giovedì 18 gennaio 2018

Segnalazioni. IL SIGILLO DI AETHEREA di Pietro Ferruzzi


IL SIGILLO DI AETHEREA

Presentazione del romanzo

Il Sigillo di Aetherea è il primo romanzo appartenente al ciclo “L’era della luna rossa”. E’ un romanzo auto-conclusivo che si svolge nelle terre di Oppas in un’ambientazione simil medievale dove anche la magia è presente.

I punti di forza sono:

- una scrittura semplice per permettere una lettura fluida e piacevole adatta anche a un pubblico più giovane;

- la caratterizzazione dei personaggi e la loro crescita interiore, un vero e proprio romanzo di formazione, dove i valori dell’amicizia, della famiglia e del rispetto emergono in molte situazioni;

- l’attenzione ai dettagi per non tradire un’ambientazione simil medioevale;

- la magia è presente ma non abusata;

- gli eroi sono tali soltanto perché non hanno potuto fare a meno di esserlo;

- la descrizione dei combattimenti è evocativa e accurata.

I punti deboli sono:

- un inizio lento

- un punto negativo mi sembra anche troppo ￿




Sinossi

In una tetra epoca medioevale le terre di Oppas erano state dilaniate da una guerra durata centinaia di anni e risoltasi con l’uccisione dell’Arcano Supremo Ragnvald, la cui morte lasciò in eredità l’avversione per ogni forma di magia nera. Con la scomparsa di Ragnvald il regno di Oppas conobbe finalmente pace e prosperità.

Non tutto il male, però, era stato estirpato. Ragnvald aveva risvegliato qualcosa di terribile, un potere oscuro che lui stesso si era rifiutato di assecondare. Con l’aiuto della Dea Aetherea era infine riuscito a confinarlo in una dimensione magica, protetta da un sigillo.

Quel potere, tuttavia, è talmente forte che trova il modo di insinuarsi e interferire nella dimensione terrestre, cominciando a tessere un’atroce trama per compiere la sua vendetta. Il ritorno dei demoni è solamente il primo assaggio della forza malefica che si è ormai annidata nel regno e che, sfruttando l’ingenuità di alcuni personaggi, la brama e la crudele sete di dominio di altri, accresce il potere della sua essenza, preparandosi a soggiogare ogni cosa.

Un gruppo di sparuti adolescenti, un popolo fantastico, personaggi misteriosi e creature magiche riempiono le pagine di questo romanzo in un avvincente intersecarsi di vicende, battaglie, colpi di scena fino all’inevitabile, paventato scontro finale tra bene e male.




Quarta di Copertina

Dopo la morte dell’Arcano Supremo Ragnvald,
il regno di Oppas conosce finalmente un periodo di pace e prosperità, ma il male un tempo evocato ha continuato a tessere un’atroce trama per compiere la propria vendetta. Un gruppo di adolescenti si trova improvvisamente
a dover affrontare durissime prove tra complotti, battaglie, creature fantastiche e misteriose
in un’avvincente corsa contro il tempo. Una lotta impari contro le tenebre attraverso la quale matureranno prendendo consapevolezza di se stessi.




Informazioni sul Romanzo

Autore: Pietro Ferruzzi

Titolo: Il Sigillo di Aetherea

Sottotitolo: L’Era della Luna Rossa

Genere: Fantasy

Sottogenere: Epic/ Sword and Sorcery/ Romanzo Formazione

Adatto a: dagli 8-10 anni in poi.

Casa Editrice: Campanila

Pagina Facebook: L’Era della Luna Rossa

Blog di Pietro Ferruzzi Esordiente allo Sbando: pferruzzi.wordpress.com

Link per acquisto:

N.B. A Giugno 2017 è stato rescisso il contratto con la casa Editrice Campanila. Per questo motivo il libro potrebbe essere ancora disponibile su piattaforme online anche se tecnicamente l’unico, in questo momento, in possesso dei diritti per la vendita è l’autore stesso.

Gli ultimi volumi cartacei di Il Sigillo di Aetherea ed. Campanila (edizione prima) sono venduti direttamente dall’autore Pietro Ferruzzi, Usato come Nuovo, ad un prezzo scontato del 33% comprese spese di spedizione.

