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giovedì 7 gennaio 2021

Recensione in anteprima: Un perfetto colpevole di Sarah A. Denzil

Sognatori, la nostra Alex ci parla oggi in anteprima del romanzo di Sarah A. Denzil, Un perfetto colpevole edito Newton Compton Editori. Curiosi di sapere tutto?



 

Trama

 

«Saprai presto chi sono». Un sussurro roco nel cuore del­la notte, che proviene dalla stanza accanto.
È la voce di uno sconosciuto riprodot­ta dal registratore ambientale che So­phie ha fatto installare, perché ha la terribile sensazione che qualcuno la stia stalkerando. Solitaria per natura, Sophie passa le giornate nella scuola elementare dove insegna o in casa a prendersi cura della madre, amma­latasi precocemente di Alzheimer. È una routine impegnativa, che le lascia poco tempo per sé stessa. Ma il gior­no in cui Sophie decide finalmente di andare a un appuntamento galante, cominciano ad accadere cose strane. Trova un bottone in giardino. Un’im­pronta sulla parte esterna di una fine­stra. Inoltre la madre è piena di lividi e, in stato confusionale, continua a dare la colpa a un’ombra.
E poi c’è quella voce…
Con alle spalle un’infanzia turbolenta, Sophie comincia a chiedersi se sua madre stia solo fingendo di essere malata per continuare a torturarla… Ma che razza di madre farebbe una cosa del genere a una figlia? E che dire dell’uomo che ha incontrato onli­ne? Per scoprire la verità, Sophie do­vrà indagare sul suo passato, ma la verità a volte è più pericolosa della menzogna…

 

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Il parere di Alex (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

 

Quando leggo il nome di questa autrice, le aspettative sono altissime e sono felice che queste non siano state disattese.

La storia di Sophie è difficile da raccontare. Non è la solita giovane donna di successo, non ha una sfilza di corteggiatori sulla porta, non ha una famiglia pronta a sorreggerla nei momenti bui della vita. Sophie è sola.

La sua infanzia, mostrata attraverso spezzoni di ricordi, descrive una solitudine al quale lei non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi. Sminuita e maltrattata dalla madre per ogni azione compiuta, non si è mai sentita amata, ma nonostante questo, quando lei si ammala di Alzheimer, Sophie decide di prendersene cura. Finirà con l'annullarsi completamente, dedicando la propria vita alla donna che senza nessuno scrupolo le ha negato il sogno di una famiglia.

La maniera in cui la malattia di Alzheimer è stata affrontata mi ha molto colpito, non tanto per la descrizione della stessa, ma per quello che comporta nella vita delle persone che seguono gli ammalati. Quel dolore, quell'impotenza, quegli enormi rospi ingoiati e soprattutto quei sentimenti negativi che è NORMALE provare quando si è sopraffatti dalla tristezza.

Tante volte avrei voluto prendere Sophie per le spalle e urlarle di reagire, ma nello stesso momento comprendevo il suo blocco psicologico e quella sensazione asfissiante di reclusione.

La trama del thriller è ben strutturata, non originalissima a mio avviso e senza grandi momenti di suspense, ma comunque scorrevole e semplice da interpretare. Avrei maggiormente sfruttato l'argomento stalking, per aggiungere un po' di brivido, ma mi rendo conto che essendo molti i tasselli da incastrare sarebbe diventato complicato.

Il finale mi ha lasciato con l'amaro in bocca, sono sincera, ed è solo per questo motivo che non assegno cinque stelle. Non è chiaro, oltre a risultare piuttosto frettoloso rispetto al resto del libro. Credo e spero che si tratti di un finale che prevede un sequel, perché lascia tanti punti interrogativi che da amante del thriller devo assolutamente vedere risolti. Il modo in cui è stato descritto lo stile di vita del “personaggio secondario" mi lascia comunque ben sperare.

Complimenti all’autrice per questo nuovo lavoro. Confermo la stima nei suoi confronti per lo stile semplice e la leggerezza dei dialoghi: lineari e diretti. 

 


lunedì 7 dicembre 2020

Recensione doppia in anteprima: Il mio regalo inaspettato di Felicia Kingsley

Sognatori, la nostra Alex e la nostra Martina ci parlano del nuovo romanzo di Felicia Kingsley, Il mio regalo inaspettato edito Newton Compton Editori in uscita oggi. Curiosi di scoprire tutto?



