, precisa, pulita, elegante. Vocabolario vario, studiato, scelto ad hoc. Ci sono delle frasi che mi rimarranno nel cuore.


"Il mio amore era fatto di paura. Il mio amore era fatto di rinunce. Il mio amore era tirato sottile sottile, sembrava pronto a spezzarsi in ogni momento, e io su quel filo cercavo di stare in equilibrio e camminare per arrivare al sicuro dall’altra parte, anche senza sapere cosa mi aspettasse alla fine."

Non vi dirò che è una lettura facile, forse non è nemmeno una lettura che va bene per un momento qualsiasi, ma è una lettura che a mio avviso va fatta.


"A volte sembrava odiarmi. Aveva armi a sua disposizione per ridurmi in lacrime e non esitava a usarle; aveva mappato le mie debolezze a memoria e ci affondava i suoi sottintesi per allargarle e lasciarmi esposto."


Mi è piaciuto? Decisamente.
Lo consiglio? Assolutamente si!


Valutazione: 5 stelle!


Il parere di Kathleen (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

 

“Il tempo non è né un cerchio, né una linea. Il tempo è come un'onda.”

 

E come un'onda sono anche le persone. Arrivano nella nostra vita e ci restano per il tempo necessario. A distruggerci o ad aiutarci, a completarci o sgretolarci, questo possiamo scoprirlo solo strada facendo.

Questo è l'insegnamento, il messaggio che passa leggendo il romanzo di Donatella.

Un romanzo tanto bello quanto profondo, intenso, travolgente. Un romanzo che resta e ci regala infinite emozioni da custodire nel nostro cuore. Emozioni che saranno lì a ricordarci quanto la vita possa essere difficile e meravigliosa al contempo.

Donatella ci racconta la storia di Elia, un bambino che ama i colori ma fatica ad amare se stesso e chi gli sta accanto, soprattutto se lo fanno sentire fuori posto. Sbagliato. Diverso.

E proprio un giorno, quando un gruppo di bulletti se la prendono con lui per il colore della sua maglietta, ecco che un altro bambino arriva nella sua vita. Lo difende, si prende cura di lui senza chiedere e senza volere nulla in cambio e resta. Gio lo vede per quello che è: un ragazzino come lui. A Gio piacciono la compagnia e la presenza di Elia nella sua vita e non gli chiede nulla di più di rimanere con lui così com'è. Anche se insicuro, anche se pieno di dubbi, anche se senza la voce necessaria per esternare ciò che si porta dentro. Perché Libera, la nonna di Gio, ha insegnato al nipote che siamo tutti uguali nelle nostre diversità. Che tutti abbiamo qualcosa da regalare a chi ci sta accanto, anche se a modo nostro.  Gli ha insegnato che non bisogna giudicare ma accogliere, che non bisogna proibire ma insegnare, che non bisogna etichettare ma conoscere, che non ci sono colori sbagliati ma solo gusti diversi.

Ed è così che la loro amicizia diventa TUTTO.

Ed è così che il lettore viene trasportato in una girandola di emozioni, di avvenimenti, di paure, lotte e conquiste.

Resti lì e ridi e piangi con Elia e sua sorella Eleonora che è “quella giusta sempre al posto giusto”. Che ama suo fratello ma non lo capisce semplicemente perché lui non si apre con lei.

E resti lì anche quando ciò che vogliono i genitori di Elia si scontra con ciò che si porta dentro Elia.

E poi arrivano altri amici, ognuno speciale a modo proprio, che si insinueranno nella vita e nel cuore del nostro protagonista, sempre al fianco di Gio, sempre nell'appartamento di Libera che diventa una sorta di guscio protettivo dove ogni cosa è più semplice, dopo si può semplicemente essere se stessi. Ed essere amati. Ricevere un sorriso e un abbraccio.

Giuro che non trovo parole sufficienti per esprimere tutto ciò che questo romanzo mi ha regalato, perché questa storia è un dono. Immenso.

Una storia dove i colori sono accesi, vividi, pieni. Dove si mescolano per creare qualcosa di unico, qualcosa di meraviglioso.

Perché Elia è come un colore che cerca la sua tonalità, la sfumatura che lo rende migliore. E lo fa con la mano stretta in quella di Gio. Dal loro primo incontro fino alla fine.

E Gio… incredibile, a volte odioso ma con un cuore grande, tanto coraggio e tanti, troppi  sentimenti che non riesce a gestire e si aggrovigliano, si accumulano e scoppiano quando meno te lo aspetti. Ho amato Gio, tanto quanto Elia, nonostante tutto. Anche quando era tossico, scontroso, irrecuperabile. Anche quando ho temuto che fosse cancerogeno per Elia, mentre per lui era ogni cosa.

Ho percorso questo viaggio accanto a questi due ragazzi che diventavano uomini, che cercavano la loro voce, il loro posto nel mondo e il modo per essere felici a qualunque costo.

Ho riso e ho pianto. Ho imprecato e non ho creduto a ciò che leggevo, ma sono rimasta lì, con loro, perché Donatella è riuscita a catturarmi e stregarmi. A mostrarmi altre sfumature della vita e dei sogni, a farmi affezionare a Elia e Gio, come a Eleonora e Andrè, Yin e Arianna.

Sono rimasta incollata alle pagine e non ho mai smesso di pensare “quanto sei bello”.

Grazie Donatella. È stato un viaggio bellissimo.


Valutazione: 5 stelle!

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