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ESTRATTI:

#1

Cameron aveva paura. I cavalli erano ingestibili e da quando gli ululati si erano susseguiti dietro di loro, sembravano ancora più imbizzarriti. Benché la foresta, chissà per quale motivo, avesse deciso di aiutarli, prima o poi sarebbero andati a sbattere contro qualcosa. E se anche la loro fuga fosse proseguita, come sarebbero potuti sopravvivere a quelle creature? Viola aveva riacquistato lucidità e cercava di rassicurare un’inconsolabile Alison. La bestia si avvicinava sempre di più, era troppo veloce per evitarla; per quanto si sforzasse Cameron non trovava nessun espediente per seminare o affrontare quella creatura, sempre che si trattasse di una soltanto. Assicurò l’arco e la faretra alle sue spalle e sfoderò la spada, qualsiasi cosa fosse successa avrebbe venduto cara la pelle. Nonostante si stessero dirigendo verso il centro della foresta, sembrava che gli alberi si diradassero; Cameron sentiva dentro di sé che la salvezza era vicina, ancora un piccolo sforzo e sarebbero stati al sicuro. Non riusciva a capire da dove gli venisse questa sensazione, ma sapeva che era così.

Un rumore alla sua sinistra lo riportò alla cruda realtà. La bestia li aveva affiancati e stava per saltare. Si voltò, spada ben salda nelle due mani, pronto ad affrontarla, ma la creatura aveva puntato un altro bersaglio. Era spaventosa, sembrava un lupo, ma era molto più grande: il pelo spesso e ispido era ricoperto di fango, la bocca spalancata lasciava intravedere tre file di denti aguzzi e marci, gli occhi erano di fuoco, come se dentro vi ardesse una fiamma viva.

Aveva già sentito parlare di queste creature. Quella specie di lupo spiccò un salto portentoso che scavalcò il cocchio facendo perdere l’equilibrio a Cameron, la spada gli sfuggì dalle mani e cadde, rimanendo sul bordo della seduta. Stava per raggiungerla con le dita quando la carrozza si ribaltò e lui venne sbalzato in aria, cadendo rovinosamente a faccia in giù a pochi passi dai cavalli stramazzati a terra con la giugulare recisa.

Un Cacciatore!” ecco che cos’era quella creatura. Cameron cercò di girarsi, gli faceva male tutto ed era disarmato; l’arco era volato via e la spada era finita chissà dove. Riuscì a mettersi supino e gli girava la testa. Il terreno era freddo e fangoso con le foglie umide che gli bagnavano la schiena. Mise lentamente a fuoco, mentre un odore di putrefazione l’assalì con una violenza tale che conati di vomito cominciarono a scuotergli lo stomaco. Il Cacciatore troneggiava sopra di lui sbavando sui suoi vestiti preferiti. La bestia ululò la sua vittoria, le mascelle aperte con le tre file di denti in bella mostra protese verso la gola scoperta del ragazzo.

Le mani di Cameron cercarono affannosamente qualcosa da afferrare per difendersi, ma le sue dita trovarono soltanto terriccio bagnato o piccoli sassi.

Ormai era finita e chiuse gli occhi pregando gli Antichi Dei.

Accadde tutto nel tempo di un battito di ciglia: qualcosa distrasse la bestia che girò il muso fiutando l’aria mentre Cameron si ritrovò la sua spada in mano. Quando il Cacciatore si voltò sferrando l’attacco finale, la spada ben piantata nel terreno gli trafisse la gola penetrando nel cervello.

Cameron vide la scintilla rossa negli occhi spegnersi lentamente, poi tutto divenne buio: il puzzo nauseante e il dolore alla testa lo avevano fatto svenire, intrappolato sotto il possente e antico corpo della creatura.

#2

Il sole faceva capolino tra le nuvole. Una pioggia leggera aveva rinfrescato l’aria, recando un po’ di sollievo ai soldati accaldati nelle loro armature leggere. Tutti gli uomini erano ai loro posti, pronti a morire per difendere le loro terre e le loro famiglie.