 

Trama

È la Vigilia di Natale e anche a Dunfermline, in Scozia, fervono gli ultimi preparativi. Per Freya, responsabile delle consegne per il sito di e-commerce Amazing, è stata la settimana più faticosa dell’anno, ma finalmente anche questa giornata di lavoro può dirsi conclusa e lei può sognare un bagno rilassante. Solo che, al momento di tirare giù la saracinesca del magazzino, Freya si accorge che uno dei carichi non è mai partito: i membri del suo staff hanno riempito per errore il baule di un furgone guasto. Come potrà giustificare il fatto che decine di persone in città non riceveranno in tempo i loro preziosi regali di Natale? Impossibile. Così Freya si mette subito all’opera, sposta i pacchi su un altro furgone e si improvvisa un Babbo Natale-corriere d’eccezione. E forse potrebbe anche farcela, se non fosse che, rimasta senza benzina in mezzo alla neve, è costretta a chiamare un Uber per portare a termine la sua missione. Tutto si aspetterebbe meno che di ritrovarsi davanti come autista la sua vecchia fiamma del liceo, Kyle, proprio colui che tredici anni prima l’aveva bidonata la sera prima del ballo. Poche storie, lui deve farsi perdonare e questa è l’occasione giusta, così partono insieme con l’obiettivo di consegnare tutti i regali entro lo scoccare della mezzanotte. Peccato che gli imprevisti non siano finiti…

 

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Il parere di Alex (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

 

Mentre leggevo mi sono ritrovata più volte a riflettere su quanto avessi bisogno della “normalità” descritta tra le righe. Un paradosso, forse, perché di normale nella Vigilia di Natale di Freya e Kyle non c'è proprio niente, ma è stata l'atmosfera che respiravo in ogni paragrafo ad avvolgermi come una coperta calda e a farmi dimenticare per un po' quello che stiamo vivendo.

Ho trovato la trama originalissima. Senza spoilerare, posso dire che la strada scelta dell’autrice mi ha portato a divorare una pagina dopo l'altra per la smania di sapere cosa sarebbe accaduto. È un racconto natalizio che contiene un pizzico di ogni genere, che non trascende, non si dilunga e rende fluido ogni passaggio. C'è avventura, tanta, ironia a vagonate, sentimento, passione, mistero, fantasy. Tutto sapientemente racchiuso in una notte che inizialmente si presentava triste, ma che attraverso una serie di coincidenze si è trasformata in una specie di caccia al tesoro.

Ma parliamo di loro: i protagonisti. Freya è una trentenne come tante, single non per sua scelta, responsabile e attaccata al suo lavoro di responsabile della logistica del magazzino Amazing. Sarà proprio questo suo senso del dovere a cambiarle la vita in poche ore. Per una serie di strani eventi si ritroverà a dover trascorrere la notte della vigilia insieme a una sua vecchia delusione dei tempi del liceo, Kyle. Quest'ultimo è il classico spaccone dalla conquista facile, ma ho adorato il modo in cui è stato caratterizzato il suo personaggio. Un'ironia sottile, mai volgare né eccessivo nei comportamenti. L’intesa tra i due è il cuore di questo libro, perché loro discutono, ridono, flirtano, ma lo fanno quasi sottotraccia, concedendo al lettore di non concentrarsi unicamente sulla coppia.

È stato bello entrare insieme a loro nelle case addobbate a festa, sentire i profumi di arrosto e di legna arsa. Buttarsi a capofitto in una pista da ballo, in compagnia di uomini e donne ospitali, sereni e orgogliosi delle proprie tradizioni. È stato divertente vedere Kyle e Freya morire quasi di paura e razzolare sulla neve, per poi ritrovarli mezzi nudi circondati da persone stravaganti sotto tutti i punti di vista.

Non è mancata nemmeno la parte rock, che con le sue citazioni mi ha fatto volare.

Insomma, per farla breve, consiglio questo libro a chiunque abbia voglia (e credo che in pochi siano esclusi) di godersi qualche ora di risate e avventura. Faccio i miei complimenti all’autrice e la ringrazio per avermi distratto e fatto sognare.

 

Valutazione: cinque stelle piene per il nuovo lavoro di Felicia Kingsley.


Il parere di Martina (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)


Buongiorno, lettori! Come Alessandra, anch'io ho auto il piacere di leggere in anteprima questo breve romanzo natalizio di Felicia Kingsley e ringrazio Newton per la copia.

