Sognatori, la nostra Meg ci parla oggi del romanzo Rose di carta di Arianna Bonati, edito Triskell Edizioni. Pronti a scoprire tutti i dettagli?
Trama
In una piovosa città italiana due ragazzi alla ricerca del proprio posto nel mondo si incontrano in ascensore.
È il primo giorno di lavoro di Noemi, una giovane artista talentuosa. Determinata a sfidare le avversità dopo un tragico incidente che l’ha costretta su una sedia a rotelle, per compiacere la madre e dimostrarle la propria indipendenza, ha deciso di accettare uno stage in una grande azienda, senza però rinunciare al sogno di divenire una fumettista.
Gabriele è il suo nuovo supervisore: un ingegnere informatico dall’anima introversa e gentile, invischiato da anni in un amore non corrisposto per un’amica d'infanzia. La recente promozione non l’ha motivato come avrebbe dovuto ed amici e familiari non sanno più come aiutarlo.
Nonostante le enormi differenze caratteriali, Noemi inizia a ritrarre Gabriele nel suo diario e il ragazzo, incrociando il suo sguardo vivace, è costretto a rivedere le convinzioni che aveva sull’amore.
L’attrazione particolare che li unisce non può essere infranta, potrebbe anzi essere un tassello mancante nei loro sogni.
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Il parere di Meg (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)
È difficile scrivere di questo libro.
È una lettura intensa, di quelle che partono già da una protagonista ferita nel corpo e che non possiamo non ammirare.
Noemi è una giovane donna che ha scelto di vivere, e lo ha fatto condividendo quella vita con la sua carrozzina; e lo ha scelto a tal punto di andare a vivere da sola, di mantenersi economicamente con il suo lavoro di grafica.
Il suo è un coraggio assoluto, pieno, fatto di sogni ma anche di solitudine, perché quello che lei ha sempre rifiutato è la pietà, la commiserazione delle persone; e quel lavoro di stagista, procuratole da una madre fin troppo preoccupata, non è certo l’ideale.
Se a questo aggiungiamo un capo scontroso e malinconico, il quadro non è proprio di quelli ideali.
Ma ognuno di noi tende a nascondersi dietro la freddezza e l’indifferenza quando si è feriti nel cuore; e così impariamo a capire quei musi lunghi di Gabriele, quella sua lunaticità che è solo frutto di un cuore spezzato da tanti anni.
«Perché quando ti pugnalano non piangi, al massimo ti incazzi. O muori,
cosa molto più probabile. E rimani gli ultimi secondi a guardare sconvolto il
tuo aggressore.»
Ci sono ancora tante possibilità e orizzonti da vedere, e questo Noemi e Gabriele ce lo raccontano pagina per pagina, nei POV alternati che spiegano le loro emozioni e la loro vita così diversa e complessa ma che, insieme, mostrerà loro come inseguire i sogni.
E che dire di Bea e Alberto, i due perfetti vicini di casa, così diversi tra loro ma così complementari nelle loro sofferenze: due comprimari perfetti, che ci mostrano come dalle ceneri si possa sempre risorgere.
L’autrice dà loro il giusto spazio e spessore, inserendoli sempre al punto giusto della vicenda e riuscendo a completare un quadro d’insieme di una storia molto particolare.
Una lettura, come anticipato, che fa riflettere, che conferma l’attenzione dell’autrice per temi molto delicati, confermando la sua sensibilità narrativa nel raccontarceli, perché “non bisogna mai smettere di cercare il proprio lieto fine”.
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