Come previsto da Marek, l’esercito nemico scelse di non disperdersi lungo il perimetro della palizzata, puntando deciso verso il grande cancello. Il muro si innalzava per più di cinque braccia, con altre due che costituivano la parte interrata. All’interno, a circa tre passi di distanza, si stagliava un’altra fila di tronchi, più bassa di almeno un braccio rispetto alla prima, e lo spazio tra le due file di tronchi era stato riempito con terra e sassi per permettere ai soldati di manovrare e difendersi con le armi a loro disposizione. Tutto quel legname così robusto e trattato col fuoco per indurirne la superficie, aveva richiesto il disboscamento di gran parte delle foreste vicine alle Montagne Rocciose e quasi tre anni di duro lavoro di migliaia di persone. Se l’esercito nutriva una piccola speranza di resistere all’attacco, quella era dovuta alla lungimiranza del principe. Marek si augurò che non fossero stati sforzi inutili. Chiese al generale Engard, il suo secondo, se tutto fosse pronto per la sorpresa finale ricevendo risposta affermativa. Ormai comunicavano a gesti, troppo concentrati per sprecare parole e fiato. I troll si fermarono poco distanti dal cancello, il fronte di attacco si estendeva per qualche centinaio di passi mentre file di guerrieri stavano ancora scendendo dal Passo dei Giganti.

Un boato si innalzò dalle possenti schiere nemiche. La terra tremò quando accompagnarono l’urlo di guerra con il battere dei piedi sul duro suolo roccioso. Alcuni reparti si spostarono lasciando spazio a dei primitivi arieti ricavati da grossi tronchi di legno rinforzati da una testa di ferro. Le prime file iniziarono ad avanzare, i guerrieri erano muniti di un grosso scudo per proteggere se stessi e i compagni che trasportavano gli arieti. Marek pregò affinché caricassero; se continuavano a procedere al passo, la sorpresa non sarebbe stata così efficace come aveva progettato.

Zathur, come se gli avesse letto nel pensiero, grugnì un comando al quale i vari nobili risposero passandolo alle truppe e i troll caricarono.

Gli uomini sulla palizzata rimasero immobili trattenendo il respiro; l’ordine di scoccare fu ripetuto almeno tre volte prima che i soldati si riprendessero dal torpore e un nugolo di frecce e dardi venisse scagliato dai camminamenti, ma servirono solamente a fare il solletico ai troll, che già pregustavano la tanto agognata rivalsa sul popolo umano.

Molti volevano vendicare l’uccisione di Goldar e la loro forza di volontà andava ben oltre le sanguinanti ferite agli arti. La carica procedeva spedita, soltanto pochi troll caddero sotto le raffiche delle armi da tiro; i feriti che non potevano continuare a correre venivano sostituiti dai compagni più arretrati per ricomporre la linea di avanzamento. Gli arieti e le prime file di guerrieri erano arrivati a una decina di passi dalla palizzata, i corpi già protesi in avanti per sostenere l’urto contro il muro di legno, quando la terra sotto di loro si aprì facendoli precipitare in una profonda buca. Gli arieti finirono nel fosso trascinando con sé decine di guerrieri. I troll che sopraggiungevano da dietro spinsero nella buca i compagni riusciti a fermarsi in tempo. La fossa era abbastanza larga per contenere almeno tre file di guerrieri che, una volta ripresisi dalla sorpresa e dalla brutta caduta, cercarono di uscire arrampicandosi sugli arieti rimasti inclinati.

La fossa era piena di una sostanza nera, densa e dall’odore molto forte, i troll faticavano a mantenere l’equilibrio e, appoggiandosi l’uno all’altro per rimettersi in piedi, finivano per cascare nuovamente nella pozza oleosa. Gli stessi arieti divennero scivolosi, impedendo ai troll di usarli come scale. Le frecce e i dardi continuavano a pungere, il caos dovuto alla trappola aveva aperto le difese dei troll adesso più vulnerabili, e molti caddero trafitti da colpi mortali.

A un segnale di Marek furono scoccate frecce infuocate dentro la fossa. In un batter d’occhio fiamme altissime si levarono al cielo fino a lambire il bordo superiore della palizzata. I troll agonizzanti tra le fiamme urlarono di dolore, rabbia e odio. Un odore nauseante di carne bruciata raggiunse le narici degli uomini asserragliati dietro la palizzata, molti non riuscirono a fare più niente se non scendere e vomitare.

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