Che dire? Lo stile di Felicia si riconosce a chilometri di distanza ed è sempre una piacevole lettura.
Questa novella si legge in un pomeriggio e racconta la storia di Freya, aspirante direttrice di un settore di Amazing, alter ego di Amazon, e Kyle un vecchio compagno di liceo re-incontrato davvero per caso.
La loro avventura si svolge tutta nella notte della Vigilia di Natale, quando Freya si improvvisa corriere delle consegne a seguito di un carico andato a vuoto che non può assolutamente tardare nell'arrivare nelle mani dei destinatari. Kyle arriva in suo soccorso quando il furgoncino la lascia a piedi, come autista di un Uber che diventa una vera e propria salvezza. I due dovranno consegnare venti pacchi entro la mezzanotte e la cosa si rivela più difficile del previsto, dato che incontrano le persone più improbabili del pianeta. Si creano così una serie di situazioni esilaranti che li avvicineranno sempre di più, fino a risvegliare dei sentimenti che credevano entrambi morti e sepolti, ma che in fondo erano consapevoli di non aver mai dimenticato.

L'ironia tipica di Felicia attraversa tutto il romanzo e riesce a farci ridere più di una volta, date le situazioni imbarazzanti ai limiti dell'assurdo che si vengono a creare.
Nonostante sia un romanzo ben scritto in cui ritroviamo tutti gli elementi che mi hanno fatto innamorare della penna di questa autrice, l'ho trovato un gradino al di sotto rispetto ai precedenti.
È sempre così, quando si legge un romanzo da cui ci si aspetta 100 e si ha 99, si rimane con un pizzico di delusione, nonostante la storia sia comunque piacevole. Mi è mancato qualcosa, questa volta.
Sarà che non amo le storie brevi, mi piace immergermi in romanzi che vorrei non finissero mai, sarà che ho trovato la storia d'amore un po' troppo marginale, sarà che il ristretto arco temporale in cui si svolge la vicenda rende tutto un po' surreale per narrare la nascita di un sentimento… insomma, c'è qualche nota leggermente stonata, pur trattandosi di una melodia piacevole.

Il punto di forza del romanzo sono proprio i personaggi assurdi che i protagonisti vanno incontrando nel corso della loro folle notte di consegne e mi è sembrato che questi abbiano oscurato un po' l'avvicinarsi e lo svelarsi al lettore di Freya e Kyle. Senza contare che a questi due poveri sventurati ne capitano davvero di tutti i colori, forse un po' troppe per risultare una vicenda verosimile.
In ogni caso, ritroviamo la sapienza dell'autrice nello studio che è ben riscontrabile dietro l'ambientazione attenta, la narrazione di tradizioni locali scozzesi, l'ironia frizzante e il romanticismo che non può mancare in una storia natalizia. Di nuovo complimenti a Felicia, che ritengo essere una delle migliori penne della narrativa italiana in rosa, anche se aspetto il prossimo romanzo per rimanere estasiata come dalla lettura di Prima regola: non innamorarsi.

Valutazione: quattro stelle

mercoledì 25 novembre 2020

Recensione: Il sette di cuori. La carta rivolta di Emanuele Marconi

Sognatori, la nostra Alex ci parla oggi del romanzo di Emanuele Marconi, La carta rivolta. Scopriamo insieme dettagli e opinione.

 
 

Trama

Un ragazzo psicopatico che urla frasi rivoluzionarie inneggianti la libertà a Milano Centrale, il cadavere di un giovane ritrovato nei pressi dei binari di una ferrovia toscana, un misterioso treno che viaggia per l’Italia. L’astuto giornalista Marco Ledogli intuisce che la realtà è diversa da come appare, ma non sa quanto oscure possano essere le trame – economiche, politiche, societarie – di chi agisce nell’ombra. Un thriller avvincente, un mystery, un gioco letterario che scorre a doppio binario tra passato e futuro, in una riflessione sul tempo, sui grandi cambiamenti, sulla libertà, sulla manipolazione mediatica, sul confine tra reale e illusorio, in un confronto tra tutto quello che si può cambiare e quello che, invece, deve rimanere immutabile: la verità dei sentimenti.

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Il parere di Alex (prodotto fornito dall'autore senza scopo di lucro)

Il sette di cuori è un libro impegnativo e non perché scritto usando un lessico complicato, ma per la complessità dei suoi protagonisti e della storia che li accomuna.
Ambientato in un futuro non troppo lontano, eppure attuale. Si parla di negazionismo, di rivoluzione, di una forza superiore (ma non troppo) che subdolamente cerca di manipolare le nostre menti. Non serve che vi dica che lo considero attuale visto quello che sta succedendo in questo periodo storico nel mondo. L'argomento trattato è diverso, ma il succo è di certo quello: la paura intrinseca di piani a noi sconosciuti e al contempo una voglia spesso sopita di ribellione.
Nello specifico, Il sette di cuori ha vari protagonisti, ma quello principale è Marco Ledogli, giornalista di una futuristica testata: lo Status Quo. Ledogli, anche grazie alla sagacia del nipote Leonardo, si ritroverà immerso fino al collo in un'inchiesta che lo vedrà impegnato su vari fronti; dalla politica, al relazionarsi con i giovani, alle agenzie di comunicazione.
Tutto ruota intorno a Perseo, un treno di ultima generazione che ci viene presentato nel primo capitolo, ma che si scoprirà fulcro della storia solo in seguito a numerosissime ricerche.
In tutta onestà ammetto di aver faticato non poco a leggere alcuni capitoli: l'autore è minuzioso e sa quel che dice, ma a mio avviso si è dilungato troppo su determinati punti e questo ha appesantito il racconto. Altra cosa importante che ha reso la lettura poco fluida è la moltitudine di avverbi usati: finalmente, veramente, assolutamente. All'autore non mancano le capacità per formulare frasi che non contengano per forza questi mezzi, e il libro ne gioverebbe.
Buona la caratterizzazione dei personaggi, anche se su Ledogli in effetti si sa poco. Di lui ho apprezzato le capacità intuitive e la calma con cui riesce a venir fuori da situazioni a volte spaventose, l'affetto che nutre verso il nipote e il sapersi relazionare con ogni tipo di persona. Ma di Marco "uomo" si parla poco: non ricordo nemmeno la sua età, né il suo aspetto fisico e se l'autore lo ha descritto lo ha fatto talmente in fretta da farmene dimenticare.
Al contrario, di Leonardo (che si vede molto meno) conosciamo qualcosa di più. Il libro infatti inizia con le sue sensazioni e con il racconto della sua storia d'amore mancata con Giulia... che salirà proprio su Perseo.
In breve, la dialettica mi è piaciuta, in particolar modo quella usata durante i dialoghi, ma fossi stato un editore avrei tagliato parecchi pezzi a mio avviso non indispensabili ai fini del libro.
In questo modo forse avrei trovato il tutto più interessante e avrei maggiormente apprezzato i momenti di suspense che ogni tanto arrivano e che sono scritti in maniera egregia.
Mi complimento con l'autore per lo studio apportato pre stesura e per l'attenzione in revisione (non ci sono refusi), ma consiglio una scrittura più leggera al fine di rendere la lettura più piacevole.
La mia valutazione finale è di 3 stelle, con un in bocca al lupo per il sequel. 

 

Valutazione: 3 stelle!

sabato 7 novembre 2020

Review Party: Hollywood Lies di Sonia Gimor

  

Sognatori, oggi il blog partecipa al Review Party del romanzo di Sonia Gimor, Hollywood Lies edito Dri Editore. La nostra Alex l'ha letto e recensito per noi. Scopriamo insieme cosa ne pensa.

 



 
Sinossi:

L’attore più sexy del mondo.
L’attrice che gli darà del filo da torcere.
Una passione irresistibile a mischiare le carte.
 
Los Angeles.
Hollywood.
Red carpet.
Abigail Wright sta per firmare un contratto milionario per il telefilm dell’anno.
Un’occasione irrinunciabile, se non fosse che il detestabile Nicolas Stevens sarà il suo partner.
Famosissimo, esattamente come la sua discutibile fama.
Odio reciproco, desiderio, sesso, flash puntati addosso…
Resta un’unica soluzione: recitare anche fuori dal set.
Un’insostenibile bugia.
Infinite giornate da passare insieme.
Cosa succede quando finzione e realtà si scontrano?

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Il parere di Alex (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

Riconosco di non aver mai letto nulla di Sonia Gimor, ma con altrettanta onestà vi dico che sono pronta a recuperare. Ho divorato Hollywood Lies in pochissimo tempo e questo lo devo sopratutto allo stile dell'autrice. Metaforicamente parlando, immagino la sua penna tanto leggera da sembrare quasi sospesa sul foglio: il suo lessico semplice e diretto, unito alla grande abilità nel dirigere i dialoghi invoglia a leggere una pagina dopo l'altra. 

Parliamo ora del contenuto. Le capacità appena descritte fanno sì che la storia, non molto originale, diventi tanto importante e urgente da indurre a proseguire con la lettura in ogni momento libero della giornata. Quando dico che non è originale, non lo faccio con saccenza e se si legge tra le righe si capisce che la mia affermazione è tutt'altro che una critica. 

Per definire un libro "UN BUON LIBRO", non è necessario inventare chissà quale storia arzigogolata, ma, come nel caso della Gimor, basta rendere i personaggi che la vivono unici, saperli rendere tangibili, far sì che il lettore rida e pianga insieme a loro. In Hollywood Lies tutto questo è successo. Nicolas e Abigail per me sono adesso due persone che ESISTONO. Pensate che nelle prime pagine mi sono domandata: Ma come può pensare l'autrice che un lettore si affezioni a un tizio come questo? Va bene il piacione donnaiolo che non deve chiedere mai... ma Nicolas è veramente stupido! Beh, proseguendo la lettura ho poi capito di aver pensato esattamente quello che l'autrice voleva. Io dovevo provare gli stessi sentimenti di Abigail e ciò si è verificato fino all'ultima pagina. Questo è saper creare empatia. La storia gira intorno ai due protagonisti, pochi e mai invadenti i personaggi secondari. Alla lunga se non si è bravi a creare dinamiche interessanti, si rischia di cadere sul banale... ma vi assicuro che non è questo il caso. 

Abigail e Nicolas sono due famosissimi attori, scritturati per lavorare insieme su un set che li vede innamorati quando nella realtà quotidiana "si odiano": lei perché nonostante la fama ha mantenuto lo status di ragazza umile e non troppo avvezza alla mondanità, lui perché abituato ad avere ogni donna ai propri piedi con un solo schiocco di dita. Inutile dire che l'essere tanto diversi, sin da subito non fa che calamitarli l'uno verso l'altra. Abigail perché, nonostante tutto, non è indifferente al fascino di Nicolas e quest'ultimo perché non riesce a mandare giù il primo due di picche di tutta la sua vita. Tutto questo darà inizio a una lunga serie di battibecchi divertenti, fatti di baci rubati sul set, battute maliziose e pungenti, ma sarà anche l'inizio di qualcosa di molto più profondo. 

Piano piano un passato difficile aprirà gli occhi al lettore sulla presunta superficialità di Nicolas e renderà la storia molto più introspettiva. Un altro punto a favore di questo libro è la cura dei dettagli. Le descrizioni ci sono tutte, sia quelle ambientali, sia quelle fisiche e non mancano le importantissime azioni pre e post dialogo. Il tutto però è dosato alla perfezione: essenziale e diretto. È una storia che contiene scene di sesso esplicite, ma anche qui l'autrice è stata magistrale nel non superare MAI quella sottilissima linea che separa la sensualità dalla volgarità. 

Complimenti infine per il lavoro di editing, per l'impaginazione e la pulizia del testo. Come avrete capito il mio giudizio è di cinque pienissime stelle e concludo congratulandomi con Sonia Gimor per l'innato talento.

 

Valutazione: 5 stelle! 

mercoledì 28 ottobre 2020

Recensione: Omicidio ad alta quota di Maria Rosaria Pugliese

Sognatori, debutta oggi nel blog la nostra Alex con la recensione di Omicidio ad alta quota di Maria Rosaria Pugliese edito Fratelli Frilli Editore. Curiosi di scoprire tutto?


 

Trama

Lo stilista Giosafat Gori, fiorentino di nascita, milanese d’adozione, ambasciatore della moda italiana nel mondo, viene avvelenato sul volo AF 4504 con destinazione New York. L’omicidio scuote l’ambiente delle passerelle e suona quasi come una beffa per chi deve occuparsi del caso, perché il commissario Nino de Santis – meridionale, in servizio presso la Questura di Milano – non ha mai messo piede su un aereo e neppure conta di farlo. Nel poliziotto, bonariamente sarcastico, che ha abbracciato le abitudini della metropoli del Nord, anche grazie all’amatissima moglie meneghina, continuano a fremere le radici della propria terra allungata sul mare, il borgo costiero più piccolo d’Italia. Ed è con la stessa grinta con la quale gli antenati affrontavano il mare in tempesta e i predoni saraceni, che prende a navigare tra una miriade di informazioni contenute in un’agenda rinvenuta dalla figlia della vittima, Margot, un’inglese che non sembra un’inglese. A fargli da bussola è l’intuito dell’investigatore di razza. Si schiude così l’universo della Mondial Glamour, facendo emergere, al di là della patina dorata, l’affollata solitudine di Giosafat Gori, gli intrecci meschini dei soci, Galbiati e Castelli, entrambi snob e principali indiziati, le ambizioni distruttive di modelle straniere, la febbre spasmodica per il tavolo verde, la ricerca ossessiva della bellezza e della forma perfetta. Un gioco di specchi, dove l’importante è apparire. Quasi come una scappatoia da questo cosmo in sé conchiuso è l’amicizia di Gori con un modesto artista, Mirko Lucchesi, la cui conoscenza risale al tempo in cui lo stilista ancora non apparteneva al gotha della moda. A spianare la strada alla verità sarà il dvd custodito da fra Leopoldo, un francescano enigmatico quanto erudito della Basilica di Santa Croce, in Firenze, dove de Santis si recherà, in breve trasferta, per incontrarlo, rimanendo estasiato dalla profusione di meraviglie del Tempio delle Itale Glorie.

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Il parere di Alex (prodotto fornito dalla Casa Editrice senza scopo di lucro)

Leggere Omicidio ad alta quota mi ha trasportato indietro nel tempo, almeno per quanto riguarda la prima parte del libro. Le atmosfere dei classici gialli: essenziali, diretti, senza troppi giri di parole, sono state presto sopraffatte da una miriade di informazioni e personaggi cui non è stato per nulla semplice stare dietro. Ho avuto come l'impressione che l'autrice sia rimasta incastrata tra lo stile anni '80 e quello più moderno. I personaggi sono tanti e la loro mancata caratterizzazione, unita alle numerosissime vicissitudini descritte, mi ha creato non poca confusione. Per intenderci, il libro a mio parere è carente di empatia e non a causa di una mancanza da parte dell'autrice, ma dal dover "riassumere" tanti eventi in poche pagine. Lo dico perché è palese lo studio precedente la stesura, a partire dalle conoscenze giuridiche fino a quelle di economia aziendale, ma tutto questo sapere cozza con quanto descritto in precedenza: la personalità dei protagonisti.
Quello principale, il commissario Nino de Santis (rigorosamente con la d minuscola) è l'unico che ora posso dire di "conoscere". L'autrice lo ha presentato poco alla volta, partendo dal suo passato attraverso i ricordi, fino al presente. Un uomo del sud che ha trovato la sua dimensione lavorativa e familiare a Milano. Una persona pragmatica e intuitiva, presente ma non troppo dentro le mura di casa e con un velo nostalgico che lo accompagna per tutta la durata dell'indagine in corso. La trama si svolge principalmente nella caotica metropoli lombarda, ma viaggia attraverso la Toscana fino ad arrivare nella lontana America, e qui le descrizioni sono perfette, mai stucchevoli. Il commissario, affiancato dal vice ispettore Lezzi, deve trovare l'assassino di Giosafat Gori, un eccentrico e simpatico fiorentino a capo di una delle più importanti case di moda del milanese. 
Qui inizia un susseguirsi di interrogatori ufficiosi dove ci si ritrova a dover incamerare tanto... troppo. La mia valutazione è di quattro stelle e non tre come inizialmente avevo pensato, questo perché è indubbia la capacità di scrittura dell'autrice. Mi permetto a questo proposito di consigliare un maggiore approfondimento interiore (umano), che vada così a pareggiare i conti con la maestria dimostrata nella descrizione ambientale e lavorativa. Da lettrice avrei apprezzato una maggiore mobilità prima e dopo i dialoghi: un'alzata di spalle, una risatina sottile o anche solo uno sbadiglio. In sostanza, sono certa che Maria Rosaria Pugliese abbia le potenzialità per scrivere un giallo "bomba", che con pochi accorgimenti sarà in grado di creare l'effetto "wow" e quella suspense che in questo caso non ho mai avvertito.
 
Valutazione: 4 stelle!